LECCO – “Stop invasione” è con questo slogan che sabato mattina una quarantina di militanti della Lega Nord hanno protestato di fronte al Ferrhotel, struttura situata alle spalle del centro Meridiana diventata centro di accoglienza per i profughi.
“In una repubblica democratica le decisioni devono spettare al popolo – esordisce Flavio Nogara, segretario provinciale del Carroccio – quindi è il popolo che deve decidere in che tipo di società vuole vivere e come regolamentare questa immigrazione. Noi siamo nettamente contrari alla sistemazione degli immigrati nella struttura del Ferrhotel perché la via adiacente è un luogo di passaggio per gli studenti che già di per sé è stretta, isolata e pericolosa, specialmente la sera”.
La prima preoccupazione dei militanti del Carroccio, dunque, riguarda l’incolumità dei lecchesi, come sottolinea Nogara:
“Al momento nel Ferrhotel sono sistemati circa 120 immigrati che per quanto ci riguarda sono clandestini perché entrati in modo irregolare nel nostro Paese, sicuramente tra di loro ci può essere bravissima gente o persone che realmente scappano dalla guerra, anche se le statistiche dimostrano che tendenzialmente solo una minima parte di loro ha lo status di profugo, ma la realtà è che non sappiamo chi siano e quale fine abbia la loro permanenza qui, per questo è inaccettabile che i nostri ragazzi debbano passare di fronte a questo centro senza poter essere sicuri che non si creino situazioni di rischio o delinquenza. Questo dovrebbe preoccupare non solo noi, ma anche la Prefettura e il sindaco, che dovrebbe andare oltre i suoi compiti istituzionali e dovrebbe pensare prima di tutto ai suoi cittadini”.
Un altro punto che tiene a precisare il segretario provinciale della Lega è che “la protesta non ha nulla a che fare con il razzismo”:
“Nella città e nella provincia di Lecco non c’è più spazio per nessun immigrato, lo dimostra il fatto che abbiamo una tendopoli in zona Bione, che rischia anche di diventare stabile, una soluzione del tutto inaccettabile anche per le stesse persone che vengono ospitate qui. Oggi, purtroppo, nella nostra provincia e nel nostro Paese, assistiamo a un grande business che ruota intorno all’immigrazione che rende circa 9 milioni di euro, soldi con cui, invece, potremmo pensare di fare molti interventi efficaci nel loro Paesi d’origine. Questa situazione non fa bene a nessuno, collocare in questo modo gli immigrati nei vari territori non favorisce l’immigrazione, anzi serve solo a fomentare episodi di intolleranza, quindi è razzista voler regolamentare l’immigrazione per il bene di tutti oppure lo è considerare queste persone come pacchi che fruttano dai 30 ai 37 euro al giorno?”.
“Nemmeno la soluzione di proporre lavori a questi immigrati ospitati è idonea – conclude Nogara – ci troveremmo semplicemente a sfruttare la loro manodopera, cosa che andrebbe a discapito anche delle nostre imprese locali che già soffrono per colpa della crisi economica”.
Al presidio del Carroccio hanno preso parte anche i giovani padani della sezione di Sondrio che hanno voluto sostenere i colleghi lecchesi, come spiega il loro coordinatore cittadino Alexandro Manzoni: “Siamo in un momento di crisi economica e l’Italia dovrebbe destinare i fondi prima ai propri cittadini in difficoltà, noi veniamo dalla Valtellina dove su più di 600 clandestini solo 5 sono stati effettivamente riconosciuti come profughi, mentre gli altri sono qui semplicemente in cerca di lavoro e nel frattempo stanno per sei mesi in hotel quando anche tanti giovani della mia città sono disoccupati, ma nel mentre non vengono mantenuti in albergo”.
Durante il presidio della Lega alcuni degli immigrati ospitati al Ferrhotel hanno osservato quanto stava accadendo affacciati alle finestre della struttura o seduti sui gradini dell’ingresso, ma non si sono registrati in alcun modo momenti di tensione.
Ecco alcune immagini del presidio: