Stamattina in Consiglio regionale si è discusso il question time presentato da Gian Mario Fragomeli
A rispondere per conto dell’assessore Bertolaso il sottosegretario Mauro Piazza
MERATE – Una difesa “burocratica” senza risposte adeguate per i “120mila cittadini del Meratese che costretti a ricorrere al privato per poter ottenere le cure necessarie in tempo dignitoso e che non trovano più risposte in quello che fino a pochi anni fa era un ospedale di riferimento per il territorio”.
Commenta così il consigliere regionale del Pd Gian Mario Fragomeli la risposta ottenuta questa mattina, martedì, in consiglio regionale al question time presentato qualche giorno fa dopo l’escalation di dimissioni (tre medici in meno di una settimana) che ha portato alla ribalta la precaria e difficile situazione interna all’Asst Lecco e in particolar modo all’ospedale di Merate. A rispondere al question time, indirizzato all’assessore al Welfare Guido Bertoloso, è stato il sottosegretario lecchese Mauro Piazza.
Il consigliere regionale leghista ha voluto premettere, all’inizio, come “Regione e direzione dell’Asst Lecco non abbiano mai ipotizzato la chiusura, la conversione o la riduzione dell’offerta per l’ospedale di Merate. E’ il contesto generale, diffuso a livello nazionale, che ha determinato una carenza di risorse umane che si ripercuote sull’attività erogata”.
Un riferimento, quello alla carenza di personale, ripetuto anche nel corso della lunga e articolata risposta ai quesiti dell’ex sindaco di Cassago che, con il question time, ha chiesto conto della continua emorragia di personale dipendente in carico all’Asst, del trasferimento delle infermiere del nido di Merate negli altri reparti, della chiusura del reparto di psichiatria, del reclutamento di ex specialisti del Mandic come libero professionisti e delle ultime dimissioni.
Piazza ha precisato la situazione sul fronte del personale, chiarendo che a fronte delle 367 cessazioni citate nell’interrogazione nel corso del 2022 150 sono pari a pensionamento. Un turn over contrastato bandendo “75 concorsi, 23 per il comparto e 5 per la dirigenza con l’assunzione di 360 dipendenti”.
Quanto al trasferimento del personale infermieristico del nido dell’ospedale Mandic, il sottosegretario regionale ha parlato di riorganizzazione del servizio che ha portato all’attivazione della rotazione del personale ostetrico su Lecco e Merate “al fine di mantenere le competenze tecniche in considerazione del basso numero di parti registrati a Merate (a oggi 150 parti)”. Nove sono le infermiere del nido trasferite in altre strutture afferenti al presidio meratese, “consentendo di supportare aree in difficoltà per carenza di personale infermieristico”.
Sulla psichiatria, Piazza ha ricordato i dieci concorsi banditi, evidenziando come da “un’analisi condotta sull’andamento dei ricoveri in servizio psichiatrico di diagnosi e cura risulta che il fabbisogno di ricoveri espresso dai residenti nel Distretto di Merate viene sostanzialmente soddisfatto all’interno dell’Asst Lecco”.
Quanto al reclutamento di ex specialisti dell’ospedale con contratti più vantaggiosi e flessivi Piazza ha fa notare come il problema della remunerazione degli operatoti sanitari sia stato già più volte evidenziato dalla Regione.
Sulle dimissioni dei due primaria /Ginecologia e Ortopedia, la “Regione sta già provvedendo a autorizzare la copertura dei ruoli per dar continuità al servizio mentre il trasferimento del gastroenterologo Piazza ha svelato un procedimento disciplinare concluso con esito sfavorevole per il professionista.
Il sottosegretario ha quindi concluso che il problema della carenza di personale sanitario specialistico è diffusa in tutta Italia con “ripercussioni ancora più accentuate per i centri spoke più piccoli”.
Risposte giudicate insoddisfacenti da Fragomeli che, al posto della “solita lista dei buoni propositi” avrebbe preferito “impegni veri e investimenti, uniti a una diversa strategia operativa da parte della dirigenza”. Fragomeli incalza: “L’insoddisfazione del personale medico rispetto alla gestione del nosocomio meratese e lo scoraggiamento per l’assoluta mancanza di investimento che l’attuale direzione dell’ASST sta facendo per trattenere il personale sanitario, è avvalorata dai dati”.
Tra i tanti esempi, il consigliere dem cita il caso della chirurgia al Manzoni, “dove le priorità sugli interventi vengono lasciate ai pazienti e solo uno su quattro, diversamente dalla programmazione, viene operato”. Fragomeli ha bollato come sbagliate le tante scelte effettuate sul Mandic, dal trasferimento delle infermiere del nido alla chiusura del reparto di psichiatria al sempre crescente utilizzo dei gettonisti, ricordando la petizione attivata dal tavolo sulla sanità creato dal Pd Lecco e Merate per salvare l’ospedale Mandic già arrivata a più di 7mila firme.
“Nei prossimi giorni attiveremo flash mob (in programma sabato 14 ottobre, ndr), incontreremo sindaci, continueremo nella raccolta firme per la difesa del Mandic e condivideremo una mozione da presentare in Consiglio. Così capiremo chi vuole realmente salvare l’ospedale di Merate” ha concluso Fragomeli.