Una storia incredibile, fatta di sogni, emozioni, fatiche e il coraggio di vivere la vita come un’avventura
Ecco come è nato il progetto: “Project Summits Around Lake Como by Mountain Bike”
LECCO – Lo abbiamo conosciuto a Premana, al Giir di Mont, grazie all’amico Filippo Fazzini uno dei pilastri della skyrace premanese.
“Questo tizio – mi dice – è in giro da mesi sui nostri monti in bici”.
“Come da mesi?”, ho subito chiesto, cercando conferma di quello che avevo appena sentito. Nella mia mente, ancorata a uno stile di vita che potrei definire “tradizionale”, già iniziavano a ronzare una serie di domande: “Mesi? Ma non lavora? Come fa? Cosa ha in testa? Perché è qui da così tanto tempo?”
Lui: magro, alto, slanciato, atletico, con l’aspetto di chi vive per l’avventura, si presenta. Il suo volto, di quelli che ispirano fiducia, è illuminato da una curiosità contagiosa e dalla voglia di conoscere il mondo che lo circonda. Ci racconta, rigorosamente in inglese, che sta lavorando a un progetto chiamato “Project Summits Around Lake Como by Mountain Bike”, che in italiano suona come “Progetto Vette intorno al Lago di Como in Mountain Bike”.
Jens – così si chiama – mi conferma che, da maggio scorso, insieme alla sua compagna Stephi, il loro cane Lennox e un pupazzo portafortuna, stanno esplorato cime, valli e paesi, raccogliendo informazioni, esperienze ed emozioni per questo grande progetto, che potrebbe segnare l’inizio di una nuova vita e, spera, anche di un nuovo lavoro.
Dopo quella breve chiacchierata, non potevamo salutare Jens e Stephi con un semplice “ciao” e un “good luck” in quel di Premana. La sua storia affascinante, ancora in corso sui monti lecchesi e sul Lago di Como, meritava di essere conosciuta e raccontata. Così, abbiamo deciso di intervistarlo.
Partiamo dalla tua carta di identità: dove sei nato, dove risiedi e quanti anni hai?
“Sono nato nella ex DDR (Germania dell’Est) a Zwickau il 5 maggio 1985. Ho 39 anni. I miei genitori si sono trasferiti con me sul Lago di Costanza, vicino alla città di Singen, quando avevo 15 anni. Dopo la mia formazione, ho vissuto in Svizzera per oltre 15 anni. Ora vivo di nuovo a Singen, o meglio viviamo nel nostro furgone Volkswagen. Attualmente non abbiamo un appartamento. Abbiamo riposto i nostri mobili nel seminterrato dei genitori di Stephi”.
Prima di intraprendere il tuo progetto, qual era la tua professione, il tuo lavoro?
“Sono un tecnico di laboratorio chimico. Ho lavorato per molti anni nella ricerca farmaceutica”.
In questa avventura non sei solo, insieme a te c’è la tua compagna, ce la presenti?
“Si chiama Stephanie Schneider, ma tutti la chiamano Stephi. È nata a Singen il 1° febbraio 1989. Ha 35 anni. È tutto per me. Mi supporta in ogni situazione della vita. Il 5 settembre di quest’anno abbiamo festeggiato il nostro 15° anniversario. Mi ha conosciuto nel 2009 all’ospedale di Singen. Ero lì nel reparto di chirurgia traumatologica con un femore rotto per un incidente in mountain bike. All’epoca lei era un’infermiera tirocinante. Una vera storia d’amore ospedaliera: il paziente si innamora della sua infermiera. Stephi è una persona molto forte e ha un grande cuore per tutti. Dico sempre: posso avere un grande cuore sportivo, ma lei ne ha uno ancora più grande. Le piace andare in bicicletta da corsa, fare escursioni, leggere libri o provare nuove ricette”.
Ci sono anche due amici con voi: un cane e un pupazzo, siamo curiosi ci racconti qualcosa di loro?
“Il cane si chiama Lennox. È il cane del fratello di Stephi, Patrick. Ha già 9 anni. È un incrocio tra un Jack Russell e un Pinscher nano. È un piccolo ‘ragazzo’ incredibilmente sveglio e pieno di spirito. Abbiamo avuto il permesso di portarlo con noi nel nostro viaggio. Da allora, è stato con me in quasi ogni avventura. Non è veloce su terreni pianeggianti, ma è imbattibile in salita e discesa!.
