Riqualificare i luoghi di vita e promuovere percorsi di socializzazione e benessere psico-fisico
“È fondamentale che le persone che vivono l’esperienza della reclusione continuino a sentirsi parte della comunità”
LECCO – La comunità e il volontariato si attivano per la Casa Circondariale di Lecco grazie al progetto “Belli Dentro“, finanziato dal fondo “Aiutiamoci” della Fondazione Comunitaria del Lecchese e coordinato dal Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio (CSV).
Il progetto sta creando una rete tra associazioni di volontariato, istituti scolastici, professionisti ed altri entri del Terzo Settore e del profit con il duplice obiettivo di riqualificare i luoghi di vita all’interno della Casa Circondariale di Lecco e promuovere percorsi di socializzazione e benessere psico-fisico per le persone detenute.
In che modo?
Attraverso laboratori artistici, teatrali e di yoga, percorsi di pet therapy, la riqualificazione della biblioteca interna alla casa circondariale e la realizzazione di murales per abbellire diverse aree dell’istituto. Inoltre, sistemando uno spazio verde per l’accoglienza dei bambini e dei famigliari delle persone detenute e realizzando un orto.
Grazie a chi?
Grazie al movimento della comunità che considera la Casa Circondariale come parte integrante del proprio tessuto sociale, grazie agli insegnanti e agli studenti del liceo artistico Medardo Rosso, all’artista Afran, di tanti altri professionisti e ai volontari che dedicano il loro tempo e le loro competenze in vari ambiti: musica, sport, scacchi, disegno, pittura e teatro.
Grazie anche alla direzione della Casa Circondariale che ha coinvolto l’intera struttura e sta contribuendo alla realizzazione del progetto. Infine, grazie alla Fondazione Comunitaria e ai numerosi enti e cittadini privati che offrono il loro contributo economico e non solo. Tra questi, la Banca della Valsassina, il progetto “Save the Food” per il recupero delle eccedenze alimentari e il supporto del Comune di Lecco.
Perché è importante avviare simili processi?
Lo spiega Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese: “Come Fondazione, spesso ci siamo interrogati se considerassimo le persone in carcere dentro o fuori dalla comunità. Non è un giocare con le parole, ma piuttosto avere a cuore un mondo complesso, quello dei carceri, che ha qualcosa da dire e anche da fare. E’ un’occasione di incontro che si gioca con la condivisione di diversi enti, un’occasione di corresponsabilità concreta tutta da scoprire per ridare ad ognuno la propria dignità, dentro o fuori che sia”.
“È fondamentale – sottolinea l’assessore al Welfare del Comune di Lecco, Emanuele Manzoni – che le persone che vivono l’esperienza della reclusione continuino a sentirsi parte della comunità. Per fare questo è necessario creare ponti tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ in modo che si possano valorizzare relazioni e competenze su cui fare perno nella delicata fase d’uscita dal carcere. Il progetto Belli Dentro è la comunità lecchese che riconosce il proprio ruolo nei confronti di chi vive la nostra casa circondariale ed è per questo che siamo contenti di averlo sostenuto. Grazie al nostro Garante delle persone private della libertà individuale, al CSV, alla direzione della Casa circondariale, alla Fondazione Comunitaria e a tutte le associazioni che lo hanno reso possibile”.
Lucio Farina, direttore del Centro di Servizio per il Volontariato e Garante dei diritti delle persone private della libertà personale: “È necessario creare le condizioni affinché, all’interno della casa circondariale, si possa scontare la pena in modo umano attorniati da spazi belli, curati e vivibili. È necessario che la bellezza si radichi anche dentro l’animo delle persone perché questo aiuta a generare benessere e a contrastare il malessere prevenendo situazioni di conflitto. La comunità ne beneficia perché, in queste condizioni, le persone detenute possono provare a rielaborare e rivedere le proprie azioni affinché non siano ripetute e possono cominciare, fin dal periodo di privazione della propria libertà, a costruire il dopo e quella che sarà la loro vita una volta usciti dalla casa circondariale e tornati sul territorio”.
Cosa è stato fatto finora e quali sono i prossimi sviluppi?
L’artista lecchese Afran ha realizzato un murales nel giardino Passeggi all’interno della casa circondariale, raffigurante Alessandro Manzoni e una citazione tratta da “I Promessi Sposi”: “la vita non è già stata destinata ad essere un peso per molti e una festa per alcuni, ma per tutti un impegno, del quale ognuno renderà conto…”
A ottobre, con il supporto di alcuni detenuti e degli studenti del liceo artistico, Afran dipingerà nuovi murales che rappresenteranno finestre attraverso le quali si affacciano i sogni e i desideri di chi sta scontando la propria pena nell’istituto penitenziario. Questi murales saranno ispirati alle storie raccontate dai detenuti e ai bozzetti realizzati nei mesi scorsi dagli studenti.
In conclusione, è possibile partecipare attivamente al progetto proponendo iniziative al CSV e diventando membri della rete che si sta formando attorno alla casa circondariale (Info:e.ratti@csvlombardia.it).