Un progetto di housing sociale nato dalla collaborazione tra la Fondazione Enrico Scola e la Cooperativa Sociale Arcobaleno
L’assessore Manzoni: “Un’importante risposta alla sfida abitativa in città”
LECCO – Otto appartamenti messi a disposizione, in affitto a prezzo calmierato, di anziani over 70 bisognosi, giovani coppie, studenti o lavoratori che ne abbiano bisogno. Il progetto riguarda lo stabile di via Cairoli 59, di proprietà della fondazione Enrico Scola, che ha stretto una collaborazione con la Cooperativa Sociale Arcobaleno per destinare gli spazi ai Servizi Abitativi Sociali.
La proposta verrà discussa per l’approvazione nel corso del prossimo consiglio comunale, lunedì 29 aprile. Ad illustrarla l’assessore Giuseppe Rusconi (Urbanistica) nel corso della commissione congiunta III e V che si è svolta mercoledì sera: “Attualmente gli spazi sono adibiti ad uffici, l’intervento avverrà in deroga al Pgt e può essere autorizzato perché la destinazione finale rientra nel piano dei servizi del Comune: si tratta di 521 mq, il progetto prevede di ricavarne 8 piccoli appartamenti convenzionati per il sostegno abitativo. Tra la Cooperativa Arcobaleno e la Fondazione Enrico Scola, proprietaria dello stabile, è già stato sottoscritto un atto modale di donazione che avrà la durata di 26 anni. La destinazione a carattere sociale è vincolante – ha precisato Rusconi – cioè non potrà essere modificata senza l’approvazione del Comune”.
Ad entrare nel dettaglio è stato l’assessore Emanuele Manzoni (Welfare): “Il progetto nasce recependo le indicazioni politiche territoriali ed in particolare il Piano Triennale dei Servizi abitativi approvato dall’amministrazione nel marzo 2023 che, tra le altre cose, invitava soggetti privati e no profit a collaborare nelle sfide abitative pubbliche – ha spiegato – il progetto in questione, che si candiderà ad un bando di Regione Lombardia per un cofinanziamento, ha l’obiettivo di destinare otto appartamenti di via Cairoli 59 a servizi abitativi sociali rivolti alla cosiddetta fascia grigia, ovvero quei soggetti che hanno potere economico ma non sono così forti e strutturati da poter accedere al libero mercato dell’affitto privato”.
Degli otto appartamenti a disposizione cinque verranno destinati ad anziani over 70 e 3 a studenti, lavoratori o giovani coppie bisognose: “Ricordiamo che oggi in città per 100 mq di affitto si arriva a chiedere 800 euro al mese” ha rimarcato Manzoni “è più che mai necessario riflettere su questo tipo di soluzioni proposte da Regione e rivolte principalmente al privato, perché venga incontro al sostegno abitativo per quei segmenti di popolazione aventi una capacità economica che non consente né di sostenere un canone di locazione o un mutuo sul mercato abitativo privato né di accedere ad un servizio abitativo pubblico. A Lecco sono circa mille gli appartamenti riservati ai servizi abitativi pubblici che vanno a rispondere alle criticità più forti, sia economiche che sociali, sono invece 9 gli alloggi Sas (Servizi Abitativi Sociali), con questo intervento andremmo a raddoppiare la disponibilità”.
Partecipata la discussione in commissione: i consiglieri hanno chiesto delucidazioni sulla procedura tecnica e sulla modalità di assegnazione degli appartamenti. Come spiegato da Manzoni, i requisiti per l’accesso al servizi verranno stabiliti da un bando pubblico che segue la normativa regionale: “E’ chiaro che se non dovessero pervenire richieste da parte di alcuni segmenti di popolazione, penso agli over 70, non si escluderanno le altre categorie” ha detto. Per i giovani studenti e lavoratori i contratti dovrebbero durare 1 o 2 anni, in base alla permanenza in città e alle esigenze di studio e di lavoro, mentre per gli utenti anziani si pensa alla formula di contratti 3+2 rinnovabili in permanenza dei requisiti.
L’assessore Rusconi ha concluso ribadendo il valore perpetuo del vincolo di destinazione sociale dell’intervento: “Una volta approvato dal Consiglio Comunale sarà assoggettato al piano dei servizi e questo consentirà anche di arginare i rischi speculativi. Sarebbe bello che anche altri soggetti privati aprissero a questo tipo di collaborazione, interventi di questa natura risolverebbero buona parte dei crescenti problemi abitativi”.