Con il Prestito d’Onore, Ashia aiuta i giovani a vedere un futuro

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Dopo ‘Per Ricominciare’, la Onlus riporta nelle scuole un progetto attivo dal 2012

Obiettivo di Ashia dare speranza a chi vuole continuare studi universitari e professionali, ma non ha sufficienti disponibilità economiche

LECCO – Dopo gli ultimi anni complicati e segnati dalla pandemia, Ashia Onlus ritorna nelle scuole per parlare del ‘Prestito d’Onore’, uno dei due progetti di cui si occupa l’associazione con sede a Mandello, a sostegno dei giovani in difficoltà, insieme al recentemente presentato ‘Per Ricominciare’. Scelta come primo luogo di confronto l’Istituto Lorenzo Rota di Calolzio, dove Anna Gilardi e Cecilia Galli, due volontarie di Ashia, hanno mostrato agli studenti come possa esserci possibilità di intraprendere un percorso universitario o di specializzazione professionale anche se le risorse economiche familiari non sono sufficienti, proprio grazie a questa iniziativa.

Raccontano Anna e Cecilia: “Ritornare nelle scuole superiori è molto importante per noi: dopo il Covid abbiamo incontrato difficoltà ad avere contatti con gli istituti, le priorità erano altre. Spesso i ragazzi poi non sono a conoscenza di queste opportunità, così come fondazioni e comuni”. Un lavoro complesso, quello del prestito, concretizzatosi nel 2012/2013 e che ha già aiutato 26 studenti provenienti da 7 istituti del lecchese. Prima realtà a usufruirne il Parini, con tre prestiti, dove Ashia è passata di classe in classe per raccontarlo, ma anche il Badoni e, a ruota, altri presenti sul territorio. Di questi alunni, risultano 11 laureati, 10 in corso, 6 supportati nell’esperienza Erasmus e 3 ritirati. Tutti coloro che hanno concluso il percorso, hanno trovato lavoro. “Quest’anno pensavamo di aiutare quattro giovani, con il sostengo di sponsor e benefattori. Solitamente, per le disponibilità economiche che abbiamo, possiamo supportare un massimo di 3-5 ragazzi nell’arco di dodici mesi”, chiosano le volontarie.

Ashia Onlus progetto prestito d'onore Istituto Rota

Ma come funziona il ‘Prestito d’Onore’? Ai ragazzi che fanno richiesta, rientranti entro una certa fascia Isee, vengono forniti 3000 euro l’anno per pagare rate universitarie, materiale didattico e trasporti. “Quest’ultima soprattutto è una voce importante. Negli anni del Covid abbiamo aiutato i ragazzi anche ad acquistare tablet e pc, non compresi nella prima fase del prestito – commentano Anna e Cecilia -. In fase di domanda il ragazzo fornisce un’autopresentazione personale in cui racconta i suoi progetti futuri, che studi gli piacerebbe intraprendere e i suoi interessi. La proposta del giovane per noi è oro colato: il ragazzo deve credere al progetto e avere le potenzialità di portarlo avanti. Allegata a questa, anche la presentazione di un’insegnante che lo conosce bene e riesca a coglierne le doti come costanza, partecipazione e determinazione”.

Al giovane studente viene rivolta un’unica richiesta: essere responsabile e cercare di rimanere in corso. “A noi i voti non interessano, davanti mettiamo serietà e puntualità. All’inizio di ogni anno accademico approviamo il piano di studi, sappiamo quali esami i ragazzi devono sostenere e se ci sono problemi o ritardi ci devono contattare, valutiamo poi insieme la situazione. Ammettiamo un paio d’esami di ritardo, anche se poi ogni circostanza è diversa: la pandemia ha reso più difficile concentrarsi nello studio e seguire le lezioni online”.

Monica Maggioni Ashia Onlus prestito d'onore
Una delle ragazze supportate da Ashia

Oltre alla scarsa o nulla conoscenza del prestito, altro elemento distanziante dal progetto può diventare anche il fattore vergogna: “Un ragazzo che ha progetti per il futuro, ma non le disponibilità, fatica a parlarne sia con i genitori che con gli insegnanti – spiegano le volontarie -. Soprattutto al Badoni, a segnalarli erano i docenti di religione, che riuscivano a espandere i temi di dialogo e a comprendere quindi con più facilità possibili disagi. Ora che piano piano ricomincia il lavoro nelle scuole, vogliamo far capire che siamo qui per dare ai ragazzi e per stimolarli. Chi si trova in imbarazzo può anche prendere contatto direttamente con noi“.

A spaventare spesso è anche la parola ‘prestito’: “Non è raro venga associata a un prestito bancario, su cui maturano interessi. Ma non è così: chiediamo al ragazzo di restituire il 15% di quanto Ashia ha dato nel corso dei tre o cinque anni di studio per supportare altri studenti che in futuro usufruiranno del prestito, ma l’elasticità è massima – sottolineano Anna e Cecilia -. Sceglie il giovane quando e come ridarlo, se tutto in una volta o in forma rateale, anche dopo essersi stabilizzato economicamente grazie al lavoro. Per ora tutti hanno sempre restituito la percentuale: sanno che così andranno ad aiutare altri ragazzi che hanno avuto le medesime difficoltà, sviluppando al contempo un senso di responsabilità. Al primo posto viene sempre il benessere e la felicità del ragazzo, per essersi laureato e per poter provare a raggiungere successo nella vita”.

Entro giugno accolte le nuove domande d’ammissione al prestito: “La campagna di adesione è già iniziata adesso, e l’incontro con gli studenti del Rota è solo un primo tassello. A tutte le scuole della provincia sono arrivate email inerenti al progetto. Confidiamo anche nel supporto delle istituzioni e degli insegnanti“, concludono le volontarie di Ashia.

Maggiori informazioni: https://www.ashiaonlus.org/prestito-d-onore/