Un avveniristico studio per un laboratorio universitario di interior design trasforma la chiesa abbandonata in un luogo di cultura e arte
Il progetto di tre studentesse al secondo anno di laurea magistrale in Interior e Spatial Design del Politecnico di Milano
MERATE – La Basilica Santissima Immacolata di Merate diventa un teatro con scuola di recitazione annessa, un bar e uno spazio espositivo. La riqualificazione dell’ex oratorio San Luigi, abbandonato da anni e ormai in rovina, vive per ora solo sulla carta e nelle fantasiose
menti di tre studentesse al secondo anno di laurea magistrale in Interior e Spatial Design al
Politecnico di Milano.
La padernese Licia Rocca, insieme alle colleghe Giulia Mauri e Camilla Valori, hanno infatti realizzato un dettagliato progetto per il laboratorio universitario “Contest Design Studio”, immaginando una nuova funzione per l’edificio ecclesiastico sconsacrato che si trova nei pressi del camposanto di Merate.
Dopo aver raccolto le opinioni di un campione di oltre cinquecento residenti meratesi sui bisogni insoddisfatti della comunità locale, le studentesse hanno immaginato come trasformare l’edificio diroccato risalente al 1906 in un polo culturale che facesse da aggregatore per la popolazione. È nato così il progetto “Messa in scena” che, rispettando pianta e volumetrie originarie della basilica, studia un nuovo spazio su tre piani interamente dedicato al mondo della recitazione.
Spiega Licia Rocca (24 anni): “Il nome del progetto gioca con la parola “messa” intesa come funzione religiosa e rappresentazione teatrale. Lo spettacolo è presente nel progetto sia nella sua forma più classica, con un palco tradizionale, sia in chiave moderna, con un teatro olografico in cui lo spettatore si trova immerso in un luogo immaginario e partecipa in prima persona alle performance. Sempre nel segno dell’innovazione, è presente inoltre un teatro virtuale dove è possibile registrare degli spettacoli fruibili online con ambientazioni ricreate in computer grafica”.
Le studentesse del Politecnico di Milano hanno costruito gli spazi del loro progetto attraverso dei rendering in tre dimensioni. Al piano terra trovano collocazione il teatro tradizionale e olografico, le aree dedicate ad una scuola di recitazione, un bar con un giardino esterno e una piazza per rappresentazioni all’aperto. Il primo piano è dedicato invece al teatro virtuale e ad uno spazio espositivo e di performance mentre nel seminterrato si trovano un paio di magazzini e delle stanze ad uso dei dipendenti.
Prosegue Rocca: “Uno dei nostri obiettivi era di distinguere visivamente gli elementi moderni aggiunti al corpo preesistente della chiesa. Le scale e la struttura del bar che poggiano sulle mura originarie sono in acciaio patinato Corten mentre il tetto è in vetro. All’interno abbiamo usato i colori verde e rosso che evidenziano rispettivamente la platea e le balconate”.
Il lavoro, durato cinque mesi, è stato un puro esercizio accademico per il corso universitario. Agli studenti era stata data la possibilità di individuare in autonomia un qualsiasi edificio abbandonato e dismesso. Nel caso delle tre ragazze, la scelta è ricaduta sulla “piccola Lourdes delle Prealpi”, come veniva chiamata la chiesa, per il fascino e la storia legati alla basilica di Merate.
Un lavoro concettuale di progettazione, dunque, che non ha volutamente insistito su permessi e fattibilità economiche. È impensabile tuttavia che, se mai un giorno un professionista sarà chiamato a riqualificare l’edificio, non inizi proprio da questo dettagliato studio nato dalle mani di tre giovani studentesse.