Emergenza profughi ucraini, Regione a confronto con i sindaci

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Attilio Fontana

Teleconferenza il governatore Fontana e i sindaci dei capoluoghi di provincia

“Fronte compatto per chiedere al Governo più chiarezza su modalità e risorse per accoglienza”

MILANO – “Definizione delle competenze, condivisione dei dati relativi ai flussi in arrivo e riconoscimenti economici per attuare gli interventi necessari”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sintetizza le principali richieste emerse e condivise durante l’incontro di questa mattina, in collegamento video, con i sindaci dei capoluoghi di Provincia.

Alla riunione erano presenti anche il presidente dell’Anci Lombardia, Mauro Guerra; quello dell’UPL, Luca Santambrogio; il prefetto di Milano, Renato Saccone, che coordina i prefetti lombardi, oltre alla vicepresidente e assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, all’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Alessandra Locatelli, e al coordinatore del Comitato esecutivo per l’emergenza Ucraina, Guido Bertolaso.

“Sintetizzerei l’esito del confronto con un ‘fronte compatto’ da parte dei Comuni e della Regione per sostenere chi scappa dalla guerra” ha spiegato il presidente Fontana.

Tutti i soggetti che hanno partecipato all’incontro hanno convenuto sull’utilità di sollecitare il Governo a far chiarezza sul modo in cui intende comunicare e condividere i dati che riguardano il flusso dei profughi e su come sostenere economicamente le ingenti spese che gli Enti locali dovranno sostenere per affrontare la situazione.

Attenzione particolare è stata rivolta alla gestione dei minori accompagnati e non, al loro affidamento, all’assistenza e all’inserimento scolastico.

“Ci siamo trovati d’accordo nel ritenere che lo spirito solidale della Lombardia è il punto di partenza comune – ha proseguito il governatore – e che ogni nostro intervento deve avvenire in maniera coordinata con il Governo e con la Protezione civile nazionale. Proprio per questo siamo in costante contatto con Roma per capire su cosa, quando e come agire. Perché sino ad oggi – ed è sempre importante sottolinearlo – le Regioni non hanno competenze e responsabilità dirette e ordinarie”.

Allo stesso tempo il presidente Fontana e Guido Bertolaso hanno spiegato che la macchina organizzativa della Regione Lombardia, sia in termini di Protezione civile, sia sui temi sanitari e sociali, è già attiva e sta lavorando per porre in essere le azioni utili è necessarie per garantire risposte concrete.

Un bando per cercare alloggi in alberghi

Regione Lombardia, nella giornata odierna, ha anche avviato una manifestazione d’interesse destinata alle strutture alberghiere presenti sul territorio lombardo al fine di garantire ospitalità ai profughi ucraini.

Lo rende noto l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni, in seguito all’Accordo tra Regione e Confcommercio Lombardia, Confindustria Lombardia e Confesercenti Regionale della Lombardia per l’accoglienza dei profughi.

“Tale procedura – ha detto l’assessore – ha l’obiettivo di assicurare ospitalità alle persone provenienti dall’Ucraina qualora non sia possibile garantire l’accoglienza tramite le misure ordinarie del ‘Sistema Accoglienza’ messe a disposizione dalle Prefetture e Uffici di Governo. Una misura fondamentale da parte di Regione per garantire aiuti e supporti alla popolazione ucraina, nell’ottica di fornire assistenza e alloggiamento temporaneo secondo spirito di collaborazione e unità d’intenti: come istituzione regionale siamo dunque pronti a fare la nostra parte”.

Le strutture ricettive aderenti, spiegano da Regione, saranno attivate di volta in volta secondo criteri che tengono conto della disponibilità dei posti rispetto alla specifica esigenza e secondo principio di rotazione, fatto salvo le eventuali indicazioni della Prefettura competente in base alla necessità di gestione dell’accoglienza.

Le strutture verranno progressivamente portate alla piena occupazione, prima di effettuare prenotazioni nella successiva struttura presente nel Comune o nella zona interessata, salvo specifiche esigenze dettate dalle necessità di accoglienza.