Spopolamento, Zamperini: “Il 14% dei Comuni lecchesi è a rischio”

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I dati dello studio Polis Lombardia

Il consigliere FdI: “Per invertire la rotta serve un intervento straordinario con politiche mirate”

LECCO – “Il 14% dei comuni della provincia di Lecco è ad alto rischio spopolamento, il 17% è a rischio moderato”: lo ricorda il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini richiamando i dati dello studio di Polis-Lombardia intitolato ‘Il rischio di spopolamento nei comuni lombardi’.

“I dati più recenti sono drammatici per quanto concerne lo spopolamento delle aree interne e dei territori montani o pedementani della Lombardia. Per invertire la rotta prima che sia troppo tardi – continua Zamperini – serve un intervento straordinario con politiche mirate, come è stato fatto per la zona economica speciale, la ZES unica del Mezzogiorno. Solo così sarà possibile favorire quello che abbiamo voluto chiamare il ‘rinascimento demografico’, un obiettivo ambizioso raggiungibile prima di tutto creando le condizioni essenziali che possano sostenere le famiglie e le imprese lombarde che operano in questi territori così drammaticamente colpiti dall’inverno delle nascite, favorendo il mantenimento e la creazione di nuovi posti di lavoro, soprattutto nei territori che maggiormente rischiano l’abbandono”.

I dati delle Comunità Montane nella Provincia di Lecco

“Per quanto riguarda la Comunità Montana Lario orientale – Valle San Martino, – aggiunge Zamperini – sono 6.35 le nascite ogni 1000 abitanti, mentre le morti oltre 10. Numeri simili per la Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera: sono 5.86 le nascite ogni 1000 abitanti e oltre 10 le morti”.

“Regione Lombardia – prosegue Zamperini – già promuove politiche specifiche per le aree interne, che ha ampliato rispetto alle indicazioni nazionali, investendo importanti risorse per lo sviluppo di questi territori. Implementare politiche di sostegno specifiche sull’arco alpino e prealpino, andrebbe finalmente a dare concretezza all’articolo 44 della Costituzione Italiana: ‘la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane’. Inoltre, aiuterebbe a rendere più attrattive le aree di confine che soffrono della concorrenza estera, basti pensare ad esempio a quello che succede nei territori vicini alla Svizzera a causa dei salari più alti che rendono maggiormente attrattiva per i lavoratori la Confederazione Elvetica rispetto all’Italia”.

Proprio per quanto riguarda l’andamento demografico, l’Istat nelle scorse settimane ha fotografato un’Italia a due velocità. Nell’ultimo decennio, dal primo gennaio 2014 al primo gennaio 2024, in Italia la popolazione delle aree interne è scesa del 5%, quella dei centri dell’1,4%. “Dobbiamo continuare a investire su politiche legate alla natalità – conclude Zamperini – ma è ovvio che serva una maggiore attenzione per le aree interne e per la montagna. L’inversione di tendenza nell’epocale crisi demografica che stiamo vivendo, può avvenire solo affrontando con decisione questo problema, comprendendone le origini e mettendo a punto interventi mirati, non soltanto di carattere economico, ma culturale e sociale”.

“Serve che sia fatto tutto il possibile per invertire la rotta e questa tendenza negativa. In che modo? Sostenendo chi vive e lavora nelle così dette ‘terre alte’, introducendo specifici incentivi, come ad esempio dei criteri di premialità nei bandi regionali per imprese, associazioni e cittadini che operano nei territori di montagna. Si tratta di iniziative determinanti che dimostrano attenzione e sensibilità sul problema e che, sommati, possono davvero fare la differenza nel contrastare il drammatico spopolamento delle nostre aree interne, le quali rappresentano un patrimonio per la nostra cultura millenaria, materiale e immateriale, a partire da quella della civiltà rurale. Le famiglie e le imprese che decidono di restare a vivere e lavorare nelle aree montane e pedemontane devono essere sostenute e premiate, perché presidiano e si prendono cura di territori che altrimenti sarebbero abbandonati, solo così potremo invertire la rotta e contrastare l’inverno demografico che sta per abbattersi su tutti noi”.