Il pupazzo è Cookie Monster, il Mostro dei Biscotti, di Sesame Street. Mi accompagna nelle mie avventure dal 2014. Il Mostro dei Biscotti è noto per mangiare tutto e in grandi quantità, quindi un po’ come me. Siccome spesso vado in tour da solo, è il mio portafortuna. E con 3 milioni di metri di dislivello, è probabilmente il pupazzo che ha accumulato il maggiore dislivello in assoluto al mondo!”
Dove e quando nasce la tua passione per la bicicletta?
“E’ iniziata quando ci siamo trasferiti in Svizzera nel 2009. Non vivevamo nel bel mezzo delle montagne, ma comunque abbastanza vicini. Il connubio bici – alpinismo è iniziato nel 2016. È allora che ho acquistato la mia prima bici da trail e da quel momento in poi ho scalato sempre più vette, molte delle quali impercorribili. Spingere e portare la bici è diventato un esercizio che fa sempre più parte della mia vita quotidiana. Mentre, gestire la discesa era la cosa più importante”.
Spiegaci il tuo progetto: “Project summits around Lake Como by mountain bike”. Quando e com’è nata l’idea?
“Non lo avevo pianificato. Il progetto è cresciuto gradualmente. Semplicemente siamo arrivati sul Lago di Como a maggio. Abbiamo scelto il punto più a nord. Per essere precisi, all’inizio siamo rimasti a lungo proprio accanto al Ponte del Passo a Sorico. L’idea iniziale era quella di allenarmi per un progetto sui Pirenei. Volevo percorrerli in mountain bike tutti partendo dal Mediterraneo arrivando all’Atlantico.
Così, all’inizio ho fatto solo alcuni tour qui con lo stand up paddle, con la bici da corsa e con la mountain bike. Poi, ha iniziato a piacermi molto il posto e il territorio circostante e mi sono reso conto che questo poteva essere lo scenario giusto per il mio progetto. Così, dopo i miei due mesi di allenamento, ho deciso di rimanere qui. Rimandando i Pirenei a un’altra volta.
L’idea è quella di effettuare un giro intorno al lago, raggiungendo il maggior numero possibile di vette in mountain bike. Ad oggi, 21 agosto 2024, ho inanellato 71 tour, compiendo 3003 km, con 421 ore di movimento, 145mila metri di dislivello, raggiungendo 89 vette e 45 passi”.
Qual è l’obiettivo del tuo progetto?
“Il mio obiettivo è completare il circuito intorno al Lago di Como. Come ho detto, ho iniziato a Sorico e sto proseguendo in senso orario. Anche se all’inizio ho fatto delle escursioni arrivando fino a Gravedona. Ora sono a Lecco. Continuerò ancora per un po’ finché non tornerò a Gravedona. Questi i paesi che finora sono stati i punti di partenza dei miei tour: Gravedona, Sorico, Gordona, Campo Mezzola, Verceia, Colico, Dervio, Premana, Perledo, Mandello del Lario e Lecco. Nota a margine: Gordona è abbastanza lontana dal lago, ma era incredibilmente interessante. Ecco perché l’ho inclusa”.
Cosa ti ha spinto a compiere questa avventura?
“I sentieri fantastici, le persone gentili che ci sono qui, il clima mite e soprattutto le grandi montagne”.
Da quanto tempo sei in Italia e quanto tempo durerà la tua permanenza?
“Ho fatto il mio primo tour qui l’8 maggio 2024 e non posso ancora dire la data in cui finirò. Dico sempre: ‘Il progetto è finito quando è finito’. Ma spero di concluderlo entro la fine di settembre”.
Una volta terminato il tuo progetto, tornerai al lavoro di sempre o stai trovando un’altra strada professionale e magari di vita?
“No, non tornerò al mio vecchio lavoro per il momento. Io e Stephi avevamo già fatto un viaggio di due anni in giro per l’Europa nel 2020. Dopo di che, siamo tornati entrambi al lavoro per un anno. Poi ho avuto il grande desiderio di provare a diventare un lavoratore autonomo. Il mio sogno è guadagnare denaro con le mie avventure, attraverso i social media, conferenze, incontri e pubblicazioni. Stephi ed io ci siamo dati cinque anni per realizzare questo sogno. I nostri risparmi sono sufficienti. Se dopo non avrò trovato un modo per guadagnare denaro, torneremo ai nostri vecchi lavori. Mi sono chiesto: ‘Ho 39 anni. Se non lo faccio ora, quando? Non sto diventando più giovane. Quindi meglio cogliere l’opportunità ora ed è quello che sto facendo”.
