Riunione ieri sera, lunedì, alla sede di via Campi per presentare il bilancio chiuso con oltre un milione di fatturato
La soddisfazione del presidente Beretta: “Casa Amica può guardare al futuro con ottimismo e aumentare il numero di persone da inserire”
MERATE – Un’opportunità per tutto il Meratese, una piccola media industria e soprattutto una famiglia allargata. Sono solo alcune delle definizioni che calzano a pennello per Casa Amica, cooperativa sociale che ieri sera, lunedì, ha festeggiato i 32 anni di presenza sul territorio. Tante le persone, tra cui il sindaco Massimo Panzeri e il suo predecessore Andrea Massironi, che hanno voluto essere presenti all’incontro promosso per approvare il bilancio 2018, chiuso con un fatturato di oltre un milione di euro che ha inorgoglito tutti.
In primis il presidente Fulvio Beretta, “arruolato” nella sede di via Campi da alcuni anni, dopo che la splendida realtà meratese, nata nel 1987, aveva rischiato, complice la crisi economica, di chiudere i battenti.
Un bilancio solido
“I numeri testimoniano i progressi svolti da Casa Amica negli ultimi anni – ha dichiarato soddisfatto Beretta – . Tanto che oggi siamo qui a parlare di ampliamento perché il nostro sogno è arrivare a ospitare fino a 70 persone diversamente abili”.
Non potevano mancare i ringraziamenti alle tante persone che, da dietro le quinte, hanno e stanno lavorando per permettere a questo sogno di continuare a essere una splendida realtà del Meratese. Dall’amministrazione comunale precedente che ha allungato di 40 anni la durata della convenzione alla Provincia di Lecco, passando per i tanti professionisti che prestano le proprie competenze in favore della causa. Grazie anche alle aziende, come, tra le altre, Elemaster, Torneria Colombo, Regina Catene, Alpina Raggi e Krino per cui Casa Amica lavora e produce.
L’excursus storico di Gabriella Mauri
Beretta non ha potuto non dire grazie anche ai tanti volontari che regalano il loro tempo e a chi, come la vice presidente Gabriella Mauri, ha di fatto trasformato Casa Amica in un secondo domicilio. “Permettetemi di ricordare alcune date importanti per la nostra cooperativa – ha esordito quest’ultima – ovvero il 1987, il 1993, il 2000, il 2009- 2010. Casa Amica è nata nel 1987 per dare risposta a un bisogno concreto dei genitori con figli disabili”.
La prima sede, nell’ex scuola materna di Brugarolo, ha visto coinvolti un coordinatore e quattro ragazzi. “Due di questi, Anna e Nadia, sono ancora con noi anche se in settori diversi. Il lavoro non mancava e presto apparì evidente il fatto che serviva più spazio anche per rispondere alle esigenze dei Comuni”. Dal 1993 al 2000 la sede venne spostata in via Grandi e iniziò la collaborazione con l’ufficio collocamento di Merate e di Lecco. Poi nel 2000 il grande balzo in avanti con la sede, quella attuale, progettata e costruita su un terreno comunale concesso in comodato d’uso. “L’edificio, finanziato in proprio, è di proprietà di Casa Amica e venne inaugurato a novembre”.
La crisi nel 2009
Nel 2009 la crisi economica colpì anche questa cooperativa. “Tante ditte committenti non ci rinnovarono le commesse, lasciandoci senza prospettive”. Di fronte un bivio: chiudere o rilanciare. La scelta cadde sulla seconda ipotesi, risultata poi alla prova dei fatti, grazie al piano industriale presentato da Beretta, vincente. Chiamato in causa, l’attuale presidente ha spiegato: “Quando arrivai, capii subito che bisognava solo cambiare marcia e valorizzare le tante ricchezze presenti. Ho iniziato a contrarre debiti presentando un planning industriale che è stato apprezzato dalle banche, dalla fondazione Cariplo e dalla fondazione lecchese”.
L’obiettivo ora è andare avanti con rinnovato entusiasmo. “Vogliamo ampliare la struttura di altri 400 metri quadri per posizionare altri macchinari e dare lavoro ad altri 20 disabili e 10 utenti del Cse. I clienti li abbiamo e abbiamo tanti amici grazie ai quali siamo arrivati fino qui”. Tra i grazie sciorinati all’inizio, Beretta ha aggiunto quello alla psicologa Federica Gandini, a Roberto Fumagalli del Vico Asl e ai tanti volontari che svolgono il servizio diurno. Nel giro di pochi anni sono aumentati i dipendenti, il fatturato e il risultato.
130 soci e 59 persone svantaggiate inserite
I soci attuali sono 130, di questi 14 sono nuovi mentre alcuni sono dovuti uscire perché, per regolamento, l’essere soci comporta frequenza e attività. 59 le persone svantaggiate inserite a vario titolo a Casa Amica, di cui 21 nel Cse, 11 nella coop, 6 ex art 14 e 21 tra ex art 11 tirocini e adozioni e borse lavori. Ora Casa Amica vuole ampliarsi.
Il progetto di ampliamento è nelle mani dell’ingegner Filippo Casati che ha presentato i disegni, già abbozzati dal compianto Mino Ripamonti. “Vogliamo ampliare la zona della cooperativa b. Si parla di 400mila mq di ampliamento e del rifacimento del parcheggio. Creeremo una nuova tisaneria e nuovi bagni mentre nella parte nuova ci sarà spazio per un laboratorio, un nuovo ingresso pedonale, un’area per il carico e lo scarico delle merci e un ufficio sala colloqui”.
“Con nuovi spazi avremo sicuramente nuovi orizzonti” la conclusione del presidente Beretta, più che convinto della necessità di rendere realtà il sogno dell’ampliamento.