CALOLZIO – Rifugiati alla ex ASL ? L’assessore di Calolzio, Luca Giovanni Valsecchi, interviene rispondendo alle perplessità della Lega Nord sulla questione dei richiedenti asilo che saranno ospitati in paese.
“Da parte dell’amministrazione, i punti sono stati chiariti pressochè totalmente dopo essere stati a lungo illustrati e ripetuti in Consiglio comunale.
Si prova a riassumere:
1. Lo SPRAR, se verrà riconosciuto e attivato a seguito del bando a cui il Comune di Calolziocorte ha aderito attraverso l’ente attuatore, prevede che a Calolziocorte giungano fino a 26 migranti (finchè la quota definita rimane il 3 per mille) in aggiunta ai 16 che già sono presenti sul territorio e che risiedono presso le strutture in capo all’ente gestore.
2. Il punto 1. richiede 26 posti che possono essere reperiti dal pubblico, dal privato o in forma mista.
3. Edifici comunali adeguati? Dica Ghezzi quali siano. Rispondendo durante l’ultima seduta di consiglio, si è ribaltato la domanda chiedendo alle minoranze, quali siano quelli disponibili ad eccezione della ex-ASL. Risposta: rimangono l’ex direzione didattica del Pascolo e la ex scuola di Sala. Entrambe improponibili a nostra veduta. Inoltre i restanti altri edifici o sono occupati o sono inseriti nell’attuale piano delle alienazioni (nota a margine: l’ultimo bando esperito a luglio non ha visto partecipazione alcuna).
4. Falsa l’affermazione sulla mancanza di chiarezza dei costi. E’ stato detto – si invita i cittadini a risentire le registrazioni su “magnetofono” comunale – che l’ente gestore metterebbe a disposizione una quota per la ristrutturazione, mentre per il mancante si tenterebbe l’accesso ai fondi ministeriali con la collaborazione di dell’ente attuatore e del Prefetto. Il comune non deve versare un euro per la ristrutturazione perchè – non facciamo finta di niente signor Ghezzi !- nel bilancio comunale non compare nessuna voce al riguardo. Il comune non dove riconoscere il contributo per utenza alcuna poichè sarebbe in capo all’ente gestore (così come ogni cittadino che paga le proprie bollette). Per quanto detto, se la proposta sia cantierabile e finanziabile lo si saprà in tempi rapidi. Ciò non toglie che lo SPRAR proseguirebbe secondo quanto previsto al punto 2. I locali che verrebbero reperiti dal mercato privato dovrebbero comunque rispettare le regole contenute nel bando. Così come l’ente gestore e assegnatario del servizio sarebbe passibile di revoca dello stesso qualora le regole non vengano rispettate.
5. Nessuna certezza su chi sarà ospitato? Alla precisa domanda su chi sarà accolto – siano le soluzioni pubbliche e/o private – è stato semplicemente risposto che sono i soggetti inseribili nella rete SPRAR.
Si prova qui a dettagliare meglio (pur essendo stato detto anche nel consiglio comunale aperto del 5 luglio u.s.):
– Il riferimento normativo: Art. 32, Legge n. 189/2002 Che introduce gli art.1, sexies e 1 septies dopo (il sopravvissuto) art. 1 della Legge n. 39/1990
(cosi detta legge “Bossi-Fini”, a Ghezzi ben nota)
– Lo SPRAR, figlio della legge “Bossi-Fini”, prevede che possano farne parte richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale e titolari di protezione umanitaria.
Queste poche note sono e resteranno false e prive di senso per chi in consiglio comunale ci ha definito “Pinocchio”.
Di contro l’unica garanzia che questa amministrazione può dare ai cittadini è quella di non aver mai ha avuto la presunzione di sentirsi Alice nel Paese delle Meraviglie, come il signor Ghezzi e i suoi vorrebbero fare intendere (di continuo)”.
Per Cittadini Uniti Per Calolziocorte – Luca Giovanni Valsecchi