Alberto Guglielmo, coordinatore Opsa, ricorda le buone prassi per prevenire gli incidenti in acqua
A presidio del lago quest’estate anche la Guardia Costiera
LECCO – La bella stagione e il caldo spingono a frequentare il lago (e anche i fiumi) per rinfrescarsi ma l’inesperienza natatoria e la scarsa conoscenza dei luoghi possono rappresentare un rischio. Un tema ricorrente ogni estate, a causa del sempre maggiore numero di incidenti mortali che si verificano (la memoria corre alla funesta stagione dello scorso anno, quando i morti in acqua erano stati ben cinque nel giro di poche settimane), accomunati proprio da inesperienza e, purtroppo, l’origine straniera delle vittime.
Dall’inizio dell’estate sono stati due gli incidenti mortali nelle acque del lago, vittime due turisti stranieri, un giovane inglese di poco più di 20 anni e, settimana scorsa, un 51enne tedesco, scomparsi in acqua dopo un tuffo dalla barca. Due incidenti di natura diversa tra loro (il 51enne morto pochi giorni fa si era buttato per aiutare il figlio in difficoltà, venendo poi inghiottito dalle onde, mentre il giovane inglese sembrerebbe sia andato in affanno cercando di tornare alla barca, ndr) ma che rimarcano la necessità di prendere le giuste precauzioni quando si fa il bagno, soprattutto se non si è abili nuotatori.
Educazione – anche culturale – è la parola chiave per Alberto Guglielmo, Coordinatore della squadra O.P.S.A. (Operatori Polivalenti Salvataggio in Acqua) del Comitato Provinciale di Lecco della Croce Rossa Italiana, che da anni ‘pattuglia’ il Lago di Como. Gli operatori Opsa sono 50, di cui 40 certificati dal 118 e brevettati per il salvataggio in acqua mentre 10 volontari per la sicurezza acquatica. Presidiano le acque ogni fine settimana, sabato dalle 13 alle 19 e domenica dalle 10 alle 19, da metà giugno a metà settembre, e la settimana di Ferragosto saranno operativi in via straordinaria da giovedì a domenica. Dallo scorso anno sul lago in convenzione con Areu (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza) è attiva l’Idroambulanza che staziona a Bellagio e consente il rapido intervento in caso di necessità: l’equipaggio è composto da 6 persone, di cui sempre un sanitario. Quest’estate, inoltre, la sicurezza è garantita anche dalla Guardia Costiera, operativa dal 15 giugno al 15 settembre tutta la settimana, 24 ore al giorno.
“La presenza della Guardia Costiera è un’integrazione preziosa al servizio che svolgiamo, anche a livello di coordinamento – ha detto Guglielmo – la chiamata in caso di emergenza è al 112, per eventi in acqua viene indirizzata proprio alla Guardia Costiera che poi la inoltra alla Soreu Laghi per l’intervento sanitario e ai Vigili del Fuoco per la parte tecnica, ad esempio un annegamento”.
Insomma, il sistema c’è, ben collaudato e funzionante, ma alla base di un’estate sicura al lago c’è il comportamento delle persone: “Sono giornate molto calde, è normale voler cercare refrigerio in acqua ma purtroppo c’è molta inesperienza – ha detto Guglielmo – adesso sul lago ci sono tantissimi turisti, ad agosto le spiagge saranno frequentate da un turismo più di prossimità: le presenze sono tante e gli incidenti possono capitare. Lo scorso anno abbiamo purtroppo vissuto una triste stagione di annegamenti a riva, vittime giovani stranieri con scarsa abilità natatoria e conoscenza dei pericoli del lago. Come ripeto spesso, il fondale del lago non ‘scende’ in maniera graduale, può capitare di essere a pochissimi metri da riva e improvvisamente trovarsi in acqua alta e quindi in difficoltà”.
Quindi, i consigli, pochi ma essenziali: “Innanzitutto, conoscere i propri limiti – ha detto il coordinatore Opsa – se non si hanno capacità natatorie è fondamentale entrare in acqua con un ausilio per il galleggiamento”. No ai materassini o ai colorati ‘salvagenti’ dalle forme più originali: “Questi non sono presidi salvavita – sottolinea Guglielmo – danno una finta sensazione di sicurezza ma basta si alzi un po’ di vento, si finisce al largo e basta poco per ribaltarsi e finire in acqua. Molto meglio un giubbetto salvagente indossato”.
Attenzione anche a dove si fa il bagno e come: “Preferire spiagge dove il lago degrada, evitando però di stare in prossimità delle foci dei fiumi, perchè la corrente può rendere il fondale instabile. Poi, bagnarsi con cautela – ha ricordato Guglielmo – lo shock termico è pericoloso per la normale attività respiratoria e cardiaca. Se ci si tuffa, verificare la profondità dell’acqua per evitare traumi mentre per i bagni al largo, il mio consiglio è quello di indossare sempre un giubbetto salvagente: può capitare che la barca si allontani dal punto in cui si decide di fare il bagno e chi non è abituato a nuotare potrebbe andare in affanno nel tentativo di raggiungerla. Con un supporto galleggiante si azzerano i rischi di sommersione”.
Tutte regole diffuse anche tramite l’annuale campagna di sensibilizzazione ‘Lario Sicuro’, ideata proprio con l’intento di condividere le buone norme per una frequentazione sicura del lago. Nel ricordare Lario Sicuro Guglilemo ha voluto ringraziare l’Autorità di Bacino del Lario e il presidente Luigi Lusardi per il sostegno, anche economico, all’attività dell’Opsa, quindi la Croce Rossa, la Guardia Costiera, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e i Vigili del Fuoco per l’impegno condiviso e dedicato alla sicurezza sul lago.
E se si dovesse vedere una persona in difficoltà in acqua? “Chiamare subito il 112 e quindi cercare di lanciargli qualche oggetto galleggiante – ha detto Guglielmo – una cosa da non fare, a meno che si abbia un brevetto per il salvataggio, è improvvisarsi bagnini: tirare una persona in affanno fuori dall’acqua, se non si sa farlo, può essere rischioso”.