Gasparini (Stallazzo): “Preoccupato dalla lunga catena di suicidi dal ponte di Paderno”

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Il presidente della cooperativa che gestisce lo Stallazzo sul lungofiume esprime forte preoccupazione per la serie di suicidi che si è verificata nelle ultime settimane

Intanto continuano le ricerche della persona che si sarebbe buttata nel fiume

 

PADERNO D’ADDA – Una forte preoccupazione da un lato e, dall’altro, l’auspicio che le istituzioni possano trovare strategie per attuare il disagio e il mal di vivere avvertito dai giovani. A esprimere una posizione alla luce degli ultimi, tragici episodi di suicidi dal ponte San Michele di Paderno è Luigi Gasperini, presidente della Cooperativa Solleva che gestisce il punto ristoro Lo Stallazzo sull’alzaia dell’Adda.

Da ieri, lunedì, sono in corso le ricerche di una persona che sarebbe stata vista buttarsi dal ponte ieri, nel primo pomeriggio. Finora il corpo non sarebbe stato trovato nonostante il dispiegamento di un ingente numero di forze e attrezzature da parte dei Vigili del Fuoco.

Un episodio che arriva a pochi giorni da altri tragici avvenimenti: nei primi giorni del mese di settembre un episodio analogo ha visto coinvolto un 21enne, mentre lo scorso 17 settembre i soccorsi avevano ripescato dal fiume il cadavere di un 20enne.

Luigi Gasparini

Da qui l’intervento di Gasparini che in queste ore sta seguendo le operazioni di ricerca, non potendo non pensare al dramma di questi giovani e delle loro famiglie.

Ecco il suo contributo

Voglio esprimere forte preoccupazione per la lunga catena di suicidi che ha coinvolto ragazzi e giovani adulti che hanno scelto di porre fine alla propria esistenza con un gesto estremo dal ponte San Michele di Paderno
Nell’ultimo mese ci troviamo a raccogliere la disperazione di tre giovani vite e il dolore delle loro famiglie Da operatore sociale e presidente della cooperativa Solleva, esprimo viva preoccupazione e l’auspicio che le istituzioni possano riflettere per individuare strategie da porre in campo subito, per attenuare il disagio e il mal di vita dei nostri giovani Probabilmente le congiunture politiche, il clima diffuso di sfiducia, anche a causa dei conflitti, delle stragi, la perdita dei valori di riferimento, sono gli elementi che determinano nelle persone più fragili un corto circuito esistenziale.
Non si può però stare con le mani in mano ed abbandonarsi al fatalismo
I servizi pubblici proposti devono vigilare, ma un’azione positiva attiva può essere resa da tutti i cittadini.
Ciascuno di noi può contribuire significatamente, anche nel piccolo, migliorando le relazioni interpersonali.
Un sorriso, una parola, una piccola attenzione non attesa, possono far la differenza.

Luigi Gasparini