Vitalizio ripristinato a Formigoni. M5S: “La casta non muore mai”

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Il Senato ripristina il vitalizio a Formigoni, gli era stato negato dopo la condanna per corruzione

Pioggia di polemiche dal M5S, il consigliere regionale Erba: “Un pericoloso messaggio”

LECCO – E’ di ieri, martedì, la decisione della Commissione Contenziosa del Senato, presieduta da Giacomo Caliendo (Forza Italia), di ripristinare la pensione per Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia.

Il senatore lecchese e già presidente lombardo, aveva chiesto con un ricorso che gli fosse erogato il vitalizio previsto (7 mila euro mensili) nonostante il provvedimento (la delibera Grasso-Boldrini) approvato nel 2015 ne prevedesse la sospensione ai politici condannati.

Formigoni è stato infatti condannato in via definitiva per corruzione sul caso Maugeri e sta scontando la sua condanna ai domiciliari. Per il senatore “è stato posto rimedio ad un grave errore”, sono le sue parole riportate dalla stampa nazionale a seguito della notizia. Nei prossimi giorni saranno rese note le motivazioni della decisione.

Nel frattempo però monta la polemica ed è in particolare il Movimento Cinque Stelle a scagliarsi contro la Commissione:

“Il Celeste riceverà un assegno vitalizio di 7mila euro al mese sebbene debba ancora scontare una pena di 5 anni e 10 mesi – commenta Raffaele Erba, consigliere regionale lariano del MoVimento 5 Stelle – Per la Commissione Contenziosa del Senato la condanna in via definitiva non è sufficiente a eliminare vecchi privilegi in favore di politici corrotti”.

“Sugli esponenti della vecchia politica gravano pesanti responsabilità – aggiunge Erba – perché questa riabilitazione fa passare il pericoloso messaggio che i reati commessi dall’ex Presidente Formigoni sono in realtà dei peccati veniali. Il ripristino dei vitalizi decisa dalla Commissione Contenzioso del Senato non riguarda soltanto Formigoni ma si estende anche agli altri condannati. Oltre il danno la beffa: la casta non muore mai”.