LECCO – Piazza XX Settembre gremita nel pomeriggio di sabato, quando sul piccolo palco allestito a pochi passi dalla Torre Viscontea è salito Matteo Renzi, candidato alle primarie di coalizione di centrosinistra nonché sindaco di Firenze. Tanti, quindi, i cittadini che a partire dalle 15.30 si sono radunati in una delle piazza principali di Lecco e tra di loro non sono mancati numerosi esponenti politici del territorio.
Accompagnato sul palco dal sindaco di Lecco, Virginio Brivio, il giovane candidato del Pd (anche se di bandiere di partito non se ne sono viste) ha quindi intrattenuto i presenti per circa un’ora. Un discorso incalzante e senza pause, durante il quale Renzi ha toccato alcuni dei punti chiave del suo programma politico.
Ad aprire il comizio è stato proprio Virginio Brivio, notoriamente schierato a favore del collega fiorentino nella corsa al candidato premier per il centrosinistra. “Il suo è un programma semplice – ha esordito il sindaco di Lecco – in quanto punta a risintonizzare la politica con la realtà concreta. Non più, quindi, degli schemi a priori, un perimetro d’azione predefinito, bensì costruito a partire dalle piazze. Bisogna allargare la tenda in cui lavoriamo, coinvolgere più persone e darci da fare per cambiare il modo di rapportarci con la società. Quello che mi sento di dire a Renzi è: continua così”.
Chiara, quindi, la posizione in merito alle primarie del centro sinistra del sindaco di Lecco, a cui lo stesso Renzi ha risposto ricordando come sia “bello trovarsi nuovamente in questa piazza a circa due anni dalla chiusura della campagna elettorale di Brivio, quando sotto la pioggia ho dato il mio sostegno a colui che sarebbe presto diventato il nuovo sindaco di Lecco. Come allora sono qui – ha proseguito – per incrociare lo sguardo delle persone, per renderle parte di questo progetto e per dire a gran voce che la politica è qualcosa di bello e positivo, a cui vi chiedo di partecipare a prescindere dal vostro voto”. Un appello che colui che è stato soprannominato “il rottamatore” ha rivolto con fermezza al pubblico.
“Informatevi, incuriositevi, mettetevi in gioco e avvicinatevi alla politica. Anche se per troppi anni le persone che ci hanno governato non hanno saputo risolvere i problemi del nostro Paese, questo non significa dover perdere la passione. Ecco perché credo non ci sia nulla di ingiusto nel chiedere un ricambio all’interno della classe politica”. Affermazione, questa, che ha sollevato un grande applauso da parte dei presenti.
“L’Italia – ha ripreso – merita qualcosa di più dell’avvenire che è stato delineato. Possiamo ancora cambiare il destino dei nostri figli, così che la parola “futuro” non debba per forza coincidere con una grande discarica, all’interno della quale sono stati mandati i problemi irrisolti. Questo Paese ha visto crescere la paura del domani, per questo ritengo che sia necessario riappropriarci del futuro rottamando alcuni preconcetti sbagliati. Per fare un esempio, non è vero che in Italia spendiamo troppo per i dipendenti pubblici. I 170 miliardi che lo stato paga per questi lavoratori sono inferiori alle cifre di altri paesi europei come la Francia o la Germania. I veri problemi per noi sono la mancata ottimizzazione delle risorse e gli sprechi”.
Il candidato alle primarie ha, poi, affrontato altri temi quali, ad esempio, la “troppo elevata pressione fiscale, che dovrebbe essere alleggerita”, la necessità di investire su scuola e formazione, il ruolo dell’Europa, che dovrebbe diventare “una sorta di Stati Uniti d’Europa. Se da giovane mio nonno – ha raccontato – è andato in Francia per sparare ai suoi coetanei, è fantastico come oggi mio figlio possa andare nello stesso Paese in Erasmus. Il principale terreno di guerra del passato, il vecchio continente, è diventato simbolo di pace e questa è una grande opportunità. Ci sono ancora molte cose da sistemare – ha precisato – ma l’Europa è importante e non posso concordare con coloro che vorrebbero metterla completamente in discussione”.
Infine un nuovo appello alla partecipazione: “non credo al politico che arriva e sistema tutti i problemi dell’Italia. La strategia del ghe pensi mi non ha funzionato con Berlusconi e lo stesso vale per il tecnicismo del governo attuale. Ritengo che potremo uscire da questa situazione – ha concluso – solo se i cittadini torneranno a impegnarsi e a credere nella partecipazione in prima persona, nell’importanza del mettersi in gioco”.
Presenti durante il comizio molti volti noti della politica lecchese, a partire dal senatore Antonio Rusconi. Tra la folla anche l’assessore comunale alla Cultura Michele Tavola, alcuni sindaci di comuni della provincia (tra cui Livio Bonacina di Galbiate e Marco Rusconi di Valmadrera) e numerosi consiglieri provinciali e comunali.
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