La nostra provincia si conferma tra le prime 5 in Italia per incidenza di diplomati che scelgono corsi STEM
Il ruolo chiave del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano
LECCO – Lecco si conferma una delle province italiane più virtuose nella formazione dei futuri professionisti della scienza e della tecnologia. Secondo un’elaborazione del Sole 24 Ore del lunedì, a firma di Michela Finizio, su dati del Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), la nostra provincia figura tra le prime cinque in Italia per incidenza di diplomati che scelgono un corso di laurea in ambito STEM – acronimo che racchiude le discipline di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica.
Nel dettaglio, circa il 28-29% dei diplomati lecchesi che proseguono gli studi universitari optano per percorsi STEM, ben al di sopra della media nazionale che si ferma al 24%. Una percentuale che colloca Lecco accanto ad altre città di forte tradizione industriale e manifatturiera come Parma, Prato, Alessandria e Fermo, a conferma del legame tra vocazione territoriale e scelte accademiche.
L’effetto Politecnico e le politiche di orientamento
Un ruolo chiave nell’orientare i giovani lecchesi verso l’universo scientifico lo gioca il Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano, punto di riferimento per la formazione tecnica e ingegneristica dell’intero territorio. Proprio il Politecnico ha recentemente lanciato la seconda edizione del progetto “PoliStem”, un’iniziativa di orientamento attivo rivolta agli studenti delle scuole secondarie. Coinvolgendo ben 41 ragazzi delle classi seconde in laboratori pratici, il progetto punta ad avvicinare i più giovani alle materie scientifiche fin dai primi anni della scuola superiore.
Un investimento culturale e formativo che sembra dare i suoi frutti, considerando anche le ottime prospettive occupazionali garantite dai percorsi STEM: secondo il consorzio Almalaurea, a cinque anni dalla laurea lavora il 90,1% delle donne e il 92,6% degli uomini laureati in discipline scientifiche.
Lecco “laboratorio di futuro”
La tendenza lecchese si inserisce in un quadro nazionale fortemente polarizzato. Se nel Nord-Ovest il 37% dei diplomati sceglie percorsi universitari STEM, nel Sud la quota scende drasticamente al 18%, penalizzata dalla scarsità di corsi disponibili sul territorio e da una mobilità obbligata che non tutti possono permettersi.

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