Raccontaci il nostro territorio dal tuo punto di vista: come hai trovato il Lago di Como e le sue montagne? Te lo aspettavi così? Quali sono, secondo te, i pregi e difetti del nostro territorio?
“Questa è una bella domanda. Il paesaggio qui è incantevole. Difficilmente c’è una regione alpina più bella. Le montagne sono incredibilmente varie: da vette molto aspre, pietrose e rocciose a quelle verdi, dolci e collinari, c’è semplicemente tutto qui. Le innumerevoli valli laterali con i loro torrenti selvaggi che alimentano il Lago di Como sono indescrivibilmente belle. Potrei passare ore in queste zone a volte molto selvagge. Molte sono piacevoli, rinfrescanti e fresche anche in piena estate.
Conosco le Alpi italiane da molti anni e sapevo già che sono molto belle. Ma quando si approfondisce davvero una regione, si scoprono innumerevoli sfumature che mai ci si sarebbe aspettati di trovare.
I vantaggi di questo territorio sono le numerose mulattiere. Gli italiani hanno creato qualcosa di molto speciale in passato di cui possono essere molto orgogliosi. Hanno collegato innumerevoli piccoli rifugi alpini con questi sentieri – mulattiera amorevolmente costruiti. Pietra su pietra! Milioni su milioni di pietre che rendono accessibile il terreno più impervio! Questo è un risultato unico, che non ho mai visto in modo cosi frequente in nessun altro paese in Europa. E di Paesi ne ho girati e conosciuti parecchi: più di 30. Tutte queste mulattiere sono un paradiso terrestre per mountain biker esperti. L’Italia ha quindi la più grande rete di sentieri per mountain bike al mondo. E chi li ha realizzati, cent’anni fa, mai si sarebbe potuto immaginare come un giorno si sarebbero utilizzati.
Difetti? Molte mulattiere sono in buone condizioni, ma ce ne sono alcune che purtroppo sono state lasciate completamente alla natura. Tuttavia, non lo vedo come un difetto, ma come una sfida. Proprio come vedo una sfida affrontare le temperature molto calde di luglio e agosto. Altro possibile difetto. Ma anche in questo caso, la ritengo una sfida per imparare a gestire il caldo e a gestire correttamente le riserve d’acqua mentre ti trovi sui pendii meridionali, spesso carenti di acqua”.
Cosa ti è piaciuto e cosa non ti è piaciuto?
“Al di fuori delle montagne, mi piace particolarmente la natura semplice e amichevole delle persone. Questo vale soprattutto per noi camperisti che parcheggiamo liberamente e viviamo nei nostri furgoni. La gente non ci caccia via, ma si avvicina e cerca di conoscerci e di parlare. Ho visto qualcosa del genere solo nell’Europa dell’Est.
A tal proposito, mi vengono in mente due belle storie. A Sorico: come ho detto, all’inizio abbiamo parcheggiato in un parcheggio accanto al Ponte del Passo. Anche Walter Soretti viveva lì. Lavora ogni giorno al Duomo di Milano. Si è trasferito sul Lago di Como per amore della natura. È un uomo di grande cuore. Non ci è voluto molto affinché venisse al nostro mezzo e si presentasse. Dopo pochi giorni, ci aveva già presentato a molte persone, ci aveva portato a eventi, mostrato luoghi bellissimi con la sua barca, aiutandoci a risolvere ogni tipo di problema.
A Premana invece, eravamo parcheggiati nell’area industriale. Non sapevamo che Premana fosse famosa in tutto il mondo per la produzione di coltelli, forbici e altri strumenti da taglio. Lì, abbiamo conosciuto Raffaele Tenderini, che si è semplicemente avvicinato a noi e ci ha presentato tutta la sua famiglia: quattro fratelli, il loro padre, tutti lavorano insieme nell’azienda di famiglia. Con grande passione mi ha mostrato passo dopo passo come si realizza la grattugia per il tartufo, che è il suo pezzo forte.
