CALOLZIO – Condividiamo l’idea, ma non ci sono i tempi necessari per attuare la sperimentazione: con questa motivazione l’assessore all’Istruzione del comune di Calolzio Wilna de Flumeri ha bocciato la proposta del gruppo consigliare Lega Nord di istituire, presso la scuola di Rossino, un insegnamento di tipo Montessoriano per cercare di salvare la classe prima, condannata alla chiusura a causa dei pochi iscritti.
“L’adozione del metodo sperimentale Montessori è l’unica spiaggia per riuscire a salvare una scuola e un intero rione – ha esordito il capogruppo del Carroccio Marco Ghezzi – genitori e docenti sono d’accordo, per questo motivo chiediamo, facendo le loro veci, di destinare 10mila euro del piano di diritto allo studio per l’acquisto di attrezzature e materiale scolastico necessario per l’avvio di una classe Montessoriana e la medesima somma per contribuire al costo della formazione a carico del corpo docente”.
Una proposta sonoramente bocciata dall’amministrazione Valsecchi: “I tempi tecnici per attivare una sperimentazione Montessoriana ammontano a circa 2/3 anni, è evidente che per settembre è impossibile – ha risposto l’assessore all’Istruzione – l’iter è complesso, per avviarlo i genitori devono mandare una richiesta scritta alla scuola che attualmente non è neanche stata fatta! Inoltre serve il tempo necessario per formare un numero consistente di insegnanti i quali otterrebbero l’abilitazione al metodo Montessoriano solo dopo un anno di corso”.
“State facendo morire un rione intero – ha tuonato Celestina Balossi, consigliere Lega Nord – dobbiamo tirare fuori gli attributi, dobbiamo farci sentire!”.
Richiesta di fronte alla quale l’amministrazione sembra essere sorda, “è inutile insistere: i numeri per la classe prima non ci sono e siamo fuori tempo massimo per attivare il metodo Montessori – ha risposto il sindaco di Calolzio Cesare Valsecchi – possiamo muoverci per l’anno scolastico 2018/19, ma non è detto che Rossino venga scelta come sede della sperimentazione” e che quindi venga salvata da una chiusura che, minacciosa, si avvicina sempre di più.
La richiesta è stata rigettata con quasi tutti i voti contrari della maggioranza e del consigliere Gandolfi: quasi perché nella maggioranza apparentemente compatta e determinata a bocciare l’ordine del giorno del Carroccio, come sempre, si è aperta l’ennesima frattura: il consigliere di maggioranza Roberto Monteleone, ex capogruppo Pd, si è schierato dalla parte dei “nemici”: “Questa bocciatura rappresenta il fallimento della politica scolastica – ha commentato il consigliere di maggioranza – l’amministrazione avrebbe potuto e dovuto trovare una sintesi tra l’ordine del giorno presentato dal Carroccio e il piano di diritto allo studio, ma non ha voluto condannando l’intera frazione di Rossino: chiudere una scuola significa togliere un punto di aggregazione fondamentale per una comunità, gettando i residenti nella disperazione…disperazione che non vuole essere capita”.
Il piano programmatico per il diritto allo studio è stato infine approvato con i voti favorevoli della maggioranza, contrari della Lega Nord, del gruppo Lavoro, sviluppo e libertà, del consigliere indipendente Mainetti e dell’astensione della “casa delle sinistre”