Presentato mercoledì mattina a Erba il Bilancio di Missione 2021
La presidente Luisa Minoli: “Dati che raccontano l’impegno di essere dalla parte dei bambini”
BOSISIO – 24.024 bambini e ragazzi assistiti, 28 sedi in Italia, 2.378 operatori, 137 progetti di ricerca, 388 studenti universitari. Questi i numeri con cui La Nostra Famiglia ha chiuso il 2021, come illustrato durante la presentazione del Bilancio di Missione questa mattina, mercoledì, presso villa Parravicino Sossnovsky a Erba.
Dati che celano il continuo impegno della realtà nella cura, riabilitazione e ricerca a favore dei giovani affetti da disabilità: “Il Bilancio di Missione racconta una quotidianità che guarda al futuro e che è fatta di gesti, di volti, di sorrisi, di incontri, di risultati piccoli o grandi – ha commentato in apertura la presidente Luisa Minoli -. Racconta l’impegno di essere dalla parte dei bambini che vuol dire creare condizioni perché si possa realmente crescere insieme, che vuol dire sviluppare una comunità civile inclusiva e capace di mettere al centro la persona, capace di promuovere uno sviluppo sostenibile perché dalla parte dei più piccoli e fragili. La bellezza di quello che facciamo quotidianamente non dipende dall’assenza di difficoltà, ma da quel di più di empatia nei confronti dei bambini e dei ragazzi e delle loro famiglie che li fa diventare a noi familiari e che trova ispirazione nella motivazione caritativa dell’Associazione”.
La seduta, moderata da Diego Minonzio, si è aperta con la visione di un cortometraggio realizzato dall’associazione in collaborazione con Novate e con Assocultura-Confocommercio Lecco nell’ambito della XIII edizione di Leggermente con il quale, attraverso le immagini frutto della fantasia della bambina protagonista, si è voluto rendere conto della missione e della visione de La Nostra Famiglia.
Una visione che nel 2021 si è concretizzata, come spiegato dal Direttore Generale Marcello Belotti, nell’assisstenza delle 24.024 persone assistite nelle 28 sedi dell’associazione, diffusa su tutto il territorio nazionale, e dei 3376 bambini e giovani ricoverati presso i reparti ospedalieri per malattie neurogenetiche e neuromotorie, per disturbi cognitivi o neuropsicologici, per disturbi emozionali o psicosi infantili oppure perché hanno perso funzioni e competenze in seguito a traumi celebrali o a patologie del sistema nervoso centrale. Nello specifico, per quanto riguarda la situazione della Lombardia, sono 1.450 bambini e ragazzi ricoverati presso l’Irccs Eugenio Medea e 7.556 le persone in carico nei centri di riabilitazione.
Accanto alle “tradizionali” metodologie di assistenza La Nostra Famiglia ha sperimentato nuovi processi: “Abbiamo cercato una risposta organizzativa alla pandemia, che ha notevolmente inciso sugli ingressi nelle nostre strutture, per garantire l’accompagnamento di utenti e famiglie – ha spiegato Belotti -. Per questo, oltre alle attività in presenza, abbiamo studiato nuove attività in telemedicina e teleriabilitazione”. Tra queste figura l’acquisizione del sistema Vrrs Home Tablet nei poli lombardo, veneto e pugliese.
Accanto alla clinica, ulteriori settori di sviluppo sono stati quello della formazione con 581 bambini che frequentano le classi ordinarie di scuola, 341 operatori distaccati dagli istituti comprensivi e 262 ragazzi iscritti ai corsi di formazione professionale per allievi con disabilità e quello della ricerca scientifica che nel 2021 ha visto realizzati 137 progetti, i cui risultati sono oggetto di 143 pubblicazioni su riviste indicizzate, con una partecipazione dell’Irccs alle maggiori reti internazionali e con 101 ricercatori impegnati.
In quest’ultimo ambito sono da segnalare gli studi di psicopatologia del Polo lombardo che si sono caratterizzati per un’attenzione ai problemi emotivi e comportamentali dei bambini durante la pandemia riscontrando un incremento dei problemi di ansia, depressione e aggressività anche nei soggetti più piccoli durante il lockdown, soprattutto se associati allo stress della mamma.
Corrispondono quindi a 100,3 milioni di euro le risorse totali investite a favore degli utenti disabili in termini di servizi prodotti, di cui 2 milioni di euro a totale carico dell’associazione a fronte di 98,3 milioni di euro in entrata (80,6 milioni dai ricavi delle prestazioni, 15,2 milioni da altri ricavi e proventi e 2,5 milioni di euro da donazioni).
Durante la conferenza è intervenuto anche don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia Cristiana, che sottolineando il carattere di autoinganno del motto “Andrà tutto bene”, risuonato durante il lockdown, ha spiegato: “L’idea che tutto può crollare ci invita a stare nella notte, nel travaglio, nel naufragio e, se accettiamo che tutto o molto può crollare, abbiamo due strade: o disperarsi e lasciar perdere oppure iniziare a prenderci cura dell’esistente. L’”Andrà tutto bene” ci impedisce di vedere la complessità di realtà ed è una forma di protezione che dura poco perché nega l’evidenza del dolore, della perdita e del limite che invece dobbiamo affrontare. Allora l’oscurità rivela la realtà e ci rivela a noi stessi: la felicità vera è radicata nella realtà e la beatitudine è da intendersi come fronteggiamento di tutto ciò che non è beatitudine. In una visione di questo tipo vita e morte danzano insieme e questa danza è il momento fecondo della creatività. È vivere e accompagnare la malattia, i processi che si scaricano di vitalità e accogliere i nuovi a partire dalla dimensione della cura”.
Con il Bilancio di Missione è stato presentato anche il nuovo logo dell’associazione, primo step di un più ampio piano di rilancio a livello comunicativo: “Per il nuovo marchio abbiamo progettato una casa dei giochi riconoscibile e pensata per i bambini – ha spiegato il consulente incaricato del progetto, Franco Barbano, di Unisona -. Abbiamo utilizzato un linguaggio che ci permettesse di avvicinarci ai bambini dicendo loro che, pur con ruoli differenti, siamo sullo stesso piano e che la casa raffigurata è un luogo accogliente”.
olomboGli interventi dei relatori sono stati accompagnati dagli intermezzi creativi a cura dei ragazzi del Centro di lavoro guidato La Nostra Famiglia di Como che, attraverso alcuni video, hanno mostrato le proprie attività. Con questi laboratori i giovani sono stati stimolati a sviluppare capacità relazionali importanti nel mondo del lavoro: “Dietro questi elaborati c’è un messaggio sociale – ha spiegato lo psicologo Luca Avellis -, un’idea di disabilità che vada contro un’idea pietistica diffusa. I video hanno un’impronta “rock” in cui i ragazzi sollecitano sentimenti diversi nel tentativo di sensibilizzare il pubblico”.
Ed è proprio ai giovani utenti che si è rivolta l’assessore a Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia, Alessandra Locatelli, presente alla conferenza, definendoli “il valore aggiunto de La Nostra Famiglia” che “non parla solo di sanità e di persone malate, ma di una casa che guarda al futuro insieme ai ragazzi, agli operatori, alle figure professionali, amministrative e che pensa a un futuro costruito insieme. Per noi di Regione Lombardia è importante avere sul territorio una competenza e una qualità come quello che La Nostra Famiglia offre al servizio delle persone”.
In tale prospettiva rientra anche la presenza di un gruppo di ragazzi del centro che, affiancati dai loro educatori, si sono occupati di preparare i dolci serviti durante il rinfresco finale.
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