LECCO – Fronte comune contro l’abolizione della Provincia di Lecco. La seduta del consiglio provinciale aperta che si è tenuta nella serata di lunedì 3 dicembre nell’Auditorium della Casa dell’Economia di via Tonale si è conclusa con l’approvazione dell’ordine del giorno proposto dall’Unione province lombarde, anche se con alcune modifiche apportate su invito del capogruppo del Partito Democratico Italo Bruseghini. Ma se da una parte consiglieri e assessori provinciali si sono mostrati uniti nella necessità di difendere Villa Locatelli, dall’altra lo stesso non si può dire dei rappresentanti istituzionali e delle parti sociali che sono intervenuti per portare il loro contributo al dibattito.
Dopo il presidente Daniele Nava, che ancora una volta ha ribadito la sua netta contrarierà a un provvedimento che non porterà alcun vantaggio ai cittadini, ma che anzi getta solo fumo negli occhi, hanno preso la parola i parlamentari lecchesi, tutti presenti durante il consiglio. A partire dal senatore Roberto Castelli (Lega Nord), che ha evidenziato come “l’anno prossimo lo Stato spenderà 800 miliardi di euro per il suo funzionamento ma ne avrà in cassa solo 750. Con la decisione di abolire le province, il Governo vuol far credere ai cittadini di risparmiare le risorse necessarie ma è evidente che non è così, anche perché dal discutere sull’abolizione degli enti si è passati, invece, a un loro accorpamento. Questa – ha proseguito – non è una riforma, bensì un vero mostro. È per questo che la Lega voterà contro la conversione del decreto in legge”.
Antonio Rusconi, senatore del Partito Democratico, ha invece puntato l’attenzione sul difficile iter dell’approvazione del provvedimento: “abbiamo in agenda il voto del decreto sviluppo e successivamente il dibattito sulla legge di stabilità. È evidente che nel breve periodo che ci rimane prima della scadenza della legislatura, il Governo potrà chiederci una sola fiducia, molto probabilmente sulla legge elettorale. Dunque la riforma delle province non sarà approvata, ma sbaglia chi pensa che così non si porrà più il problema: semmai è necessario più di prima confrontarsi per cercare di tutelare quanto di buono le province hanno fatto fino ad oggi. Rilancio quindi e a titolo personale l’ipotesi di un accorpamento tra Lecco e Sondrio”.
“I cittadini non chiedono altro che abolire enti, poltrone e prebende”, ha così esordito l’ex leghista Lorenzo Bodega, ora nel gruppo Siamo gente comune. “Della riforma delle province – ha proseguito – si facciano carico sindaci e consiglieri regionali che, come impone lo stesso federalismo, saranno sempre più i referenti del proprio territorio”. Dichiarazioni, le sue, che non hanno mancato di infastidire i leghisti presenti.
Anche Lucia Codurelli, deputata Pd, ha espresso la propria contrarietà nei confronti di una riforma che rischia di provocare danni ai cittadini. “In realtà – ha dichiarato – sarebbe più giusta una riforma che iniziasse a tagliare gli sprechi a livello centrale e non partendo dal territorio”. Per Carlo Spreafico, consigliere regionale del Pd, l’accorpamento della provincia di Lecco con Como e Varese può essere un’opportunità per il territorio. “Lo dico con una battuta: così Lecco potrebbe dire di avere nella sua provincia un aeroporto intercontinentale. Ritengo, comunque, che la Regione Lombardia abbia sbagliato nel delegare completamente la questione province al Governo”.
Anche Virginio Brivio, sindaco di Lecco, ha colto l’occasione per rinnovare l’appello a tutti i rappresentanti degli enti locali nel cercare di rivestire un ruolo attivo nel processo di riforma. Polemico, infine, Massimo Sertori, presidente della provincia di Sondrio e dell’Unione province lombarde: “ci sono parlamentari che non hanno idea né di quali competenze abbiano le province, né delle conseguenze della riforma che si sta discutendo”. Una frecciata chiaramente diretta all’ex sindaco di Lecco Bodega, criticato anche nel successivo intervento di Roberto Ferrari, primo cittadino di Oggiono. Spazio, infine, anche ai lavoratori della Provincia (è intervenuto per loro Francesco Mazzeo, Rsu della Provincia di Lecco, che ha riportato parte dell’intervento dello scorso consiglio provinciale), a Wolfango Pirelli, segretario provinciale Cgil e a Luca Radaelli di Teatro Invito, che ha rivendicato quanto di bene è stato fatto dalla Provincia nel sostenere iniziative culturali sul territorio.
Intanto, all’esterno della Casa dell’Economia, alcuni lavoratori della Funzione pubblica hanno organizzato un piccolo presidio. “Se avessimo affrontato la questione dell’eventuale accorpamento un paio di mesi fa – ci ha spiegato Enzo Cerri, Funzione pubblica Cisl – forse ci saremmo potuti risparmiare tutte queste preoccupazioni”. Al di là di propositi e interventi, è evidente come di fatto l’abolizione delle province resti per tempi e modi ancora un rebus.