LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“È strano come alcune volte non ci si accorga che tra ideologie e demagogie si perda improduttivamente del tempo consumando preziose opportunità . È chiaro ed indiscutibile che l’ideologia abbia fatto la sua parte in quegli anni in cui tutto era permesso e tutto sarebbe stato “concesso “ nel demagogico teatrino della politica, ma quello che allora, era quasi consuetudine e forse “lecito “ fare, ora non lo è più . Oggi si sta vivendo una vita non vita: perdita di posti di lavoro , cassa integrazione , perdita di potere di acquisto delle famiglie con aggiunta in questi ultimi anni di un galoppante aumento fiscale .
Una situazione a dir poco difficile se non per qualcuno drammatica , situazione ormai incontrollabile anche da parte dei Comuni, che come il nostro , si trova nell’impossibilità di fornire quei servizi che un tempo sarebbero stati in equivocamente scontati e certi , causa di tagli imposti dalla Regione e dallo Stato Centrale , in pratica “ fare i conti senza l’oste “ : chiudere bilanci nell’incertezza di cosa realmente succederà ,impossibilitati alcune volte nell’aiutare famiglie più bisognose e anche se in un qual modo lo si potesse fare ,non esiste più una certezza di quel tempo limitato che passava dall’aiuto alla risoluzione del problema , oggi un disoccupato rischia di esserlo per lungo e lungo tempo . Realtà oggettive che tocchiamo con mano tutti i giorni , l’amico che perde il lavoro , il fratello cassaintegrato , il pensionato ormai sul baratro pronto a scivolare in una vita indecorosa , ed è in questi precisi momenti che ci accorgiamo di quella preziosa opportunità e quel valore imprescindibile che è la solidarietà .
La solidarietà non deve essere scritta o osannata e poco dopo dimenticata , ma deve essere concreta ed attuata e non è certo un ode alla solidarietà o una intitolazione di una piazza che la si può fare più o meno vera , la solidarietà è semplice come lo è un sentimento che dovrebbe nascere spontaneamente a scapito di quell’odioso e alcune volte determinate individualismo che si circoscrive sempre ed immancabilmente nell’egoismo.
Se dovessi criticare la Lega Nord per fatti inerenti nell’evidenziare con simboli o nomi una supremazia territoriale ,sarebbe sicuramente ai primi posti della classifica .Nel 1997 la giunta leghista, cambiò il nome della “Piazza Stazione” in “Piazza Lega Lombarda“. Lorenzo Bodega, decise anche con un discusso mosaico di pietre sul selciato dello spiazzo di fronte al Municipio di abbellire la piazza con un simbolo che avrebbe dovuto rappresentare la Provincia Lecchese , ma che in realtà rappresenta il fiore leghista (il sole delle Alpi) e non quello provinciale diversamente privo di circonferenza di contorno .
Questa è storia , è innegabile ed incontestabile ,ma fa parte ormai di quel tipo di passato dove tutto si poteva e si faceva ,oggi la storia e la realtà che tocchiamo odiernamente per mano ci dovrebbe insegnare di non commettere più gli errori del passato , sinceramente che piazza della stazione possa continuarsi a chiamare lega Lombarda me ne può fregare tanto di meno , anche perché mi ricorda quell’alleanza costituita il 7 aprile del 1167 presso l’abbazia di Pontida e venne formata per contrastare Federico I detto il Barbarossa imperatore del sacro romano Impero, per cui un qualcosa di prettamente storico.
Cambiare il nome è sicuramente qualcosa di illogico e improduttivo a meno che si decida di continuare a perseverare negli errori di un tempo : oggi è dovuta ,ed è d’obbligo alla cittadinanza ,più concretezza. Vogliamo parlare di solidarietà , va bene , impegnarci da subito con iniziative concrete ad attuarla , non è sicuramente un intitolazione di una piazza che la si rende concretamente produttiva.
Ezio Venturini
Capogruppo Consigliare Italia Dei Valori