Cosa non mi è piaciuto? Fino ad ora non c’è veramente nulla. Di tanto in tanto trovi un sacco di spazzatura lasciata in giro. Questo accade abbastanza spesso, soprattutto nelle aree urbane. Ma anche lì, siamo abituati a cose peggiori viste in altri paesi”.
Non ti sei annoiato a passare così tanto tempo in un’area così piccola, anche se avresti potuto viaggiare in tutta Italia?
“Tutt’altro. Il territorio è enorme. Se lo esplori metro per metro, il litorale del lago è lungo 170 km, vai valle per valle e cima per cima, scopri quanto è grande. A tal punto che dovrò fare delle scelte e saltare alcune escursioni. Avrei bisogno di almeno un anno per un viaggio ancora più approfondito intorno al lago.
Per il resto, ho visto abbastanza Paesi e montagne durante il nostro viaggio di due anni in Europa. Questo progetto mira a conoscere tutte le montagne di questa zona, scegliendo punti specifici da conoscere nel dettaglio. È la mia specialità essere preciso, puntuale e dettagliato.
Non nascondo, che sono interessato al “tacco” dell’Italia. La parte più meridionale. Finora ho conosciuto Venezia e c’è ancora molto da scoprire andando verso sud”.
Cosa ti ha portato questo progetto di viaggio in termini di emozioni, esperienze e vita?
“Emozioni. Come ho detto, mi emoziono molto quando descrivo il bellissimo paesaggio e immagino quanto sia bello attraversare questa o quella valle. Mi viene in mente in particolare la Valle Albano. Oppure, quando ci troviamo entrambi bloccati con un problema e poi, dal nulla, qualcuno ci viene in aiuto incondizionatamente. A Colico, per esempio, la nostra macchina era rimasta bloccata nel fango dopo un giorno di pioggia continua. I muratori ci hanno aiutato e ci hanno tirato fuori dal fango con le loro escavatrici. Non hanno voluto nulla in cambio, anche se li abbiamo tenuti lontani dal loro lavoro per almeno 15 minuti. Non è semplicemente meraviglioso?
Esperienze. Ne sto realizzando molte e rifletto sul tempo trascorso qui.
Per esempio, c’è un primo aspetto che riguarda i social media. All’inizio mi sono messo molta pressione per crescere su Instagram, ad esempio. Non è passata una sola sera in cui sono andato a letto prima dell’una di notte. Ma di contro, ho notato rapidamente che la mia rigenerazione e quindi la qualità delle mie escursioni diminuiva. Così, mi sono concentrato di nuovo su me stesso e ho riportato l’attenzione sulle escursioni di alta qualità. Alla fine, a cosa serve concentrarsi sui contenuti social come Instagram se poi viene dimenticato tutto in un secondo?
Un altro punto sono stati i problemi fisici. A causa del carico molto elevato, mi sono bloccato la schiena due volte a tal punto di muovermi a malapena a causa del dolore. Ho dovuto imparare a gestire anche questo aspetto con esercizi appropriati. Come puoi vedere, il passare dell’età non risparmia nessuno.
Per quanto concerne la vita più in generale, ho imparato ancora di più ad essere paziente e a rialzarmi e continuare anche dopo una sconfitta. Ma anche a rimanere realistico, adattando gli obiettivi. Quindi, se non diventerò una star dei social media, non sarà la fine del mondo”.
Che consiglio daresti a un giovane?
“Innanzitutto, ottieni una buona formazione o una laurea e lavora per almeno cinque anni. Durante questo periodo, imparerei ad essere molto parsimonioso. Non lasciarti sedurre dall’industria del consumo. Il mio motto è: “Compra solo cose che ti aiuteranno ad andare avanti nella vita e non ti distraggano dalla vita!”. Non lasciare che gli altri ti demotivino se, per esempio, pensano che non sia “cool”, se non bevi alcol a una festa e vuoi essere in forma il giorno dopo. Non lasciare che ti dissuadano dai tuoi sogni, solo perché sembrano folli agli altri. Conclusione: queste sono fondamentalmente le solite vecchie frasi che già conosci dai vari detti su Instagram. Ma c’è un fondo di verità”.
Quali sono le tre cose più importanti per te nella vita?
“Stephi, la mia salute e la felicità”
Completa questa frase: “Le montagne del Lago di Como sono…”
“Le montagne del Lago di Como sono toste e fantastiche!”
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