LECCO – Si avvia verso una sinergia tra pubblico e privato la gestione dei Centri Dialisi e Assistenza Limitata (CAL): quei centri dislocati negli ospedali di Merate e Bellano e presso il Poliambulatorio di Oggiono che permettono di decentrare la gestione dei 100 pazienti dialitici attualmente in cura, avvicinandoli maggiormente al proprio domicilio e riducendo i costi sociali della dialisi.
Secondo quanto annunciato dall’Azienda Ospedaliera provinciale, al privato verrebbe assegnata la direzione e il coordinamento del personale infermieristico che rimarrebbe comunque in capo all’Azienda Ospedaliera; quest’ultima invece conferirebbe il servizio con un apposito contratto e ne controllerebbe l’attività.
Il soggetto privato si assumerebbe tutti i costi diretti e indiretti dell’attività, ivi compreso il rinnovo tecnologico delle attrezzature elettromedicali , quando richiesto.
Tra le motivazioni addotte dai vertici dell’Azienda ospedaliera proprio quella di “implementare ulteriormente l’offerta assistenziale dei CAL che, diversamente, risulterebbe preclusa, stante i vincoli di carattere economico-organizzativo relativi all’assunzione di personale e all’acquisizione di beni e servizi”.
“La presenza di un partner privato, altamente qualificato – spiegano dall’AO – potrebbe garantire, inoltre, una costante innovazione tecnologica del servizio, con costi che non graverebbero sull’Azienda Ospedaliera, la concreta possibilità di sviluppare l’offerta in ambiti non coperti dall’attuale attività e l’ulteriore possibilità di implementare iniziative di ricerca scientifica e clinica”.
L’annuncio ha però mosso il sindacato dei lavoratori pubblici della Cgil che attraverso il segretario Marco Paleari ha espresso “forte preoccupazione” e ha chiesto all’AO di abbandonare il progetto.
“La ragione della scelta viene attribuita alla situazione di sofferenza economica nella gestione attuale della Dialisi, che ci riferiscono, presenta una perdita annua di 200.000 € su un fatturato di 2.800.000 €. Nutriamo forti dubbi sulle reali possibilità che un soggetto privato sia in grado di gestire il servizio realizzando risparmi così rilevanti da assorbire il disavanzo”.
Tra i timori mossi dalla FP Cgil anche l’ipotesi di affidare la gestione ad aziende di livello europeo produttrici di materiali di consumo per la dialisi, il rischio di un “potenziale conflitto di interessi nella gestione dell’attività e di condizionamento professionale e scientifico dei medici”.
Inoltre viene sottolineata dal sindacato “una nuova situazione di ambiguità organizzativa del personale coinvolto, il quale, manterrà la dipendenza organica dall’Azienda Ospedaliera, ma opererà sotto la direzione gerarchica dell’azienda privata esterna”.