L’ex sindaco di Ballabio e attuale consigliera comunale replica in modo puntiglioso alla nota di Sua Eccellenza
BALLABIO – “La precisazione del Prefetto mi lascia allibita: ho usato termine analogo al suo”. La consigliera comunale di Ballabio Alessandra Consonni risponde al Prefetto di Lecco dopo la precisazione ricevuta in mattinata dalla stessa Prefettura.
La precisazione ha riguardato le parole che Consonni ha usato nel suo intervento durante il Consiglio Comunale di ieri sera (lunedì), riportate anche sul suo profilo Facebook, sostenendo di aver ricevuto “individualmente la sollecitazione del Prefetto ad approvare il Bilancio comunale”.
Consonni tiene a precisare: “Resto allibita dalla precisazione del Prefetto Sergio Pomponio il quale bolla come ‘del tutto priva di fondamento’ la mia frase pronunciata in aula consiliare, relativa al fatto di aver ‘ricevuta individualmente la sollecitazione del Prefetto ad approvare il Bilancio comunale’. Nella sua smentita, che mi sorprende molto, il Prefetto sostiene che ‘non ha svolto, né avrebbe potuto svolgere, alcuna attività di sollecitazione’ “.
Quindi Consonni prosegue: “Faccio presente al Prefetto che i consiglieri comunali di Ballabio hanno ricevuto da lui stesso, individualmente tramite notifica dell’agente di Polizia Locale in qualità di messo comunale, la comunicazione in cui si informava dell’avvio del ‘Provvedimento Sollecitatorio’ normativamente previsto, assegnando al Consiglio Comunale il ‘termine di 20 giorni’ per la deliberazione del bilancio di previsione. Se non vuole chiamare tutto ciò come sollecitazione, cortesemente sollecito, a mia volta, un’altra definizione”.
Consonni conclude: “Faccio altresì presente di non aver mai espresso ai media altre considerazioni sul ruolo del Prefetto in questa vicenda né aver mai pronunciato una sola parola che adombrasse in alcun modo un suo coinvolgimento. Trovo pertanto incomprensibile che il signor Pomponio ritenga che il suo provvedimento sollecitatorio a me e agli altri individualmente recapitato non sia di per sè una sollecitazione, poichè mi pare che il concetto sia analogo. Non capisco, inoltre, la ratio di questa sua precisazione: nel mio intervento in aula, volevo semplicemente sottolineare l’importanza del voto di ieri sera sul Bilancio che si discostava dai due precedenti proprio perchè negli altri casi non era stato notificato un atto che informava della sollecitazione da parte della Prefettura”.
Cercando di spiegare la disquisizione, con il solo scopo di aiutare i lettori nel comprenderne il senso, va detto che il Prefetto in casi come questi utilizza una formula istituzionale rivolgendosi a tutti i consiglieri in carica e dicendo loro che il Bilancio va approvato: “…ricorrono i presupposti per avviare un provvedimento sollecitatorio normativamente previsto”.
Dalle dichiarazioni della consigliera Consonni, si evince un’interpretazione delle parole del Prefetto che può dare adito a fraintendimenti, laddove dichiara di aver ricevuto: “individualmente la sollecitazione del Prefetto ad approvare il Bilancio comunale”.
Parole che possono indurre a credere che vi sia stato un sollecito personale, da qui immaginiamo la necessità del Prefetto di fare chiarezza precisando: “…sostiene di aver ricevuto individualmente la sollecitazione dal Prefetto ad approvare il bilancio, si precisa che l’affermazione è del tutto priva di riscontro“.