Nei giorni scorsi le prove in Grignetta e Grignone
L’azienda di Costa Masnaga leader internazionale nel campo dell’illuminazione architettonica
COSTA MASNAGA – La luce per valorizzare palazzi, architetture antiche e moderne e perfino… le montagne. Spacecannon è un’azienda del gruppo Nordgas che attualmente conta una sessantina di dipendenti. Il quartier generale è a Costa Masnaga e vanta un’esperienza trentennale nel campo dell’illuminazione architettonica con la realizzazione di molteplici progetti a livello nazionale e internazionale.
L’azienda nasce nel 1988 dall’intuizione dell’ingegner Bruno Baiardi, capace di vedere nella luce, non più solo un fattore tecnico, ma soprattutto un elemento estetico, nel 2007 la prematura scomparsa dell’Ing. Baiardi mette a rischio anche il futuro dell’azienda. L’imprenditore Gianmario Invernizzi, insieme al fratello Marco e al socio Roberto Massina, con il management della vecchia Spacecannon, riesce a dare un nuovo slancio all’azienda che riparte da Costa Masnaga dove oggi c’è l’intero ciclo produttivo, dalla progettazione delle lampade alla loro produzione.
E’ proprio dal legame di Gianmario Invernizzi con il proprio territorio che nasce l’idea di usare la luce per valorizzare le nostre montagne: “Proprio nelle scorse serate abbiamo dato vita a una serie di esperimenti illuminando prima la Grignetta e il giorno successivo il Santuario di Santa Maria, sopra Mandello, e il Sasso Cavallo – spiega l’imprenditore -. L’idea è quella di portare il nostro lavoro e la nostra esperienza anche sul territorio. Nelle fotografie dell’amico Alberto Locatelli è possibile vedere l’effetto delle prove che sono state effettuate”.
L’azienda vanta parecchi progetti a livello internazionale. Tanto per intenderci Spacecannon è l’azienda che, al fianco di 9/11 Memorial & Museum, ogni 11 settembre accende i propri fari in occasione del Tribute in Light per illuminare il cielo e mostrare cosa sono state le Torri Gemelle per i newyorkesi e per il mondo intero.
“Nel 2019, ad esempio, ci è stata commissionata l’illuminazione dell’Eiger in occasione di una rappresentazione teatrale sulla storia di Grindelwald. L’evento aveva un particolare riferimento alla questione ambientale: attraverso le luci siamo riusciti a mostrare la parte del ghiacciaio rimasta ma soprattutto quella che negli ultimi 80 anni è andata persa, utilizzando la luce per trasmettere un messaggio forte sulla salvaguardia ambientale”.
L’architettura luminosa non ha limiti se non la fantasia, con la luce si può fare tutto. Dietro però c’è tecnica e tanta ricerca: “Al di là dell’aspetto estetico, attraverso l’illuminazione delle nostre montagne portiamo avanti anche una ricerca volta a migliorare l’efficienza con il massimo del risparmio energetico. A livello tecnico nelle prove fatte in Grignetta e Grignone abbiamo utilizzato quattro lampade a led da 150W ognuna. Fermo restando che attualmente la vecchia tecnologia per arrivare a certe distanze è ancora insostituibile, la nostra ricerca è continua per cercare un connubio tra aspetto estetico, tecnologico e ambientale“.
Sperimentazioni che hanno poi una ricaduta a livello pratico: “Basti pensare alle nostre lampade con lenti sportive per illuminare stadi o campi da tennis che insieme a un miglioramento della luminosità portano anche benefici dal punto di vista dei consumi e, di riflesso, contribuiscono a diminuire l’inquinamento. Cerchiamo di sfruttare le nuove tecnologie per creare lampade con peculiarità e caratteristiche specifiche per le diverse esigenze, lo stesso discorso vale, ad esempio, per la ricerca in montagna. E’ importante sottolineare come, oltre alla produzione, anche tutta la fase di progettazione viene svolta a Costa Masnaga”.
E’ di pochi mesi fa l’idea di utilizzare la luce per sanificare l’aria: “Questo è un altro esempio dei possibili impieghi delle nostre lampade. Abbiamo studiato e realizzato un sistema di abbattimento dei batteri presenti nell’aria attraverso l’utilizzo di lampade germicide. U-vir, dispositivo testato dal Politecnico di Milano, è in grado di sanificare biologicamente l’aria grazie alla luce UV-C. E’ ecologico e non ha bisogno di manutenzione visto che non utilizza filtri”.
La ricerca nel campo dell’illuminazione architetturale non ha confini, specialmente se sostenuta da un’esperienza pluriennale: “Attraverso le nostre conoscenze vogliamo sempre creare qualcosa di diverso. Nel 2019 abbiamo colorato il San Martino, ma siamo sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Sono lecchese, amo questo territorio che è immerso nelle montagne, perciò il mio sguardo non poteva che posarsi su queste pareti…”.