Meregalli commenta la sfiducia all’ormai ex sindaco Montanelli
“Durante la campagna elettorale per fugare ogni timore di un’eventuale sconfitta Montanelli non si è fatto scrupoli includendo in lista candidati di dubbio orientamento politico”
GALBIATE – Riceviamo e pubblichiamo integralmente l’intervento di Giorgio Meregalli, ex coordinatore del circolo PD di Galbiate, in merito alla mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Pier Giovanni Montanelli e del conseguente commissariamento del Comune.
“E così Galbiate vivrà per la prima volta nella sua storia amministrativa il
commissariamento del Comune, dopo che il Sindaco Montanelli ha subìto
l’onta della mozione di sfiducia da parte della maggioranza dei Consiglieri
comunali.
E’ sbalorditivo come in 18 mesi e dopo aver vinto le elezioni con l’80% di
preferenze, il Sindaco possa essere arrivato a questo punto. Quella che a
fine elezione poteva apparire come una vittoria schiacciante e plebiscitaria,
in realtà ad uno sguardo più attento evidenziava invece tutta la sua
pericolosa incoerenza. Durante la campagna elettorale per fugare ogni
timore di un’eventuale sconfitta e nonostante dichiarasse la sua
appartenenza all’area di centrosinistra, non si è fatto scrupoli includendo
nella lista di Agenda Galbiate candidati di dubbio orientamento politico.
Ad elezioni terminate Andrea Rusconi in quota Lega, per la prima volta
con un piedino in amministrazione dopo non esserci mai entrata nemmeno
nei tempi d’oro del celodurismo bossiano, diventa il Consigliere con il
maggior numero di preferenze e viene spedito in panchina. Vale la pena
ricordare che questo accordo sottobanco fu siglato da un ex amministratore
tesserato PD a cui chiesi pubblicamente, visto il ruolo di coordinatore di
Circolo che ricoprivo in quel periodo, la restituzione della tessera. Due
candidati bocciati nelle urne diventano invece Assessori esterni e ad uno di
questi pur di essere recuperato, viene affidata la sola delega all’Ambiente
manco fosse la Città di Milano. Cristina Tentori seconda eletta per
preferenze, diventa Assessore ai Servizi Sociali. E’ una persona preparata,
professionale, che conosce bene la materia e lavora in ambito ospedaliero.
Resta però in carica solo per un anno circa, dopodichè viene scaricata in
piena emergenza Covid, mentre è in quarantena e con una modalità a dir
poco sconcertante. Ai due Consiglieri di Galbiate Cambia a questo punto
non rimane che passare sui banchi dell’opposizione(per inciso sono gli
unici che dichiarano apertamente la loro appartenenza al centrosinistra). E’
chiaro che con questi presupposti solo un inguaribile ottimista o il più
disarmante degli ingenui poteva immaginare che questa Amministrazione
potesse concludere il suo mandato senza intoppi.
La situazione precipita, il Sindaco va in minoranza sul D.U.P. e a questo
punto ecco spuntare il legittimo tentativo per fortuna fallito della
Segreteria provinciale della Lega, che invita l’uomo di suo riferimento a
ricomporre i cocci per il bene dei Galbiatesi, ma in realtà con l’obiettivo di
mettere il cappello sulla Giunta Montanelli. Ma il fatto più imbarazzante è
la corsa trafelata al capezzale del malato terminale, da parte dei piani alti
del PD territoriale. Non merita nessun commento invece il Sindaco
transfuga dal PD e approdato all’ennesimo partito del due virgola, che si
permette di interferire su questioni che non lo riguardano. E’ bene
precisare che nessun iscritto PD è in lista, che durante la campagna
elettorale Montanelli se ne è ben guardato di accettare anche solo un
confronto dialettico con il Circolo di Galbiate sui temi più importanti per
la nostra comunità. In quella fase i partiti sono ritenuti d’impiccio, vanno
tenuti alla larga per non urtare la suscettibilità di qualcuno. Ci si ripara
dietro la Lista che è Civica ed è quindi più opportuno dichiarare che
nessun candidato ha una tessera in tasca, che poi molti altri si arrabbiano.
Ma infine quando la malattia diventa letale, è un gran rincorrere le
personalità politiche del territorio perchè bisogna salvare il salvabile e
diventa del tutto secondario interloquire prima per correttezza, con il
coordinatore del Circolo di Galbiate. Dispiace constatare che oltre ai difetti
di procedura, alla fine l’unica cosa ritenuta davvero importante dalla
dirigenza politica, sia mantenere l’equilibrio di forze in vista delle
provinciali del prossimo anno, senza preoccuparsi minimamente dei fatti e
di considerare se l’amministrazione abbia ancora le carte in regola per
proseguire il suo cammino e se abbia ancora le capacità di affrontare e
risolvere le questioni che stanno più a cuore ai Galbiatesi.
Con questa amministrazione si chiude un ciclo iniziato nel 2004 con Livio
Bonacina e che nel corso del tempo si è via via diluito e sfilacciato
arrivando così ad un epilogo per certi versi inaspettato. Ora non resta che
sperare in nuove energie e in candidati che abbiano a cuore il tema della
sostenibilità declinata in ognuna delle scelte che saranno chiamati a fare e
che riportino al centro del dibattito comunale, quella visione strategica
legata anche allo sviluppo turistico e culturale che nel corso degli anni ha
smarrito la strada maestra”.
Giorgio Meregalli