Tante novità nei nuovi regolamenti su caccia e pesca

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LECCO – Ottanta al massimo i pescatori professionisti nel Lario e ai cacciatori si richiede di prendere parte al censimento della fauna selvatica. Sono questi due i punti più interessanti relativi ai nuovi regolamenti di caccia e pesca, tutti approvati durante il consiglio provinciale di lunedì 4 febbraio.

Partendo dalla pesca, i regolamenti prevedono alcuni elementi di novità: innanzitutto, come accennato, è stato inserito un chiaro limite al numero di pescatori professionisti che potranno svolgere la loro attività nel Lago di Como, territorio lecchese e comasco inclusi. Se al momento sono 72 i pescatori professionisti, con questo nuovo regolamento il tetto massimo stabilito è di 80, numero oltre al quale non si potrà andare.

A ciò si aggiunge l’introduzione di una serie di norme a tutela dell’agone, specie che rischia la scomparsa nelle acque del nostro lago. “I dati relativi alla pesca dell’agone – ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Carlo Signorelli – non sono molto confortanti in quanto si rischia la scomparsa di questo pesce, molto popolare nella cucina del territorio. Questo ci mette di fronte all’esigenza di porre delle restrizioni”. Il regolamento, approvato con voto favorevole di tutto il consiglio, introduce quindi un limite alla pesca nel periodo riproduttivo, ossia quello che va dal 20 di maggio al 20 del mese successivo.

Per quanto riguarda, invece, i regolamenti relativi alla caccia, la discussione in consiglio è stata un po’ più accesa. Nocciolo della questione, come anticipato, la decisione di coinvolgere gli stessi cacciatori nel censimento della fauna selvatica omeoterma. “Spesso non è facile – ha spiegato Signorelli – riuscire a censire tutti gli esemplari presenti nel territorio ed è per facilitare questo procedimento che abbiamo optato per un ruolo attivo dei cacciatori, che potranno aiutarci”.

Un aspetto, questo, che non ha mancato di sollevare le perplessità dell’opposizione, a partire da Alessandro Pozzi di Sinistra Ecologia e Libertà. “Con un simile regolamento – ha affermato – il controllore andrebbe a coincidere con il controllato e verrebbe meno il ruolo di garanzia generalmente svolto dalle guardie forestali. Il rischio evidente è di una sovrastima degli esemplari. A questo aggiungo che non si possono inserire nel censimento anche quelle specie degne di protezione come la coturnice e il gallo forcello”.

E proprio sulle specie che dovrebbero essere protette è intervenuta anche Anna Mazzoleni del Pd, la quale ha provato a proporre all’assise di rimandare la discussione così da avere il tempo di pensare meglio agli emendamenti da apportare al testo. Al centro del suo intervento la proposta di lasciare “almeno il censimento di queste specie nelle mani delle guardie forestali”. Una proposta, questa, che non è stata presa in considerazione dal consiglio, che al termine del dibattito ha approvato il regolamento con voto favorevole di Pdl e Lega, voto contrario di Pozzi e astensione del resto dell’opposizione.