Discussa in commissione la proposta di Cambia Merate per intitolare le due primarie senza nome a due donne illustri
L’assessore Maggioni: “Mi farò parte attiva con la scuola, ma non fornirò alcuna rosa, tanto meno rosa, di nomi”
MERATE – L’amministrazione comunale non fornirà alcuna rosa, tanto meno… rosa, alla scuola per l’ intitolazione delle scuole prive di nome. È quanto è emerso l’altra sera durante la commissione istruzione e cultura convocata per discutere la proposta avanzata dal gruppo di minoranza Cambia Merate in merito al l’intitolazione a due donne delle scuole primarie di Sartirana e di via Montello. Una richiesta avanzata dalla consigliera Patrizia Riva che, ribadendo l’importanza di declinare al femminile luoghi pubblici e visibili, ha anche presentato una lista di donne papabili per l’intitolazione delle due scuole.
La rosa di nomi
Da Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986 a Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale che lavorò anche per dieci anni all’osservatorio astronomico di Merate, passando per la madre dell’ecologismo italiano Laura Conti alla prima donna laureata nel 1678 a Padova, Elena Lucrezia Cornaro Piscopia alla prima docente universitaria italiana Laura Bassi (1732 a Bologna). Senza dimenticare Maria Montessori, il cui metodo educativo è conosciuto e seguito in tutto il mondo e senza trascurare neppure le 21 madri costituenti della repubblica italiana al lavoro per redigere la carta costituzionale.
Non potevano mancare le poetesse Alda Merini, Graziella Romano detta Lalla, Ada Negri e le scrittrici Elsa Morante e Sibilla Aleramo oltre all’artiste rappresentate da Artemisia Lomi Gentileschi.
“Non vincoliamo le scuole”
Un lavoro corposo che si è però scontrato con la ferma posizione dell’assessore all’istruzione Franca Maggioni che, prima con diplomazia e poi in maniera più diretta, ha sottolineato come, norme alla mano, la scelta dell’intitolazione di una scuola spetti proprio alla scuola stessa tramite il collegio docenti e il consiglio di istituto, ricordando come anni fa il tentativo di “calare dall’alto” il nome di un plesso non andò a buon fine.
Non solo, Maggioni ha voluto porre i paletti tra un’azione, quella, a cui si è detta disponibile, di farsi parte attiva con la scuola per promuovere il processo di intitolazione delle scuole (non solo le due primarie, bensì anche le due materne, Sartirana e via Verdi, chiamate a ora con il nome della frazione o della via dove sono ubicate), rispetto a quella di fare semplicemente da “passacarte” di una rosa di nomi, partorita, tra l’altro, da altre menti. Perché, al di là della forma e delle norme, in commissione è uscito chiaramente che la distanza sul tema tra la maggioranza e la minoranza è molto più ampia rispetto al mero contenuto delle normative e circolari relativa alla topomastica e ai processi di intitolazione.
La linea della maggioranza
Supportata poi dagli interventi dell’assessore alla Cultura Fiorenza Albani e dai consiglieri Alessandro Vanotti e Norma Maggioni, Maggioni ha infatti ribadito di non condividere una rosa di nomi esclusivamente al femminile, ritenendo che il nome di una scuola debba uscire dal vissuto, dalla storia, dai legami di quel plesso che lo rendono unico e diverso da un altro. “Intitolare una nostra scuola ad esempio a Maria Montessori, figura illustre e riconosciuta ovunque, non avrebbe senso visto che nessuna nostra si avvale del suo metodo”.
E, in questo senso, per “non discriminare nessuno, e neppure quindi neppure un uomo”, l’assessore ha ribadito la volontà di lasciare alle scuole il processo di formazione di una lista di nomi da sottoporre poi al vaglio della Giunta.
Un percorso da promuovere, ma non subito
Quando? Di certo non subito, visto il particolare periodo e le difficoltà vissute in questo momento dal mondo scolastico ha concluso Maggioni riservando un’ulteriore stoccata al suo assessore ombra. A conferma dell’ampia diversità di vedute sul tema, Riva ha voluto ricordare le tante disparità di genere tra uomo e donna, su tutte quella salariale, sottolineando di essere ben lontani dal poter abbandonare le quote rosa per un superamento del principio per cui sono state introdotte.