I risultati Invalsi del 2023-2024 confermano il divario tra Nord e Sud, con Sondrio e Lecco ai vertici nazionali
LECCO – L’analisi dei risultati delle prove Invalsi 2023-2024 mette in luce una realtà ormai nota ma sempre preoccupante: l’Italia resta spaccata in due sul fronte delle competenze scolastiche. Se il Nord e il Centro sembrano recuperare terreno dopo le difficoltà dovute alla pandemia, il Sud, purtroppo, continua a soffrire di gravi ritardi, soprattutto in italiano e matematica. In questo contesto, emergono però esempi virtuosi, come le province lombarde di Lecco e Sondrio, che si distinguono per i buoni risultati degli studenti.
I dati presentati in un articolo del Sole 24 Ore in edicola oggi a firma di Eugenio Bruno e Michela Finizio, offrono una dettagliata analisi delle prove Invalsi a livello provinciale.
Lecco e Sondrio: eccellenze a livello nazionale
Tra le province più performanti, Lecco e Sondrio si posizionano in cima alla classifica per quanto riguarda la preparazione degli studenti. Secondo i dati del Sole 24 Ore, nella provincia di Lecco, solo il 22,2% degli studenti di quinta superiore non ha raggiunto il livello minimo in italiano, e appena il 20% in matematica. Similmente, a Sondrio, tra gli studenti di terza media, il 28,3% presenta difficoltà in italiano e il 24,4% in matematica.
Questi risultati sono molto al di sotto della media nazionale, segno che queste province sono riuscite a superare meglio le sfide educative poste dalla pandemia, grazie forse a un sistema scolastico più organizzato e resiliente. Tuttavia, non tutta l’Italia è riuscita a mantenere questi standard, soprattutto al Sud.
Il Sud in affanno: dati allarmanti
In netto contrasto con i successi delle province lombarde, i dati delle province meridionali sono allarmanti. Sempre secondo l’analisi pubblicata dal Sole 24 Ore, a Crotone il 58% degli studenti di terza media e il 63% dei maturandi non ha raggiunto le competenze minime in italiano. In matematica, i numeri sono ancora più critici: il 71,9% degli studenti di terza media non raggiunge il livello base.
Questa profonda disparità tra Nord e Sud, evidenziata dalle prove Invalsi, colpisce particolarmente in matematica, dove le regioni meridionali accumulano un ritardo significativo rispetto a quelle settentrionali. A Sassari, per esempio, il 70% degli studenti di quinta superiore non raggiunge livelli sufficienti in matematica.
Cosa sono i test Invalsi?
I test Invalsi sono prove standardizzate a livello nazionale, somministrate agli studenti italiani per valutare le loro competenze in italiano, matematica e inglese. Vengono eseguiti alla fine di diverse fasi del percorso scolastico: seconda e quinta elementare, terza media e quinto anno delle superiori. L’obiettivo è quello di misurare il livello di apprendimento e fornire un quadro oggettivo e confrontabile delle competenze scolastiche in tutto il Paese.
L’effetto della pandemia e il recupero disomogeneo
I risultati delle prove Invalsi continuano a riflettere l’impatto negativo della pandemia sul sistema scolastico, soprattutto nelle regioni meridionali. Se al Nord molte province, tra cui Lecco e Sondrio, stanno riuscendo a colmare il divario formativo causato dal Covid, altre aree, come Trento, Sondrio stessa, Aosta e Asti, mostrano invece un peggioramento rispetto ai dati del 2020-2021, quando gli effetti della pandemia erano più marcati.
In particolare, le difficoltà si fanno sentire nel passaggio tra le medie e le superiori. A Viterbo, Ascoli Piceno e Avellino, ad esempio, la percentuale di studenti con competenze inadeguate in matematica cresce rispettivamente del 15%, 14,4% e 13,6% in questo passaggio. In italiano, Avellino e Salerno mostrano aumenti del 18,2% e 17,7%.
Quali sono le prospettive?
La situazione dipinta dai dati Invalsi invita a riflettere sulle azioni da intraprendere per ridurre il divario formativo tra Nord e Sud. Da un lato, province come Lecco e Sondrio rappresentano un esempio di eccellenza che altre realtà potrebbero prendere come modello. Dall’altro, la crisi nel Mezzogiorno richiede interventi strutturali e mirati per garantire pari opportunità educative a tutti gli studenti.
È chiaro che le prove Invalsi continuano a essere uno strumento fondamentale per monitorare lo stato dell’istruzione in Italia. Tuttavia, i dati devono essere seguiti da politiche concrete per rafforzare il sistema scolastico nelle aree più deboli, con l’obiettivo di garantire a ogni studente le stesse opportunità di apprendimento.