Ampio consenso e sostegno da parte di colleghi, pazienti e conoscenti del medico lecchese dopo l’accorata lettera delle figlie
La risposta di ASST Lecco: “Il concorso si è svolto secondo i criteri della normativa vigente”
LECCO — Un lungo messaggio pubblicato sui social dalle figlie di Giuseppe Vertemati, 60 anni, chirurgo toracico dell’ospedale Manzoni di Lecco, ha generato una vasta eco in città e all’interno della stessa struttura sanitaria. Il medico, figura storica della toracica lecchese, si è classificato terzo nel recente concorso per la direzione della struttura complessa. L’esito ha suscitato una reazione forte nella famiglia, che ha affidato ai social un testo carico di riconoscenza nei confronti del padre e di critica verso un sistema percepito come non sempre meritocratico.
La lettera, che in poche ore ha raggiunto centinaia di condivisioni, ripercorre il percorso professionale di Vertemati come “una vita dedicata al Manzoni”, ricordando notti in reparto, interventi complessi e rapporti costruiti con pazienti e colleghi. Le figlie sottolineano l’umanità del padre — “tu che saluti sempre le ragazze delle pulizie, con rispetto e gentilezza” — e denunciano come, a loro giudizio, “carriere e percorsi in Italia dipendano talvolta da dinamiche che vanno oltre l’impegno e l’esperienza”.
All’interno dell’ospedale sono comparsi anche alcuni cartelli di sostegno, lasciati da colleghi e pazienti: su uno di essi si legge “Beppe Vertemati per noi sei sempre il primo”. Un gesto semplice, ma che racconta l’impatto umano del medico sulla comunità che lo circonda.
La vicenda, nel giro di poche ore, ha alimentato un dibattito più ampio sul tema della valorizzazione dei professionisti nella sanità pubblica e sulle modalità di selezione dei dirigenti.
L’ASST Lecco ha da poco inoltrato una nota ufficiale, nella quale si legge: “Il concorso si è svolto secondo i criteri della normativa vigente”, sottolineando che la scelta è stata affidata a una commissione di specialisti sorteggiati dall’elenco nazionale dei primari di toracica, presieduta dal direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. L’azienda evidenzia inoltre che il primo classificato, Paolo Scanagatta, è un professionista “di riconosciuta esperienza” e che il nuovo assetto della Chirurgia Toracica — struttura interaziendale con ASST Lariana — richiede competenze cliniche e organizzative in linea con l’evoluzione del servizio. La direzione generale, nella stessa comunicazione, ringrazia Vertemati per il contributo dato negli anni, definendolo “professionista speciale per dedizione e sensibilità umana”.
Seguono, il post integrale delle figlie del dottor Vertemati e la risposta integrale dell’ASST Lecco.
Il post integrale delle figlie
La verità che nessun concorso potrà cancellare – Ospedale Manzoni
Papà o meglio Dr Vertemati, tu ti meriti tutto. Tutto quello che la vita avrebbe dovuto darti e che, a volte, questo sistema non è riuscito a riconoscerti.
Hai dedicato ogni giorno, ogni notte, ogni briciola di te all’Ospedale Manzoni. Ci hai lasciato l’anima, il cuore, le forze… e alla fine le uniche persone che ti hanno davvero riconosciuto sono state i tuoi pazienti. Loro, che in un mondo normale dovrebbero contare più di chiunque altro. Loro, che dovrebbero valere infinitamente più di chi ha ruoli decisionali senza conoscere fino in fondo cosa significhi davvero curare qualcuno.
E invece anche stavolta, proprio nell’unico momento in cui avrebbero potuto riconoscerti almeno sulla carta ciò che sei sempre stato, le cose non sono andate come avrebbero potuto. Ancora. È doloroso vedere come, in Italia, percorsi e carriere spesso dipendano da dinamiche che vanno oltre impegno, dedizione ed esperienza.
Fa male, fa rabbia pensare che persone con meno esperienza abbiano potuto valutarti. Fa male sapere che ti hanno messo terzo dietro candidati molto più giovani.
E perché proprio 3 e non 2?
È una scelta che ti ha tolto perfino la possibilità di fare ricorso, e questo pesa. Pesa perché non ti ha permesso di far valere ciò che hai costruito in tanti anni.
Fin dall’inizio ti sei trovato ostacolato da continui cavilli e interpretazioni delle regole che sembravano cercare un tuo punto debole. Non l’hanno trovato, e così hai dovuto affrontare un muro dopo l’altro, sperando che prima o poi si ricordassero chi sei davvero.
E io non avrei mai voluto arrivare a questo, non avrei mai voluto usare la voce come arma, ma mi sento costretta a farlo.
