CALOLZIO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Mara Carfagna parla della sua terra come se non la conoscesse: o è in mala fede o non ha visto le ‘terre dei fuochi’. Confermo ogni parola del mio post, i cittadini onesti che vivono in queste zone subiscono l’arroganza e la prevaricazione della camorra e della connivenza con essa di una parte delle istituzioni, rimettendoci purtroppo spesso la vita, qui si contraggono tumori e malattie per un sistema malsano che si protrae da decenni e non trova soluzione.
Una vergogna insopportabile per un paese civile. In alcune zone della Campania i rifiuti solido-urbani, quelli speciali pericolosi e non, sono ancora abbandonati per le strade, moltissime imprese vivono nella completa illegalità, parlo ad esempio di concerie, calzaturifici e produttori di pelletteria che non esistono per il fisco e per i comuni e che smaltiscono in strada i rifiuti. Oppure agricoltori conniventi che per due soldi permettono alle mafie di sotterrare rifiuti tossici sulle loro proprietà. Cosa fanno in tutto questo le istituzioni, gli enti locali, Arpa, Asl e Mara Carfagna? Nulla. Non accetto lezioni da chi non è in grado di amministrare nemmeno il giardino della propria abitazione”.
Lo dichiara il capogruppo della commissione ambiente di Palazzo Madama per la Lega Nord, il senatore calolziese Paolo Arrigoni.
“Sono più che mai certo che sia una questione culturale che non si vuole cambiare, da noi, il ciclo dei rifiuti funziona alla perfezione deve essere un obbligo anche per tutti gli altri, perchè a rimetterci saremo poi sempre noi del Nord. Ora il governo per l’ennesima volta nel solito stile italico e assistenzialista stanzierà montagne di soldi sia per bonificare le aree impestate dalla malagestio e dall’ignoranza e compenserà le attività economiche che dovranno chiudere. E’ pazzesco.
Basta fare due esempi che forse Mara Carfagna pur essendo campana non conosce, a Castel Volturno la raccolta dei rifiuti costa 9 milioni, il comune ne recupera dai cittadini solo 4, meno della metà quando dove le cose funzionano la copertura è totale. Il comune poi ovviamente va in default e Roma copre la falla con le tasse di tutti coloro che le pagano. A Casal di Principe il 40% delle abitazioni è abusiva e il 100 % delle case in questo comune non possiede i contatori dell’acqua. Perché un qualsiasi altro cittadino deve pagare l’acqua e i propri consumi e a Casal di Principe no? Può rispondere Mara Carfagna a questa banale domanda?”.