Il nuovo direttore prende il posto di Fulvio Sanvito a Lecco dal 2012
“Sono certo di avere massima collaborazione, mentre io darò il mio contributo”
LECCO – Cinquantotto anni, bergamasco, Fabrizio Ondei è il nuovo Direttore generale degli Istituti Airoldi e Muzzi Onlus. Subentra a Fulvio Sanvito, che ha occupato questo ruolo dall’1 settembre 2012 e che ha iniziato analogo incarico presso la Residenza San Pietro – Cooperativa La Meridiana di Monza.
“Siamo particolarmente felici di questa scelta, frutto di un’attenta e articolata valutazione fra le candidature pervenute – afferma il presidente, Giuseppe Canali –. Le importanti esperienze maturate nell’ambito del terzo settore e, in modo particolare, nella gestione diretta di una struttura di rilievo che si occupa di assistenza residenziale agli anziani con annesso CDI e mini-alloggi protetti e che è ben presente nei servizi territoriali, insieme alle competenze nella gestione di problematiche del lavoro e nelle relazioni sindacali per conto di Uneba, associazione di categoria firmataria di CCNL per enti che operano nel sociosanitario, dove ricopre anche cariche di responsabilità politica ci hanno portato alla scelta di Fabrizio Ondei. Con lui, in questo mese di affiancamento a Fulvio Sanvito, abbiamo subito potuto costruire una positiva relazione di collaborazione, che ci conferma nella nostra decisione”.
“Arrivo all’Airoldi e Muzzi in un momento delicato per le Rsa; il post covid ci costringerà a cercare nuove soluzioni gestionali ed identificare nuovi modelli organizzativi – afferma Fabrizio Ondei -. Ho bisogno di conoscere bene le persone che lavorano in Iram; da loro sono certo di avere massima collaborazione, mentre io darò il mio contributo cercando di motivarli al meglio e di mantenere quella serenità che ho già avuto modo di constatare in diverse circostanze. La conoscenza mi permetterà di identificare le priorità, e sono certo che con il contributo del lavoro di ciascuno troveremo nuovi stimoli e nuove idee, per individuare nuovi importanti progetti”.
“Del resto, ci aspettano nuove sfide: dovremo essere in grado di consolidare l’esistente e di proporre novità organizzative, gestionali e relazionali coerenti con un futuro ancora molto incerto ed indefinibile – continua il nuovo Direttore generale –. Ma soprattutto dovremo occuparci di ricreare fiducia e al tempo stesso costruire alleanze importanti con i familiari, molti dei quali non conoscono né la struttura né il nostro modello gestionale e di cura, essendo parenti di ospiti entrati da poco o pochissimo tempo, con gli altri enti gestori e con le istituzioni. Dovremo lavorare per ‘ri-congiungere’ le persone che vivono la nostra ‘Casa’, tentando di porre rimedio ai danni procurati dal distanziamento sociale, che ha aggiunto paure alle già consuete difficoltà di ospiti e familiari. Dovremo saper intercettare al meglio le cambiate esigenze dei potenziali ospiti e predisporre strategie di risposta adeguate e coerenti con i loro nuovi bisogni. E, in tutto ciò, saremo chiamati a continuare ad anteporre alle attività di assistenza in senso lato i valori relazionali ed umani, da sempre la differenza vera nelle residenze più virtuose”.
Nonostante la pandemia abbia messo in luce i limiti e le carenze del nostro sistema sociosanitario, le Rsa offrono ancora un servizio importante, a cavallo tra ospedale e territorio: “Certamente. Da noi ci sono persone che non possono più essere assistite a domicilio, per le quali i servizi domiciliari, per buoni che possano essere, non sono certamente sufficienti. Ma non possiamo e non dobbiamo accontentarci: dovremo continuare ad offrire servizi di alta qualità, a fronte di una garanzia di remunerazione corretta delle nostre attività”.