Spero che questo messaggio si diffonda, che arrivi alle persone che ti hanno conosciuto davvero: ai tuoi pazienti, alle loro famiglie, a chi ti deve la vita o un sorriso o una speranza. Perché loro sono la prova vivente di chi sei, del valore immenso che hai, del bene che hai fatto.
Io, Au, mamma e chi ti vuole bene sappiamo già tutto questo. Non abbiamo bisogno di titoli, di graduatorie, di riconoscimenti formali.
Ma voglio che il mondo sappia una cosa: che la meritocrazia, nella sanità come in tanti altri ambiti, spesso non funziona come dovrebbe.
E tu, papà, sei la dimostrazione di quanto sia difficile restare puliti, onesti e umani in un sistema che non sempre premia queste qualità.
Sai qual è l’immagine più forte che ho di te come medico?
Non quella in cui apri un torace mentre tieni tra le mani un cuore che cerchi di far ripartire.
Ma quella in cui ti fermi ogni singola volta a salutare le ragazze delle pulizie, con rispetto, con gentilezza. La stima sincera che hanno per te è la medaglia più preziosa che tu abbia mai ricevuto.
Da te ho imparato l’umiltà, il valore del non ostentare, del camminare a testa alta ma con il cuore basso e pulito. Tu che avresti potuto volare così in alto da lasciare tutti indietro… e invece sei rimasto dove c’era più bisogno di te.
Non ti sei mai allontanato dal servizio pubblico. Hai sempre scelto i più fragili, quelli che non possono permettersi cure costose, quelli che arrivano in pronto soccorso con la paura negli occhi e sperano solo di essere ascoltati. E tu li hai ascoltati tutti. Sempre.
Oggi l’Ospedale di Lecco perde un pilastro.
E allo stesso tempo mostra quanto sia difficile, per il sistema pubblico, valorizzare davvero chi dà la vita per esso.
Ma tu, papà, no.
Tu non hai fallito niente.
Tu hai vinto dove conta davvero: nel cuore delle persone.
La risposa integrale dell’ASST LECCO
Rispetto all’esito del concorso espletato lunedì 17 novembre per la selezione del direttore della neonata Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Ospedale “Alessandro Manzoni” e alle reazioni da esso suscitate, la direzione generale di ASST Lecco intende precisare in primo luogo che il concorso si è svolto secondo i criteri della normativa vigente.
Questa prevede che la scelta del direttore della struttura sia affidata in via esclusiva ad una commissione composta da professionisti sorteggiati dall’elenco nazionale dei primari della stessa specialità e dal direttore sanitario aziendale. La valutazione avviene sulla base della carriera, della complessità quali-quantitativa della casistica chirurgica e della prova orale.
La commissione del concorso per la selezione del direttore della Struttura della Chirurgia Toracica è stata presieduta dal direttore di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
La commissione ha individuato come primo in graduatoria il dottor Paolo Scanagatta, attuale direttore della Struttura Complessa in ASST Valtellina e Alto Lario, professionista di riconosciuta esperienza sia nella chirurgia oncologica polmonare sia nella capacità di coordinamento organizzativo.
La direzione generale ritiene che il candidato identificato dalla commissione sia assolutamente confacente alla evoluzione dell’attività prevista della nuova SC di Chirurgia Toracica, istituita con il via libera di Regione Lombardia come struttura a valenza interaziendale con ASST Lariana.
Il nuovo direttore dovrà pertanto coordinare anche le attività elettive del territorio comasco: è la prima realtà di questo tipo tra le tredici chirurgie toraciche lombarde.
La nuova configurazione della Chirurgia Toracica si colloca nel percorso di sviluppo di un polo lecchese per la cura delle patologie polmonari intrapreso da ASST nell’ultimo anno, di cui sono stati realizzati diversi passaggi: l’acquisizione di un secondo robot per ampliare la chirurgia robotica anche in ambito toracico; l’assunzione di quattro pneumologi al Manzoni; il sostegno dato al servizio di pneumologia gestito da INRCA nel presidio Mandic e che vede in prospettiva l’internalizzazione della unità semintensiva respiratoria.
Marco Trivelli, Direttore Generale di ASST Lecco
“Al dottor Paolo Scanagatta il benvenuto e l’augurio di proseguire la crescita della chirurgia toracica grazie a un’équipe consolidata e alla cooperazione con i Dipartimenti Cardio-Toraco-Vascolare e Oncologico di grande valore.
Ringrazio il dottor Giuseppe Vertemati, professionista speciale per dedizione e sensibilità umana, verso il quale siamo debitori per avere creato negli anni il presente della chirurgia toracica. Sono sicuro che la sua particolare attenzione nel rapporto con i pazienti sia una ricchezza per il Manzoni e potrà pienamente esprimersi anche nel futuro”.

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