Giustizia lecchese tra luci e ombre: il Tribunale regge, ma resta il nodo civile

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Il Sole 24 ore fotografa lo stato di salute dei tribunali

Lecco a metà della classifica complessiva

LECCO – Nel panorama della giustizia italiana, il Tribunale di Lecco si distingue per efficienza nei procedimenti penali, ma mostra qualche affanno sul fronte civile. A rivelarlo è l’analisi pubblicata lunedì scorso, 12 maggio, dal Il Sole 24 Ore, che traccia una radiografia dei Tribunali ordinari italiani attraverso una serie di indicatori di performance, con dati aggiornati al 2023.

Nel confronto con i 139 Tribunali ordinari del Paese, quello di Lecco si colloca nella metà alta della classifica complessiva: 49° posto su 139. Un risultato incoraggiante, specie considerando le dimensioni contenute del distretto e le risorse limitate a disposizione. Tuttavia, andando oltre il dato aggregato, emergono differenze marcate tra ambito penale e civile.

Stando sempre all’analisi, sul versante penale, la macchina della giustizia lecchese gira a pieno regime. Il tribunale ha mostrato un’elevata capacità di smaltimento dei fascicoli: i tempi medi di definizione sono inferiori rispetto alla media nazionale, con un turnover superiore all’unità, segno che si riesce a chiudere più procedimenti di quanti se ne aprano. Inoltre, l’arretrato è contenuto, e la durata media dei procedimenti penali è in calo. Un dato che riflette, oltre all’impegno dei magistrati e del personale, anche un’organizzazione efficiente.

Diverso il quadro sul fronte civile. Qui il tribunale accusa un leggero rallentamento. I tempi di definizione delle cause sono più lunghi e il tasso di smaltimento si avvicina alla soglia critica. L’arretrato, seppur sotto controllo, non si riduce in modo deciso. A pesare, secondo alcuni operatori, è la scarsità di organico e il carico di lavoro per giudici e cancellerie.

Nel complesso, Lecco si difende bene, specialmente rispetto ad altri tribunali lombardi di simili dimensioni. Non si colloca tra i “virtuosi”, come quelli di Rovereto o Verbania, ma nemmeno tra i fanalini di coda. La giustizia lecchese, insomma, cammina con passo solido, anche se non senza fatica.

La fotografia scattata da Il Sole 24 Ore arriva in un momento in cui il tema dell’efficienza della giustizia è tornato centrale nel dibattito politico e istituzionale, anche in vista dell’attuazione del PNRR. Il Tribunale di Lecco, pur tra difficoltà strutturali, dimostra di saper reggere la pressione, ma per mantenere e migliorare questi standard serviranno investimenti e un rafforzamento dell’organico.

Marco Tremolada

“Per fortuna il Tribunale di Lecco non è mai stato un Tribunale con un grande arretrato – ha commentato il presidente Marco Tremolada – tuttavia questo influisce sui risultati per il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. In altre parole, chi partiva in una posizione di maggior arretrato aveva maggiori possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr, perché calibrati sul differenziale calcolato rispetto alla situazione iniziale. Per questo motivo la prima riflessione che condivido riguarda la necessità di leggere questa classifica non solo in senso assoluto ma in senso relativo, perché – ha continuato il presidente del Tribunale di Lecco – la nostra “start line” era molto positiva, confrontata anche con altri Tribunali limitrofi. Inoltre, come seconda riflessione, il vero problema è la carenza di organico che penalizza soprattutto i piccoli Tribunali come Lecco e che, nel caso specifico, giustifica anche il gap tra l’andamento dei procedimenti penali e di quelli civili. Nel penale rileviamo miglioramenti netti, ma nel civile no e questo perché mancano ben due giudici civili e per oltre un anno è mancato il Presidente del Tribunale che presiede la sezione civile. Speriamo entro l’inizio del nuovo anno di completare l’organico. Mi permetto, infine, un’ultima riflessione: indubbiamente il tema della riduzione dei tempi della Giustizia è attuale e va ‘sorvegliato’, ma dall’altra parte dobbiamo ricordarci che il compito del Tribunale è rendere un servizio di giustizia e non solo sbrigare carte nel più breve tempo possibile“.

Il messaggio che arriva da Lecco è chiaro: la giustizia di prossimità può funzionare, ma va sostenuta. Senza interventi strutturali, il rischio è che anche i tribunali “resilienti” inizino a scricchiolare.