LECCO – Tumori della pelle, psoriasi, ferite croniche cutanee e allergie. Sono alcune delle malattie e dei disturbi che riguardano la pelle e di cui si occupa il reparto di Dermatologia dell’Ospedale Manzoni di Lecco, un’Unità Operativa Complessa in cui oggi lavorano un direttore e uno staff tra i più giovani. Unica Dermatologia ospedaliera della provincia di Lecco, il reparto guidato dal dottor Fabrizio Fantini è stato di recente rinnovato e riorganizzato, in modo tale da diventare sempre di più un punto di riferimento sul territorio non solo lecchese ma anche regionale. Tra le eccellenze del dipartimento spiccano tutte quelle attività che sono dedicate alla Dermatologia Oncologica, che grazie a una sempre più proficua collaborazione con specialisti di altri reparti garantisce ai pazienti un servizio a 360°. Ce ne parla il primario Fantini, alla guida della struttura da poco più di un anno.
“Il reparto di Dermatologia – ci spiega – è composto da una degenza con due posti letto di tipo medico e posti letto chirurgici attivati presso un reparto centralizzato (week surgery), oltre che da numerosi servizi ambulatoriali dedicati a patologie specifiche. Dopo una lunga esperienza presso la Clinica Dermatologica del Policlinico di Modena, lo scorso anno sono arrivato al Manzoni e da quel momento abbiamo dato il via a un processo di profondo rinnovamento della Dermatologia. Il primo aspetto su cui vogliamo oggi puntare è sicuramente la costruzione di una serie di servizi multidisciplinari sul modello della Dermatologia Oncologica, vero fiore all’occhiello della struttura”.
Cosa intende per centri multidisciplinari?
“Se prendiamo in considerazione gli ambulatori dedicati a tumori della pelle come melanomi e carcinomi, ciò che vogliamo garantire ai pazienti è un servizio che vada dalla a alla z, ovvero che sia in grado di occuparsi di diagnosi precoce anche tramite ausili tecnologici avanzati (video-microscopia), di intervento chirurgico o di altri tipi di terapia, del successivo follow up, senza tralasciare alcun passaggio. In questo senso possiamo parlare di un unico punto di riferimento dermato-oncologico, capace di coordinare specialisti diversi, il tutto all’interno dello stesso centro. Ritengo che questo sia il modello del futuro ed è nostro obiettivo quello di dare forma a una simile metodologia anche in altri ambiti dermatologici”.
Cosa che state già facendo per l’ambulatorio dedicato alla psoriasi…
“Esatto. Accanto alla cura dei tumori della pelle, nel reparto ci occupiamo di tutte le malattie tradizionali dermatologiche, cercando di dedicare a ciascuna un’attenzione specialistica. Parlando di psoriasi devo evidenziare come rispetto ad alcuni anni fa sia cambiata la nostra conoscenza di questa malattia: non si tratta, infatti, di un disturbo legato solo alla pelle, ma di qualcosa che riguarda anche altri organi e che può rendere il paziente più facilmente predisposto a ulteriori malattie come obesità, diabete o infarto. A questo si aggiunge la maggiore attenzione che deve essere dedicata anche agli aspetti psicologici, considerando l’impatto che la psoriasi può avere sulla qualità della vita e sulla persona. Per tutti questi motivi abbiamo sviluppato un ambulatorio dedicato esclusivamente alla malattia in questione e caratterizzato da un approccio sempre multidisciplinare. Specialisti come reumatologi o ecografisti possono, infatti, aiutare nello studio del caso specifico”.
Di quali altri disturbi vi occupate?
“Nel reparto ci sono altri ambulatori tra cui il Centro Vulnologico dedicato alle ferite croniche come le ulcere cutanee (che necessitano di continue medicazioni e che rischiano infezioni), la dermatologia pediatrica e quella allergologica. Infine merita di essere citato il servizio di Fototerapia, ossia uno strumento che permette di curare le malattie cutanee attraverso radiazioni ultraviolette. Nello specifico, accanto alle tradizionali tecniche PUVA ed UVB a banda stretta, siamo attualmente l’unica Dermatologia in Regione a utilizzare il sistema Tomesa, che unisce alle radiazioni UV il bagno in sali speciali che simulano l’acqua del Mar Morto”.
