Il duro affondo: “In questa pandemia stanno mancando le autorità sanitarie competenti”
All’origine della chiusura anticipata, i vaccinandi spostati altrove dal sistema di prenotazioni: “Si cambi quello e non chiuda un centro che funzionava”
OLGIATE – Un piano vaccinale disatteso. Persone dirottate in centri più lontani dalle residenze con appuntamenti fissati tra tre o quattro settimane. E un ritornello, quello della mancanza dei vaccini, “che non può valere, quanto meno per Olgiate”. È tanta la rabbia, controbilanciata soltanto dalla determinazione, dei sindaci dell’olgiatese che questo pomeriggio, mercoledì, con indosso la fascia tricolore, hanno voluto dire a gran voce la loro contrarietà per la chiusura anticipata del punto vaccini allestito da venerdì scorso in sala civica.
Un centro vaccinale che era un fiore all’occhiello
“Questo punto vaccini funzionava alla grande con soddisfazione di tutti. Non possiamo accettare che resti chiuso, anzi: in cinque giorni di servizio siamo riusciti a regalare sorrisi alla cittadinanza. Non possiamo arrestare la campagna vaccinale. Non possiamo continuare a constatare, così come da un anno a questa parte, l’assenza delle nostre Ats e Asst. Non possiamo accettare che qui si chiuda e al nostro ospedale ci sia la coda di persone in attesa della somministrazione” le parole, pesanti e dirette, con cui Giovanni Battista Bernocco, sindaco di Olgiate, ha dato il benvenuto alle persone presenti (oltre ai giornalisti c’erano medici di base e rappresentanti della Cosma) alla conferenza stampa convocata nella struttura comunale di viale Sommi Picenardi.
Uno stop “immotivato”
Qui, oggi alle 13, l’attività del centro vaccinale si è arrestata. “E non sappiamo ancora perché. Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da Ats o dall’Asst – ha rimarcato con enfasi il collega di Calco Stefano Motta – Anzi, abbiamo assistito a un continuo rimbalzo di responsabilità tra le autorità sanitarie del territorio, al punto che l’informazione più ufficiale che abbiamo ricevuto è quella comunicata questa mattina al comandante della Polizia locale Alberto Maggioni al momento del ritiro della dose, dimezzata di vaccini”. “Questa è l’ultima” le parole proferite al comandante che da sabato ogni mattina faceva la spola per portare a Olgiate i flaconcini della Pfizer.
Pronto l’esposto in Procura
“Ats e Asst devono spiegarci perché, dopo 5 giorni di attività, il centro vaccini è stato chiuso. Altrimenti siamo pronti a presentare l’esposto in Procura” ha continuato il sindaco, di professione avvocato, ravvisando nella scelta di chiudere il polo di viale Sommi Picenardi un’interruzione di pubblico servizio. “Che non si venga a dire che mancano le dosi: questa affermazione non può valere, almeno non per Olgiate dove ci era stato presentato un piano vaccinale con indicata la somministrazione di 120 dosi al giorno da venerdì scorso fino a sabato. E che non si dica neppure che è stata finita la lista degli over 80 perché gli anziani sono finiti in coda in posti più lontani, con prenotazioni differite di settimane rispetto a quanto saremmo riusciti a garantire qui. E se qualcuno nel frattempo si ammala o muore?”.
La campagna #mivaccinocomodoesicuro
Perchè, questa l’opinione ribadita più volte dai primi cittadini, la campagna vaccinale deve funzionare snella e rapida, in maniera funzionale e comoda per la popolazione. Non a caso, su slancio di alcuni medici di base, è stata lanciata anche la campagna social #mivaccinocomodoesicuro. “Il territorio c’è stato ed ha risposto in maniera forte e compatta allestendo un centro che funziona e che piaceva alle persone. Chi manca qui sono le autorità competenti. Sopra di noi nessuno ha mostrato di avere una strategia di intervento” ha rimarcato Motta che nelle scorse settimane aveva scritto anche all’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti denunciando le lungaggini della campagna vaccinale.
Interventi accorati a cui si è aggiunto quello di Efrem Brambilla, di Santa Maria Hoè, che ha parlato di una campagna vaccinale confusa fin dall’inizio e di un centro vaccinale che funzionava benissimo senza intoppi. “La gente è arrabbiata e si sta organizzando con petizioni online”. Ha parlato di una presa in giro il vice sindaco de La Valletta Peter Sironi mentre il collega di Brivio Federico Airoldi ha usato la metafora della “coltellata, oggi che è l’anniversario della morte del dottor Ivan Mauri, medico di base morto dopo essersi contagiato curando i pazienti. “Dobbiamo vincere questa battaglia per tutti i nostri cittadini” ha concluso Alessandro Milani di Airuno, parlando di sindaci sempre in trincea. “Riapriamo questo presidio. Prima vacciniamo e prima usciamo da questa pandemia”.
L’errore della piattaforma
Dietro lo stop al centro vaccini, l’esaurimento delle persone da vaccinare, chiamati a effettuare la somministrazione altrove. “Informalmente si dà la colpa di quanto successo alla piattaforma di prenotazione – è intervenuto il dottor Roberto Pezzuto – Ma mi chiedo: quando non funziona una piattaforma, la si sistema, non si chiude un centro vaccini che funzionava. Avremmo completato la vaccinazione degli over 80 entro martedì, mettendo in sicurezza questa fascia di popolazione”.
“Basta errori” la conclusione dei sindaci, che hanno chiesto più attenzione per il territorio: “Sappiamo di non contare molto e non saremo la prima preoccupazione del direttore generale di Ats, ma vogliamo diventare un caso emblematico e paradossale del tipo di gestione. Il nostro territorio ha dato la disponibilità in termini di professionalità e strutture e si vede sottratto un servizio senza valide motivazioni. Se ci fossero state, ce le avrebbero dette”.