LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Egr. Direttore
Dice bene il titolo di un quotidiano lecchese: la Telenovela Ponte Vecchio.
Ben venga questa telenovela, lo dico in modo paradossale. Se servirà a fornire dati per valutare una soluzione definitiva. Ma così non sarà. Perché è’ solo l’imposizione di una scelta puramente politica da chi non ha poteri nei confronti di chi li ha ma che non vuole esercitarli. Nell’interesse della città di Lecco ovviamente.
Ma non è questa la cosa che mi interessa sottolineare. Quello che vorrei segnalare è che le decisioni che verranno intraprese vanno contro la realtà dei fatti. E si tradurranno in un flop che se clamoroso nei suoi esiti costringerà a cambiare per l’ennesima volta. Se invece il flop sarà, per così dire, sottotraccia, lascerà tutto immutato.
Leggo di un posizionamento della sbarra che regolerà la viabilità a seconda delle fasce orarie.
Già l’introduzione di una sbarra, che non viene posta neppure nelle zone ZTL o pedonali nella nostra città, dove magari avrebbe maggior senso, è una cosa che sfiora il ridicolo nella sua anomalia. Ma quello che mi pare assurdo sono gli orari: in ingresso dalle 6 alle 12. Nel resto della giornata e durante la notte in uscita.
Dai dati che ho raccolto, a seguito di posizionamenti sistematici, sui due ponti, l’orario mi sembra non corrisponda ai flussi di traffico attuali.
Se ci posizioniamo sul Ponte Nuovo è vero che il flusso in ingresso e maggiore al mattino, ma limitatamente dalle 7,30 alle 9,00. Mentre per tutti gli altri orari il flusso è poco consistente: da mezzanotte alle 7,30 in entrambe le direzioni, oppure dalle 9 in avanti, pomeriggio compreso il flusso prevalente è in uscita.
Le stesse cose si possono dire per il Ponte Manzoni, che presenta file in ingresso e in uscita ( nessuno rimarca quelle in uscita), fino alla rotonda sia nelle ore di punta del mattino 7,30-9,00 che nelle ore di punta pomeridiane 17-19.
Ma quello che è più interessante è che il flusso in uscita dal Ponte Vecchio, complessivamente non rilevante, aumenta nel corso dell’intera giornata. Minimo dalle 7,30 alle 9,00 e via via in crescendo durante il giorno.
Questo a significare che la mobilità si è stabilizzata e che chi entra in Lecco entra indifferentemente dal Ponte Nuovo optando poi per via Bezzecca-Aspromonte. Insomma sembra di poter dire che entrare in Lecco dal Porto-Ponte Vecchio o dal Ponte Nuovo è indifferente perché sono i lati simmetrici di un medesimo poligono rettangolariforme. Tenendo conto che chi entra provenendo dalla direttrice Pescate è un numero molto esiguo. Perché le abitudini si sono ormai consolidate.
Insomma entrare in Lecco dal Ponte Nuovo o dal Ponte Manzoni è ormai cosa scontata. L’uscirne durante la giornata invece può comportare l’opzione per il Ponte Vecchio. Anche se non parrebbe una opzione così cogente. Piuttosto una opportunità e una comodità legata alla direzione d’uscita. Di chi lavora o studia nei pressi della direttrice Via Amendola.
Cosa ci capiterà invece di vedere da febbraio in poi.
Sostanzialmente un non modificarsi delle più razionali scelte fatte nella mobilità personale ora disegnata, ed eventualmente uno sgorbiarsi e congestionarsi attorno alla “rotondina” e alla sbarra, a prescindere da chi, esce o entra in Lecco, non abitudinariamente per lavoro o per scuola, che sono almeno un 30-40% , e che peggioreranno ulteriormente il problema.
Sì, perché già oggi, i problemi di congestione nascono non solo per l’ingresso a Pescate sull’attraversamento, ma soprattutto dalle rotonde di Pescate e Malgrate di fronte al Ponte Nuovo.
Sono queste che eventualmente dovrebbero venire razionalizzate.
La “rotondina” proprio per l’intensità del traffico sulla direttrice Pescate, Malgrate, in entrambe le direzioni, creerà molti più problemi che la preesistente presenza dei semafori. Che si faceva attendere, ma che era certamente un elemento di razionalizzazione.
Detto altrimenti, se le due funzionali, per grande dimensione rotonde di Pescate e Malgrate, riescono a funzionare e a smaltire il traffico negli orari di punta, pur con qualche problema, così non sarà, proprio per le sue ridotte dimensioni, della “rotondina”, che diventerà fonte di congestionamento, di inquinamento acustico e di quant’altro.
Ma chi vivrà, vedrà. Come si suol dire”.
Alessandro Magni