La scomparsa di Nino Lozza a Mandello, l’omaggio di Confartigianato
Il pensiero del sindaco Fasoli e il ricordo di Peppino Ciresa
MANDELLO – Confartigianato Imprese Lecco piange la scomparsa di Antonio Lozza, per tutti Nino.
Sin dall’adolescenza matura le prime esperienze lavorative dimostrando da subito grande professionalità nell’ambito alimentare, specializzandosi nel settore dolciario a Milano dove entra come garzone nelle botteghe dei più esperti pasticceri e rinomati panificatori. Nel 1952 dà vita alla propria attività artigiana di pasticcere ed entra a far parte di Confartigianato, ricoprendo dall’anno successivo la carica di presidente della sua categoria fino al 1983, data di cessazione dell’attività.
Numerosi gli incarichi ricoperti nell’allora Unione Artigiani di Lecco e Circondario. In ogni ruolo, ricordano dall’associazione, Lozza si è sempre contraddistinto per la partecipazione attiva alle scelte e alla vita associativa, fornendo un supporto di primo piano alle dirigenze che via via si sono succedute. A lui si deve la nascita del gruppo ANAP di Lecco, associazione nazionale anziani e pensionati, oggi tra i più rappresentativi a livello nazionale. Lozza è stato presidente regionale ANAP e vicepresidente nazionale, sempre instancabile nel portare avanti i problemi e le istanze degli artigiani. La sua passione per il lavoro si rifletteva anche nel tempo libero e nella dedizione alla vita di comunità: fu consigliere comunale a Mandello, socio fondatore e presidente del CAI Mandello, socio della Lega Navale Mandellese e della Polisportiva.
“Nino Lozza è stato un grande esempio di artigiano dedito alla propria attività e al proprio territorio – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Si è sempre speso per la nostra associazione aiutando il nostro gruppo a crescere e a essere ben rappresentato a tutti i livelli. Negli anni gli sono stati conferiti diversi riconoscimenti regionali e nazionali per il suo impegno all’interno della squadra di Confartigianato. Passione, dedizione e competenza non sono mai mancati nella sua vita, così come il forte legame con la nostra “famiglia” di imprenditori, tanto che ha voluto essere presente anche all’ultima nostra Assemblea Pubblica di novembre”.
“Punto di riferimento per tanti colleghi, ma anche per tanti giovani e sportivi che grazie a lui si sono appassionati di montagna, alpinismo e vela e canottaggio. Lozza è il trait d’union tra l’imprenditoria e il territorio, il simbolo del vero modello di artigiano con la A maiuscola. In questo momento di dolore, Confartigianato Imprese Lecco e tutti i suoi associati si stringono alla famiglia di Nino”.
Il cordoglio del sindaco Riccardo Fasoli
“La morte di Nino è un grande dispiacere per tanti motivi, era una figura importante per il nostro territorio per il suo impegno nel mondo associativo oltre che per l’attività artigianale che ha svolto”.
“La sua pasticceria era storica e conosciuta – ricorda il sindaco Riccardo Fasoli – Ha avuto la fortuna di vivere al meglio i suoi 94 anni, senza particolari problemi di salute, almeno fino a poche settimane fa, quando poi è stato ricoverato in ospedale. La cosa che dispiace di più, in questo triste periodo, è di non poter rendere il giusto omaggio ai nostri defunti, esprimere fisicamente la nostra vicinanza. Vorremmo farlo, anche come amministrazione comunale, ma in questo momento non è possibile”.
Il ricordo di Peppino Ciresa
“E’ stato un maestro di vita, sia per quanto riguarda il lavoro, sia per quanto riguarda la montagna”. A ricordare Nino Lozza è l’amico Peppino Ciresa: entrambi pasticceri, entrambi presidenti del Cai. “Un uomo dal cuore buone che si è messo a disposizione della comunità – ricorda Ciresa -. Non stava mai fermo e la sua mente era sempre in movimento”.
“Eravamo colleghi, abbiamo lavorato spesso assieme e la sua è stata una grande scuola. Dal suo laboratorio di Mandello sfornava prodotti che finivano nei negozi di mezza provincia. Era davvero un bravo pasticcere, era talmente professionale che non aveva nemmeno bisogno di pesare gli ingredienti, andava a occhio e non sbagliava mai”.
Così come non sbagliava mai nemmeno in tutti gli altri ambiti di cui si occupava: “Precursore del Soccorso Alpino è stato tra coloro che hanno compreso che bisognava dare una struttura ordinata agli interventi di soccorso in montagna – ricorsa ancora Ciresa -. E poi i lunghi anni da presidente della sezione Cai di Mandello: ancora una volta, grazie alla sua lungimiranza, ha avuto l’idea di portare i bambini in montagna. Grazie a lui, a cavallo degli anni ’60’/’70, la sezione di Mandello è stata la prima in Italia a organizzare l’alpinismo giovanile. Aveva attivato contatti con le scuole e portava in giro decine di ragazzi”.
“E’ stato un grande personaggio e una guida per molte persone, attivo fino alla fine. Senza dubbio una grande perdita per tutti noi”.