Il meteorologo Matteo Zanetti spiega perché il verde urbano è fondamentale per mitigare il caldo estremo
LECCO – Con l’estate e l’innalzamento delle temperature, torna sotto i riflettori il fenomeno dell’isola di calore urbana, una delle principali criticità climatiche delle aree metropolitane. Il contrasto tra le zone verdi e quelle urbanizzate diventa particolarmente marcato durante le giornate più calde, evidenziando le conseguenze dell’eccessiva cementificazione. A spiegare la dinamica è Matteo Zanetti, meteorologo di Arpa Lombardia.
“Materiali come asfalto e cemento assorbono una grande quantità di radiazione solare durante il giorno, innalzando sensibilmente la loro temperatura. Di notte, però, il calore accumulato si disperde con difficoltà – spiega Zanetti – Al contrario, le aree ricche di vegetazione si riscaldano meno e rilasciano il calore in modo molto più efficiente”.
“Questi aspetti – prosegue – sono particolarmente evidenti in estate e anche per questo si parla di ‘isola di calore urbana’. Un esempio concreto? A Milano, grazie alla nostra rete di stazioni meteorologiche dislocate sul territorio, la scorsa estate abbiamo misurato dai due ai quattro gradi in media di differenza tra il centro storico e la periferia. Inoltre, la presenza di numerosi edifici in città limita l’ingresso dei freschi venti di brezza notturni dalle campagne verso il centro cittadino”.
L’isola di calore urbana non è solo un’anomalia termica, ma un segnale concreto dell’impatto delle trasformazioni urbane sul microclima. Comprendere questi meccanismi, come sottolineato da Arpa Lombardia, è essenziale per promuovere politiche ambientali e urbanistiche capaci di mitigare gli effetti del caldo estremo, sempre più frequente nelle città italiane.

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