Inaugurata martedì la stagione di pesca all’agone
Tanti gli appassionati pescatori sul lago al tramonto
ABBADIA – Già dal pomeriggio c’era chi prendeva il suo posto sulla riva, in attesa dell’imbrunire, altri invece hanno raggiunto le spiagge al tramonto, con lenze e secchiello: un rito magico per gli appassionati, che si rinnova ogni anno, quello della pesca all’agone.
Ieri, martedì, è stata la giornata di apertura delle catture di questo pesce che, in questo periodo dell’anno, si sposta verso riva per deporre le uova, per poi tornare a largo sul fondale. Per tutelarne la frega, dal 15 maggio è imposto il divieto di pesca, purtroppo però non mancano come ogni anno i bracconieri che infrangono le regole e anticipano le catture. Per questo sul lago, fin dai giorni che precedono il 15 giugno, vigilano i guardiapesca che monitorano le sponde del Lario.
Le regole non mancano neppure ora che la pesca si è aperta: il limite massimo di catture è fissato in 5 chili per pescatore e la misura minima del pesce non deve esser inferiore ai 15 cm, altrimenti l’agone va ributtato in acqua.
Il quadrato è lo strumento principale di cattura di questa specie ittica, lo si usa solo dopo il tramonto, quando l’agone si avvicina a riva; di giorno, invece, i pescatori se ne stanno in punta ai cavalletti, armati di una lenza con più ami.
Ognuno, si sa, ha il suo metodo e soprattutto un luogo preferito: da Lecco fino a Colico (le foto nell’articolo sono state scattate ad Abbadia) tutte le rive sono buone per l’agone in questo periodo. Pochi i giorni di tempo utili, poi l’agone tornerà al largo e darà appuntamento al prossimo anno.