I tecnici hanno illustrato l’esito delle analisi al suolo
Ora pulizia e messa in sicurezza, ma serve l’autorizzazione del giudice
OLGINATE – La questione non è affatto semplice perché, trattandosi di un fallimento, i tempi si allungano. Nei giorni scorsi, però, sono arrivate le prime risposte sull’ex Fonderia San Martino di Olginate.
La situazione si trascina da anni, a preoccupare i cittadini è la questione ambientale legata alla fabbrica ormai in disuso. A margine del consiglio comunale di ieri, mercoledì, il sindaco Marco Passoni ha invitato i tecnici che si stanno occupando della questione. Da una parte il liquidatore giudiziale dell’Immobiliare San Martino Eliana Scola, dall’altro gli ingegneri Marco Marchetti e Mariangela Tardivo che si sono occupati delle analisi sulla superficie del suolo.
“Ci troviamo in una situazione difficile perché tutti gli interventi che vengono svolti devono essere approvati dal giudice in quanto vengono utilizzate le risorse destinate a tutti i creditori dell’ex azienda – ha spiegato la dottoressa Scola – Da questo dipende il dilatarsi delle tempistiche”.
Allo stato di fatto sono state eseguite analisi più approfondite, da parte di una nuova società, per capire cosa c’è sul suolo: “Abbiamo trattato un’ottantina di campioni e questo ci ha permesso di capire che la situazione è meno grave di quanto si era pensato in un primo momento” ha detto l’ingegner Marchetti.
Una prima analisi, basata su soli 12 campioni, aveva portato quantificare la bonifica della superficie in oltre 500 mila euro: “Le analisi più accurate hanno dato un esito migliore rispetto a quanto si potesse pensare – ha continuato Marchetti -. Tutto il materiale pericoloso (eternit e bidoni di olii, ndr) è confinato ma il passo da compiere adesso sono la pulizia e la messa in sicurezza del suolo. Solo in un secondo step si potrà andare a eseguire dei carotaggi per indagare anche il sottosuolo e le falde. Finita la parte ambientale si potrà andare a smantellare gli impianti e riqualificare l’area”.
Tutti passaggi che verranno eseguiti solo su disposizione del giudice e in base alle risorse disponibili, per questo risulta difficile tracciare un ipotetico cronoprogramma. Il discorso bonifica dovrà andare di pari passo al tema urbanistico sul futuro di quell’area: “Si tratta ormai di una zona centrale che dovrà diventare di collegamento tra le porzioni di paese sopra e sotto la strada provinciale – ha detto il sindaco Marco Passoni -. L’area è attraversata dal reticolo idrico minore e, qualsiasi sia l’intervento, sarà nostra cura capire come agire al meglio per evitare i problemi di allagamento che abbiamo oggi”.
In sostanza, ciò che si sta facendo, è cercare di rendere appetibile l’area per un eventuale investitore, ma finché non saranno chiarite le problematiche ambientali sarà improbabile che qualcuno si faccia avanti.
Il capogruppo di maggioranza Antonio Sartor ha cercato risposte stringenti sulla pericolosità di quello che è stato trovato e sui lavori del primo step (pulizia del suolo e messa in sicurezza): “Ci sono frammenti di amianto compatto che non presentano problemi di sbriciolamento – hanno detto i tecnici -. Mentre la pulizia potrebbe essere terminata per febbraio/marzo, ovviamente, previa autorizzazione del giudice”.
La situazione non è facile, si sta cercando di lavorare per piccoli passi ma potrebbe volerci ancora molto tempo. I cittadini presenti in sala consiliare hanno guardato al bicchiere mezzo pieno: “Almeno apprendiamo che le analisi hanno dato un esito migliore rispetto a quanto preventivato… stiamo a vedere”.