LECCO – “Diritti per tutti, precarietà per nessuno”. La protesta dei docenti arriva agli uffici del Provveditorato, nella sede della Provincia: lunedì mattina, in occasione dello sciopero (vedi articolo), un gruppo di insegnati ha manifestato con uno striscione davanti all’edificio del piazzale della stazione.
Una mobilitazione nazionale che ha coinvolto anche il mondo scolastico lecchese, contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito l’esclusione dalle graduatorie ad esaurimento (GaE) di chi ha conseguito il diploma magistrale entro l’anno scolastico 2001/2002. Dal 1990 la laurea è diventata il titolo necessario per poter insegnare, ma un regime transitorio aveva mantenuto idoneo il diploma magistrale per accedere al percorso di abilitazione. Sono seguiti anni di ricorsi ai tribunali amministrativi, culminati nella recente sentenza plenaria del Consiglio di Stato.
Secondo i sindacati di base che hanno indetto la giornata di astensione dal lavoro (Cub, Anief e Siase), la situazione in tutta Italia riguarderebbe 44 mila docenti inseriti con riserva nella GaE e altri 6 mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l’anno di prova rischiano ora il licenziamento.
“Per vent’anni lo Stato ci ha ritenuto docenti a tutti gli effetti e ci fa lavorare nelle scuole, ora con una sentenza cambia idea e non ci ritiene più abilitati – spiega Davide Trestini, insegnante alla scuola elementare A. Diaz di Castello – fino ad oggi tutte le sentenze sono state positive, ora stiamo lottando affinché questo diritto, già sancito da diversi tribunali, venga mantenuto”.
Dinnanzi alla Provincia si è radunato un gruppo di docenti giunti da diverse scuole del territorio, da Calolzio, Olgiate, Valmadrera, da Bellano. “Diversi insegnanti hanno partecipato alla manifestazione che si è svolta a Milano – prosegue Trestini – ma volevamo dare un segnale anche sul territorio. Personalmente ho vinto il concorso lo scorso anno ma sostengo le ragioni di questo sciopero e sono vicino ai colleghi coinvolti in questa situazione. Tanti di noi arrivano da lontano, hanno lasciato le proprie famiglie e le proprie città per lavorare, qualcuno è in ruolo dopo aver già sostenuto un anno di prova ed ora rischia che venga invalidato”.
E’ il caso di Alessandra Valerio, docente alle primarie di Olgiate: “Sono siciliana e mi sono trasferita qui nel 2007, lavorando per anni come precaria, girovagando per le scuole della Valsassina, accettando incarichi lontanissimi pur di poter insegnare. Ora, dopo un anno di prova, un corso di formazione e un colloquio finale, mi dicono che non ho diritto a quel posto, così io e tanti altri dovremo tornare a fare supplenze, passando dalla GaE alle graduatorie d’Istituto”. Gli insegnanti questa sera faranno sentire la propria voce di protesta anche in Comune, in occasione della riunione del Consiglio Comunale.