Cosa ci dice dei numeri relativi alle malattie della pelle? Ci sono dei dati particolarmente significativi?
“Per quanto riguarda la dermatologia oncologica sicuramente si tratta di numeri in forte aumento, soprattutto nel lecchese. Se, infatti, i dati sul melanoma in Italia ci dicono che ogni anno ci sono in media 12 casi nuovi ogni 100 mila persone, a Lecco questa cifra è addirittura doppia: abbiamo calcolato, infatti, un rapporto all’incirca pari a 24 su 100 mila. In particolare nel nostro Ospedale nel 2011 ci siamo occupati di circa un’ottantina di pazienti con melanoma, mentre quest’anno è certo che supereremo il centinaio. Anche i carcinomi cutanei sono in chiaro aumento in provincia, soprattutto a causa di un’esposizione eccessiva al sole in soggetti poco protetti poiché di pelle chiara. Per quanto riguarda, poi, la psoriasi, attualmente seguiamo quasi 300 persone e il dato di prevalenza si mantiene all’incirca costante: si tratta, infatti, del 2-3 % della popolazione totale”.
Tornando ai tumori della pelle, quali sono le cause e come si possono prevenire?
“Bisogna fare una distinzione tra melanomi e carcinomi in quanto nel primo caso non è ancora stata accertata una relazione certa tra eccessiva esposizione al sole e sviluppo del tumore, mentre nel secondo sì. In generale si tratta di disturbi che colpiscono maggiormente soggetti dalla pelle chiara, persone immunosoppresse o, almeno nel caso dei melanomi, che abbiano avuto delle scottature in età infantile. Per i carcinomi vale quanto detto prima, ossia che possono essere causati da un’esposizione cronica al sole e aggiungo che si tratta del tumore in assoluto più frequente: la metà di tutti i tumori insorgono, infatti, sulla pelle. Nonostante questo abbiamo ancora informazioni incomplete su alcuni tipi di carcinoma cutaneo, come ad esempio il carcinoma squamoso: mancano delle chiare linee guida su come intervenire e sulle caratteristiche che determinano la prognosi ed è per questo che sono tra i capofila di un progetto di raccolta dati proprio su questo tipo di tumore tra i dermatologi italiani”.
Per ora nessun modo, quindi, per prevenire i tumori alla pelle?
“In generale, e soprattutto per i carcinomi cutanei, evitare un’eccessiva esposizione alle radiazioni solari e UV rimane fondamentale. Per il melanoma in particolare riveste massima importanza la prevenzione detta secondaria, ossia la visita di controllo preventiva dei nei, che negli adulti deve essere effettuata almeno una volta all’anno. Il numero dei nei, il colore della pelle e la componente genetica si intrecciano, infatti, come possibili fattori predisponenti la malattia. Guardarsi con attenzione, notare eventuali cambiamenti sulla nostra pelle e segnalarli a uno specialista è il primo passo”.
Dopo il restyling dello scorso anno, in quanti compongono l’equipe del reparto?
“Accanto a me lavorano sei medici a tempo pieno, due medici a tempo definito e cinque infermieri dedicati ai servizi. Siamo tutti abbastanza giovani, proprio perché è recente l’intento del Manzoni di investire in questo reparto. La novità per i prossimi mesi sarà, infine, l’arrivo dell’elettro-chemioterapia, uno strumento utile nella terapia dei tumori cutanei avanzati. È una tecnica che permette la distruzione di noduli tumorali combinando l’azione di un chemioterapico con l’applicazione sulla cute di campi elettrici ad alta intensità. Sarà disponibile dal 2013”.