Cellulari e bullismo, la preside del Badoni: “La scuola può e deve educare”

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Luisa Zuccoli

La riflessione della preside sull’uso dei cellulari a scuola

“No ai divieti, piuttosto coltivare ed educare nei nostri ragazzi la capacità di sganciarsi dallo strumento in certi contesti”

LECCO – “Non sono mai stata una proibizionista, non credo che vietare l’utilizzo del cellulare a scuola aiuti ad evitare problemi, credo piuttosto che sia importante coltivare ed educare nei nostri ragazzi la capacità di sganciarsi dallo strumento in certi contesti e, in generale, a farne un buon utilizzo”.

Luisa Zuccoli è la preside dell’Istituto Badoni. Pochi giorni fa proprio fuori dalla scuola si è verificato un atto di bullismo tra due ragazzi filmato attraverso un cellulare. Un episodio che non ha visto protagonisti studenti del Badoni ma che ha comunque richiamato ad una riflessione, condivisa dalla dirigente scolastica in una circolare rivolta a docenti, studenti e famiglie (leggi qui).

Recentemente LeccoNotizie.com ha trattato il tema dell’utilizzo dei cellulari a scuola, partendo dalle nuove linee guida più severe proposte in Inghilterra dove lo smartphone vorrebbe essere vietato fino ai 16 anni in ambiente scolastico, anche per contrastare il problema del cyberbullismo.

Una riflessione che abbiamo rivolto anche alla Dirigente Scolastica dell’Istituto Badoni: “Ci tengo molto a ‘slegare’ i due argomenti – ha detto Zuccoli – l’episodio di bullismo si è verificato all’esterno delle mura scolastiche e tra ragazzi che non frequentano questo istituto. La questione dell’uso dei cellulari a scuola è sicuramente controversa, è vero che possono creare distrazione ma è altrettanto vero che lo smartphone è uno strumento didattico e attraverso cui si possono fare cose buone. I nostri ragazzi hanno in mano il cellulare in maniera ‘ampia’, credo sia anche giusto riconoscere che il suo utilizzo evolva molto lungo i cinque anni di studi superiori, dai 14 ai 19 anni. Infine, non è una questione che deve interrogare solo il mondo dei giovani ma necessariamente anche quello degli adulti: la capacità di sganciarsi da questo strumento deve essere coltivata ed educata, anche a scuola”.

Zuccoli ha concluso: “Paradossalmente siamo venuti a conoscenza di quanto accaduto grazie ad un cellulare. In merito all’episodio ribadisco l’importanza della coralità di azione delle scuole, a fronte di questo episodio c’è stata una mobilitazione collettiva, nessuno di coloro a cui ho chiesto aiuto si è nascosto dietro ad un dito e ognuno ha fatto la sua parte sia per andare a fondo della vicenda che per sensibilizzare studenti, docenti e famiglie”.