Scuole. Magni: “Si chiudono le statali e si finanziano le paritarie”

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Sandro Magni
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LECCO – “Uno scherzo dentro le tasche dei cittadini lecchesi. I contributi alle paritarie dell’infanzia aumentano. Nonostante la chiusura della scuola Fiocchi e la caduta del numero degli iscritti (di quanto di grazia? ). Perché una decrescita di 20.000 euro calcolata con un gioco contabile su 1.100.000 invece che su 1.350.000 è nei fatti un forte aumento”.

E’ l’ex consigliere comunale Sandro Magni a porre l’accento sulla questione dei finanziamenti alle scuole private, rispetto al quale si è fatto promotore di una raccolta firme insieme a Viviana Parisi, anch’essa tra i banchi dell’aula consiliare nella scorsa legislatura, per chiedere di rivedere alcuni termini della convenzione con gli istituti paritari.

“Nel 2010 già si dava la stessa cifra con 4 o 5 sezioni in più. E con un centinaio di bambini in più – prosegue l’ex consigliere – Nel mentre si tagliano scuole statali primarie (Laorca, Bonacina, Malnago, Chiuso) si allargano le risorse per le scuole dell’infanzia paritarie. Facendo un cattivo servizio al ruolo che vi hanno svolto in città in passato. E che correttamente potrebbero ancora svolgere. La razionalizzazione (programmazione delle strutture di offerta a fronte del calo demografico) dovrebbe avere criteri paritari tra scuole statali e paritarie, e partire dal basso (scuole dell’infanzia)”.

“Invece – continua – questo carrozzone e serbatoio di consenso non viene toccato e lambito da tagli (che non capitano a caso e provengono dal nostro Governo ubbidiente agli editti Europei). Il tutto alla faccia della spending rewiew locale. Dove aumentano rette e tariffe e diminuiscono i servizi. Abbiamo sezioni della scuola dell’infanzia statale affollate come pollai. E invece dall’altra parte abbiamo scuole semivuote e riempite di disabili per formare delle sezioni. Artificiosamente programmate. E tenute in piedi. Alla faccia della libertà di scelta. Come si fa a scegliere una scuola statale quando ci sono liste d’attesa? Si è costretti a scegliere il privato e a pagare”.