Comitato di associazioni, partiti e sindacati in Piazza XX Settembre
“Votare è un diritto e un dovere che abbiamo. Giornate come questa sono necessarie per spiegare alle persone cosa sta accadendo”
LECCO – Lavoro, sicurezza, dignità, cittadinanza e democrazia. Questi i cinque quesiti alla base del Referendum 2025 per cui si voterà l’8 e 9 giugno e che ha visto quest’oggi diverse realtà scendere in piazza per lanciare la campagna e invitare i cittadini a votare il loro “sì per cambiare l’Italia”. Lecco non ha fatto eccezione, portando in Piazza XX Settembre rappresentanti di CGIL, ANPI, UDI (Unione Donne in Italia), Sinistra Italiana, PD e Forum Salute Mentale. Le richieste del Referendum vertono sullo stop ai licenziamenti illegittimi, più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese, riduzione del lavoro precario, più sicurezza sul lavoro e più integrazione con la cittadinanza italiana.
“Iniziative come quella di oggi sono necessarie perché dobbiamo parlare con le persone e spiegare loro cosa sta accadendo nel nostro Paese – ha esordito Diego Riva, segretario generale CGIL Lecco -. La situazione attuale è complicata tra guerre, dazi e la questione economica e sociale. Questo Governo ha deciso di rispondere solo alle multinazionali, alle grandi imprese e alla finanza speculativa, basta vedere cosa sta succedendo in questi giorni. Si rifiuta di discutere con le parti intermedie. Continua a togliere diritti, la precarietà aumenta, la sicurezza nei luoghi di lavoro continua a essere una chimera. Per questo abbiamo deciso di usare uno strumento straordinario come il referendum, ponendoci come obiettivo quello di portare al voto 25 milioni di persone. Se riusciremo a farcela dipenderà solo da noi. La politica deve ripartire dal lavoro – continua -. La democrazia, la libertà e la dignità non possono essere sostenute da grandi capitali e finanza speculativa. Noi ci riproviamo a mettere al centro il lavoro di qualità, la dignità delle persone e dare ai giovani prospettive di avanzamento sociale. Abbiamo raccolto oltre 4 milioni di firme per essere qui oggi e avere questo referendum”. E poi l’appello ai presenti: “Se avete opportunità usate queste giornate per fare sì che ci sia un voto giusto. Scendiamo in campo non solo per difendere le nostre conquiste, ma perché crediamo sia possibile cambiare questo paese”.
E’ toccato poi a Enrico Avagnina, presidente di ANPI Lecco, prendere parola: “Dagli anni ’80-’90 assistiamo a un aggiramento dei doveri istituzionali da parte della classe politica, con l’annullamento delle conquiste civili e sociali, insieme a una disaffezione generale al voto. La scelta di votare è per noi e per tutti un dovere e una difesa. Dobbiamo rimettere sulla carreggiata le conquiste che dal 25 aprile i cittadini di questo paese hanno ottenuto. Il lavoro è un mezzo imprescindibile per affermare la propria indipendenza, presupposto per esercitare ogni altro diritto costituzionalmente garantito. La tutela della salute, poi, è un diritto inviolabile. Ci impegneremo per una larga partecipazione al voto. Bisogna esercitare la democrazia diretta, tra partecipazione e rappresentanza”.
A dare voce alle donne ci ha pensato invece Raffaella Cerrato di UDI (Unione Donne in Italia) che ha definito “il voto la nostra rivolta (riferendosi al comparto femminile) da quando abbiamo cominciato a poter esercitare questo diritto, nel 1946. Da allora la nostra partecipazione è stata continua. Questo referendum sulla cittadinanza è un referendum di giustizia sociale soprattutto per noi donne perché in ogni campo (lavoro, famiglia, a livello sociale) subiamo una doppia discriminazione. Da sole sappiamo che non si arriva da nessuna parte, cerchiamo di stare insieme e avere obiettivi comuni”.
Poi è stata la volta di Alberto Anghileri di Sinistra Italiana Lecco: “I diritti che credevamo di aver conquistato per sempre ora non ci sono più. Oggi chi ha il lavoro non riesce a campare, è una cosa mostruosa in un paese dove l’articolo 1 della Costituzione cita “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. L’Italia si fonda sul lavoro, non sul precariato. Votare è un diritto e un dovere che abbiamo, per questo è importante che la gente voti a questo referendum”.
“Come Partito Democratico siamo contenti di prendere parte a questa partita – ha affermato Laura Bartesaghi in rappresentanza del PD Lecco -. Il popolo italiano non è contento dell’attuale situazione. Se è vero che mondo del lavoro sta cambiando, ci sono pilastri a cui non si deve rinunciare come la tutela del lavoratore in qualità di persona, che deve essere garantita anche nei momenti di criticità. Lavorare in ambiente: sono ancora inaccettabili i numeri di morti sul lavoro”.
A concludere gli interventi Guerrino Donegà, aderente al Forum Salute Mentale di Lecco, che ha messo accento sulle condizioni della salute mentale che inevitabilmente si ripercuotono sul lavoro, sulla famiglia e sul contesto sociale. Non perdete questa straordinaria occasione di agire concretamente votando sì al referendum”.
Ad abbracciare e sostenere il Referendum 2025 dell’8 e 9 giugno anche ARCI, Les Cultures e Rifondazione Comunista Lecco.