Ballabio celebra il 390° della calata dei lanzichenecchi
Consonni: “Ricorrenza manzoniana e omaggio all’identità del paese”
BALLABIO – Baita Grignetta gremita di pubblico, sabato pomeriggio, per la commemorazione del 390° anniversario della calata dei lanzichenecchi a Ballabio, evento ricordato nell’ambito della manifestazione “Ballabio Manzoniana”, organizzata dalla Pro Loco per conto del Comune.
Per l’occasione il sindaco Alessandra Consonni e la responsabile della biblioteca comunale Anna Cugnaschi si sono alternate alla lettura di documenti che hanno illustrato, con cifre e testimonianze d’epoca, i tragici fatti di quel settembre del 1629. Nel corso dell’incontro sono state esposte su pannelli le tavole de “I Promessi Sposi vultaa in dialètt de Lècch”, mentre l’autore, il fumettista Marco Sala, ha presentato “I Promessi Sposi”, primo bigino a fumetti dell’opera del Manzoni, richiesto poi da diversi scolari presenti.
Tragica la “conta” dei morti, per la peste causata dal passaggio degli oltre 36.000 soldati germanici attraverso la Valsassina: una cinquantina tra Ballabio Superiore e Ballabio Inferiore, cifra elevatissima anche in considerazione della popolazione dell’epoca.
Drammatico anche il destino, ovvero miseria e fame, degli altri concittadini costretti ad affrontare la quarantena, quindi l’isolamento dei due paesi e la sospensione di contatti e commerci. L’incontro alla baita del parco Grignetta si è conclusa con l’ironica “Cena Lanzicheneccha”, sempre nella baita, irridente verso gli invasori allemanni, a base di birra, wurstel, briezel, crauti rossi e strudel.
“In questi anni – ha detto Alessandra Consonni nel suo intervento – abbiamo dato vita alla Ballabio Manzoniana, perchè tra le famose peculiarità che fanno del nostro un paese un po’ speciale c’è anche quella di trovarci citati tra le pagine di un’opera immortale e di fama internazionale. Eppure, questa ricorrenza racchiude un altro aspetto troppo sottovalutato. Questo evento, infatti, vuole anche essere un omaggio all’identità del paese”.
Il sindaco ha quindi ricordato il “blasone” ballabiese. “Ballabio, ha un’origine antichissima come documentano i reperti archeologici diventati fiore all’occhiello dei musei lecchesi: non è solo il paese del taleggio, è il Balàbi dei Celti, è il borgo medievale, centro militare di primaria importanza, con mura, torri e fortificazioni, di cui ancora esistono tracce. Dall’antichità fino ai tempi più moderni, come purtroppo avvenne nel 1629, possiamo dire che, per la posizione strategica di Ballabio, la storia sia spesso passata da qui. E chi non ha coscienza del proprio passato, difficilmente potrà comprendere il suo futuro”.