Il gruppo di minoranza chiede di convocare presto una commissione ad hoc sul tema
“La discriminazione e la disparità di genere passa anche attraverso la toponomastica e la mancata intitolazione a donne degli edifici pubblici”
MERATE – Intitolare le scuole primarie di via Montello e di Sartirana a due donne che abbiano fatto la storia del paese, lasciando un segno nei svariati campi della scienza, della cultura, della politica e delle arti. E’ quanto richiedono i consiglieri del gruppo Cambia Merate che, così come richiesto dal regolamento del consiglio comunale e delle commissioni consiliari, hanno inoltrato una richiesta di convocazione della commissione cultura e istruzione per trattare la questione. “La discriminazione e la disparità di genere passa anche attraverso la toponomastica e la mancata intitolazione a donne degli edifici pubblici. L’assenza di nomi femminili dalla toponomastica o dalle intitolazioni di edifici pubblici è un indicatore della differenza di genere. Se le donne non sono nominate, se vengono dimenticate, se sono invisibili è come se non esistessero” le argomentazioni messe nero su bianco dai consiglieri Aldo Castelli e Patrizia Riva.
“Escludere i nomi delle donne dalla visibilità cittadina significa cancellarne le storie dalla memoria di chi rimane e non può essere partecipe dei simboli che quelle vite hanno rappresentato per tutti, nonostante si sia in presenza di storie memorabili. Nominare è evocare delle forze, tacerle e tenerle nell’oblio è mancare di rimettere in circolo energie espositive e utili per la vita comune di uomini e donne nel loro insieme”.
Non solo. “Il potere più grande della toponomastica è creare modelli, rimandare a immaginari, oltre a rappresentare una volontà, perché attraverso le scelte fatte dalle amministrazioni si vede quale memoria si vuole conservare e a quale si vuole dare valore. L’obiettivo è cambiare l’immaginario femminile fra i ragazzi e le ragazze, far sì che le ragazze trovino dei modelli da seguire, che le rendano consapevoli che nessuna strada a loro è preclusa. Per questo intitolare una scuola, luogo della formazione e dell’educazione, ad una donna serve a spingere simbolicamente le donne a colmare le differenze di genere”.