La cerimonia si è svolta ieri, 19 marzo, nella Basilica di San Pietro a Roma
Presente anche il sindaco Gattinoni: “Una gioia davvero grande per tutta la nostra città”
LECCO – Una giornata sicuramente da ricordare per Lecco, in particolare per tutti gli Acquatesi. Ieri, 19 marzo, nella solennità di San Giuseppe, la Basilica di San Pietro a Roma ha accolto la consacrazione ad Arcivescovo di Monsignor Samuele Sangalli, classe 1967, autentico lecchese (per la precisione Scigalott di Acquate).
57 anni, Monsignor Sangalli, già segretario del Dicastero per le Nuove Chiese e per l’Evangelizzazione, è un teologo di grande levatura, capace di parlare anche ai più piccoli, ed è da anni al fianco di Papa Francesco. Ora, con questa consacrazione, assume il titolo di Arcivescovo titolare di Zella. Dalle prime verifiche, sembra essere il primo Arcivescovo lecchese della storia, considerando che il Cardinal Angelo Scola, pur di origini vicine, è nativo di Malgrate.
L’evento ha visto una partecipazione straordinaria. La grande Basilica Pietrina era gremita di amici, parrocchiani e confratelli giunti per rendere omaggio al nuovo Arcivescovo. Tra loro, anche il Sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, compagno di parrocchia di Sua Eccellenza. L’atmosfera è stata intensa e commovente, tra preghiera e gioia condivisa.
E come da tradizione, gli Acquatesi Scigalotti non si sono smentiti: l’entusiasmo con cui hanno salutato Monsignor Sangalli ha ricordato un’esultanza da stadio, pur nel rispetto della solennità del luogo e sotto lo sguardo dell’imponente tenerezza della Pietà di Michelangelo.
Un giorno che resterà impresso nella memoria della comunità lecchese, che oggi vede uno dei suoi figli raggiungere un traguardo straordinario nella Chiesa universale.
“Una gioia davvero grande per tutta la nostra città, e in particolare per noi Acquatesi, quella di accogliere un dono del Signore così grande e bello – il commento sui social del sindaco Mauro Gattinoni – all’amico Samuele auguro di saper mettere a frutto i tanti doni di cui è ricco e che già ha dimostrato generosamente di saper condividere nello studio, nell’attenzione ai poveri, nella cura dei giovani e nell’apertura al mondo”.