Tumore: 9 mila casi in 5 anni nel lecchese. I dati dell’ASL

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LECCO – Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 365 mila nuovi casi di tumore, mille al giorno, con una probabilità di contrarre il cancro durante la propria vita per un uomo su due e per una donna ogni tre. A Lecco sono stati oltre 9 mila in cinque anni (tra il 2008 e il 2012) i ricoveri ospedalieri per malattie oncologiche, meno rispetto alla media regionale ma comunque un dato significativo.

Il cancro alla prostata, al polmone e al colon sono i tumori con una maggiore incidenza sugli uomini che risiedono nella provincia lecchese, il tumore alla mammella, al colon e all’utero tra le donne.

La mortalità attribuibile al tumore è in calo nel nostro territorio, secondo il registro delle cause di morte dell’ASL di Lecco: nel 2013 la percentuale stimata è stata del 33,2% sul totale dei decessi, per oltre 5 mila anni di vita potenzialmente persi.

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E’ quanto emerge da una ricerca diffusa lunedì dall’ASL di Lecco in occasione del convegno, promosso dall’azienda sanitaria, incentrato sulle iniziative di prevenzione del tumore che si è svolto presso la sala conferenze di Api Lecco.

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Paolo Moroni, direttore ASL Lecco

“Nonostante le scoperte in ambito clinico e terapeutico, il tumore è ancora tre le prime cause di morte nei paesi industrializzati – ha spiegato il direttore generale di Asl Lecco, Paolo Moroni – Siamo convinti che la strada della prevenzione sia sempre meglio di quella delle cure che, se tutti mettessimo in campo delle azioni individuali, il rischio di contrare la malati si ridurrebbe in modo significativo. I numeri dei nuovi casi, un milione ogni anno in Europa, fanno rabbrividire, è come un’epidemia. Seppure ci siano degli studi che da anni dimostrano l’importanza di questa malattia, spesso non ci rendiamo conto del rischio in cui siamo immersi, perché non si palesa immediatamente come altre patologie infettive, ma dopo anni. Nutriamo dubbi sulla veridicità di quanto ci raccontano gli esperti e sul fatto che la possibilità di ammalarsi derivi dal nostro comportamento quotidiano”.

Eppure i fattori di rischio esistono e solo un piccolo gruppo di questi  è causa del 40% dell’insorgenza di tumori.

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Il primo per incidenza (19%) è il fumo, con un rischio tumorale che incrementa all’aumentare della quantità di sigarette consumate e degli anni di esposizione; smettere di fumare, sottolineano da ASL, permetterebbe di dimezzare il rischio di cancro già pochi anni dopo la cessazione.

Il secondo è la dieta (9,2%) che può influire per la presenza di sostanze cancerogene già presenti negli alimenti oppure prodotte durante la cottura o la digestione. I tumori riconducibili ad una cattiva dieta possono insorgere nelle vie digestive sia alte (esofago e stomaco) che basse (colon e retto).
Anche l’obesità è un fattore di rischio (5,5%) attribuibile tra l’altro agli squilibri ormonali e ad un ridotto transito intestinale; concludono la lista l’alcol (4%), l’inattività fisica (1%), le radiazioni solari (3,5%), l’inquinamento atmosferico (1,8%) e le infezioni virali (3,1%).

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Per queste ultime l’ASL negli anni ha predisposto una serie di interventi come le campagne vaccinali soprattutto per il papilloma virus (HPV), che viene trasmesso generalmente con contatto diretto per via sessuale, responsabile soprattutto del carcinoma del collo dell’utero. Le vaccinazioni dell’ASL, avviate nel 2008, hanno toccato l’80% della popolazione femminile nata nel 2003, +10% rispetto all’adesione ottenuta tra le giovani donne nate nel 1997.

Lo screening del tumore alla mammella è attivo nel lecchese dal 1999 ed è rivolto alle donne residenti di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Nel 2014 sono state inviate allo screening oltre 22 mila donne e circa 13 mila hanno risposto all’appello. Di queste, 690 sono state richiamate per approfondimenti e 69 operate per diagnosi di tumore maligno.

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Nel 2005 è stato invece attivato lo screening per il tumore del colon-retto, rivolto sia a uomini che a donne tra i 50 e i 69 anni. Nel 2014 sono state 35 mila le persone invitate ad effettuare l’esame e 21 mila hanno aderito. Chiamati successivamente ad effettuare la colonscopia in 880 e di questi 24 pazienti sono stati trattati per tumore maligno, 141 per adenoma avanzato e 185 per adenoma iniziale. L’ASL di Lecco promuove anche lo screening per il tumore dell’utero attraverso il pap-test.

Parlando di tumori, non vanno dimenticato come fattore di rischio anche alcune attività lavorative che possono esporre la persona alla possibilità di contrarre la malattia. Il cancro più diffuso legato alla professione è quello della vescica, della laringe e dell’ovaio, le leucemie per esposizione al benzene, il tumore alla mammella causato da radiazioni ionizzanti e del nasofaringe per esposizioni alle polveri del legno.
Nel biennio 2013-2015 in provincia di Lecco sono state 21 le denunce di tumore professionale, 15 tra gli uomini e tre casi di sesso femminile.