Ieri sera, venerdì, in Consiglio Panzeri ha annunciato il rinvio dell’assemblea per un impedimento del notaio
La minoranza ha chiesto di non votare la delibera per aspettare il parere della Corte dei Conti. Il sindaco: “Tra 10 giorni non cambierà niente”
MERATE – Doppio rinvio per Retesalute. Ieri sera, venerdì, in consiglio comunale il sindaco Massimo Panzeri, che è anche presidente dell’assemblea dei soci dell’azienda speciale che gestisce i servizi alla persona per 27 Comuni del Meratese, Casatese e Oggionese, ha infatti ufficializzato, dopo le voci e le indiscrezioni circolate in giornata, la decisione di rinviare l’assemblea straordinaria dei soci in calendario il 14 aprile. La comunicazione è arrivata proprio durante la discussione del punto all’ordine del giorno che vedeva la votazione della delibera con cui si sarebbe dato mandato al sindaco di votare a favore o contro la liquidazione dell’azienda speciale durante l’assemblea straordinaria. Ma entrambe le opzioni sono state rimandate a data da destinarsi.
L’impedimento del notaio
Il sindaco ha infatti precisato di essere stato notiziato in giornata “dell’impedimento del notaio Brini che non gli permetterà di essere presente all’assemblea del 14. Oltre a fare gli auguri al notaio, ho ritenuto doveroso annullare l’assemblea che sarà ricalendarizzata in funzione dalla disponibilità del notaio”.
Ed è a questo punto che nel dibattito si è inserito Aldo Castelli, capogruppo di minoranza di Cambia Merate che ha chiesto il rinvio o la sospensione del punto all’ordine del giorno, ovvero la delibera, in attesa della risposta della Corte dei conti al quesito avanzato nei giorni scorsi dal Comune di Olgiate (il cui consiglio si è già espresso settimane fa in maniera negativa sulla messa in liquidazione di Retesalute) sul tema controverso della legittimità del percorso liquidatorio. “Chiediamo anche di poter vedere i bilanci 2018 e 2019” ha aggiunto Castelli, seguito dal collega Roberto Perego che, con toni accorati, ha accusato i sindaci “di non avere il coraggio di dire che l’azienda è in bonis. I bilanci vanno approvati, altrimenti è come lavarsene le mani” ha chiosato riferendosi alla volontà di dare per visti i bilanci 2018 e 2019 lasciandone l’approvazione al collegio liquidatore di Retesalute.
La posizione del consigliere Perego
“Concordo con Panzeri che la continua incertezza depaupera l’azienda. Anzi, in questi continui rinvii, vedo solo la volontà di danneggiare l’azienda e mi stupisco che una questione così tecnica non venga affrontata dalla politica”. In maniera chiara e univoca Perego ha ribadito il concetto, di fatto sostenuto anche dal Comune di Olgiate, che liquidare un’azienda in bonis è una follia, parlando di Retesalute come di un’azienda “fiore all’occhiello”, nonché di ultimo presidio di garanzia di un territorio che è rimasto la periferia dell’impero. Citando il parere del revisore dei conti del Comune di Merate, il dottor Zorzi, che pure ha dato parere favorevole alla delibera di messa in liquidazione dell’azienda speciale, Perego ha sollevato dubbi sul percorso liquidatorio con revoca, sottolineando come lo stesso Zorzi ribadisca che il percorso vada portato a termine fino in fondo.
“Insomma, non possiamo parlare di un concordato in continuità, anche perché queste ipotesi non si applicano a un’azienda speciale come Retesalute” ha aggiunto il consigliere, rimarcato la discrasia tra il parere della corte dei conti della Lombardia e quello della Campania sulla necessità di dover procedere alla messa in liquidazione di aziende speciali gravate da debiti.
“Non vorrei che ci stiamo infilando in un errore clamoroso” ha concluso, chiedendo di essere ben certi se al caso di Retesalute si applica il comma 555 della legge finanziaria del 2013 oppure il testo unico del 2014.
Panzeri: “La liquidazione una scelta sofferta”
Considerazioni a cui il sindaco ha opposto il percorso svolto negli ultimi anni per cercare di trovare una soluzione che mettesse d’accordo tutti i soci senza sfaldare e svuotare la stessa Retesalute. “Dobbiamo ricordarci tutti che l’indebitamento di quasi 4 milioni di euro è certo come è altrettanto certo che lo si debba pagare. Tra l’altro il Distretto ha inviato una lettera perentoria a Retesalute chiedendo il rientro dal debito, a conferma che questi sono debiti veri, non compensazioni. Insomma, non basta aver finalmente adeguato le tariffe e aver portato l’azienda in equilibrio. La scelta della messa in liquidazione è stata quindi una decisione sofferta, se vogliamo presa anche a malincuore, ma ricordo che questa delibera è stata scritta a più mani”.
“Basta rinvii e slogan da stadio”
Da qui le domande del sindaco, rivolte chiaramente non solo ai suoi consiglieri ma anche a tutti i soci che stanno manifestando dubbi e perplessità sul percorso da tenere: “Mi chiedo qual è lo spirito del rinvio. La delibera che tornerà in consiglio tra 10 giorni sarà né più né meno di questa”. Non solo. “Cosa c’è dietro lo slogan da stadio “salviamo Retesalute”? Cosa facciamo con il debito accumulato? E’ un anno che giriamo attorno a sta cosa e dobbiamo ancora capire se gli enti sono legittimati a coprire il debito”.
Convinto della necessità di chiudere il cerchio, Panzeri ha rimarcato, ancora una volta, che rimandare “non fa del bene all’azienda, non l’aiuta a preservare il capitale umano e ad avere una prospettiva. Capisco che mi si possa chiedere quali siano le prospettive della liquidazione, ma è senza dubbio un percorso volto ad affidare un incarico per verificare la legittimazione a ricoprire queste perdite, frutto di anomalie, revisioni contabili errate e irregolarità”.
La legittimità a ripianare i debiti
Per Panzeri il passaggio della ricapitalizzazione e della copertura dei debiti passano inevitabilmente attraverso il liquidatore. “Per preservare l’esperienza, il capitale umano e la funzione dell’azienda si vuole tentare di fare una liquidazione non finalizzata alla chiusura, ma verificando se esistono i requisiti per una revoca. E su questa ipotesi ci siamo omologati dopo una lunga serie di pareri Non è che prima di ogni assemblea uno alza la mano e chiede di rinviarla” la stoccata a Olgiate che, ha di fatto, riaperto il percorso, portando al rinvio dell’assemblea. “Non penso che tra 10 giorni cambi qualcosa se non la presenza del notaio” ha concluso il sindaco accettando comunque il rinvio della messa in votazione della delibera a un prossimo consiglio.
La proposta di Casaletto
Nel dibattito si è inserito anche l’assessore al Bilancio Alfredo Casaletto, proponendo un’ulteriore via di uscita (di cui peraltro si era già vociferato la scorsa estate, abbozzando anche il nome di Brianza Salute) dalla palude in cui si è arenata Retesalute: “Si potrebbe liquidare Retesalute e creare una nuova azienda di diritto pubblico che la sostituisca integralmente. Penso che questo sia un interrogativo da porre all’assemblea”.