LECCO – “Simul staunt, simul cadent. Insieme stavano, insieme cadranno.
Troppo facile ri-chiedere le dimissioni di Brivio. Facile perché insufficiente, quasi fosse un automatismo di sonnambuli.
Non siamo alla prima volta. Nel frattempo è successo qualcosa. Che una intera classe politica, ha, convintamente, quanto in mala fede, ri-sostenuto Brivio. A Lecco mi riferisco in particolare al PD e alla sua stampella di allora e di oggi, ovvero ad Appello per Lecco. E del suo loquace portavoce di allora e Assessore oggi, di sé già investito a Sindaco. Me le ricordo bene le inutili riunioni di maggioranza, dove faceva l’Enrico Toti della situazione: Brivio non dimetterti, Brivio continua.
Una intera classe politica. A Lecco e in Provincia. A cominciare dal segretario provinciale del PD, il sig. Fausto Crimella, che solo una settimana fa, profetizzava per Brivio uno scranno al Parlamento (alla faccia di qualcuno degli attuali parlamentari). Perché ha ben fatto.
Ma la regia fondamentale proveniva da Valmadrera. Si è cominciato con quella farsa di processione a un santuario? locale in sostegno al loro Sindaco di allora, ovviamente “ingenuo”, ma per il quale oggi il PM chiede otto anni di reclusione con le accuse di aver intascato un bordello di euro in tangenti.
Altro che “sulla sua onestà ci mettiamo la mano sul fuoco”. Il PM non ci crede anche a causa della testimonianza di Brivio (dico io). E non a caso il PM chiede Brivio che venga imputato di questo reato (art. 342 del c.p.)
Proseguite poi, dopo la “santuariata” solidale, con una intera politica di istupidimento e di cloroformizzazione di tutti i Sindaci del Pd e non solo del Pd a proposito della battaglia sull’acqua pubblica. Non solo acqua pubblica o privata, ma anche irreggimentazione per fare quadro attorno appunto ai due Sindaci di Valmadrera Brivio e Rusconi . Una battaglia che si è tentato di ripetere con i rifiuti e il termovalorizzatore ma che è andata male a Lecco non solo per i meriti dell’opposizione o della presunta adattabilità di Brivio.
Proseguita questa opera di amnesia in città, a Lecco, con le tante finzioni di lotta alla criminalità (Wall Strett e il Giglio), ma con l’appoggio costante del buonismo solidaristico delle cooperative e del così detto privato-sociale.
Insomma una intera classe politica in città e in provincia che dovrebbe dare le dimissioni e scomparire. Perché collusa di fatto. Sia che fosse ingenua oppure no, sia che fosse in buona o cattiva fede. In ogni caso incapace di intendere.
Ma non ci sarà da meravigliarsi, adesso che la casa crolla, per mettersi al riparo, qualcuno, anche dal PD, a livello locale o provinciale, chiederà, senza se e senza ma, le giuste dimissioni di Brivio.
Troppo tardi, per quello che si doveva chiedere prima.
Un intero ceto politico deve andarsene: E Lecco, individui, dopo decenni, un candidato Sindaco lecchese. Che sia stato fuori dai giochi. E che non sia una minestra riscaldata di quelli che oggi fanno chiedere da altri improbabili parlamentari le dimissioni”.
Alessandro Magni
Ex consigliere comunale