Il progetto di wash out prevede la realizzazione di 5 pozzi che porteranno acqua al lago di Sartirana
In questo modo sarà possibile far uscire, ogni anno, circa 5 chili di fosforo, responsabile della patina verde che si forma sulla superficie del lago
MERATE – Abbattere dell’80% in 15 anni la percentuale di fosforo presente nel lago di Sartirana al fine di contrastare, in maniera decisa, il processo di eutrofizzazione dello specchio lacustre, all’origine anche dell’ingente moria di pesci dell’agosto 2020. E’ la stima e anche l’obiettivo del progetto di intervento di wash out sul lago di Sartirana per cui l’amministrazione comunale ha ottenuto anche un cospicuo finanziamento di 500mila euro da parte della Regione.
Il progetto è stato discusso ieri sera, martedì, in commissione territorio alla presenza dell’idrobiologo Alberto Negri e dell’ingegner Giancarlo Cerveglieri. Presenti in sala consiliare anche gli esponenti del consiglio di gestione del lago di Sartirana convocato poco prima per la presa d’atto, non priva di scintille, del nuovo organigramma (vedi articolo).
A introdurre l’argomento il sindaco Massimo Panzeri che ha spiegato come il progetto preveda la realizzazione di cinque pozzi di captazione dell’acqua da immettere nel lago per favorirne il ricambio e migliorare così lo stato di salute del bacino lacustre. “Abbiamo in mano uno studio di prefattibilità tecnica economica su cui la Giunta dovrà esprimersi, con l’approvazione dell’esecutivo, entro il 31 dicembre, pena la revoca del finanziamento di 500mila euro arrivato dalla Regione”.
L’argomento era stato già portato avanti nei mesi scorsi dall’ormai ex assessore Andrea Robbiani. “La novità attuale è che, su ottimo suggerimento di Tamandi, abbiamo pensato di prevedere l’alimentazione delle casette con un impianto fotovoltaico”. In base agli studi realizzati dai tecnici, sarà possibile far funzionare con l’energia pulita due delle quattro casette in legno, alte circa 3 metri e mezzo, che verranno realizzate in prossimità dei pozzi, localizzati in zona del Palazzo Reale, cimitero, via Falcò e centro sportivo di Cassina. Ogni impianto, come spiegato dall’ingegner Giancarlo Cerveglieri, sarà dotato di un serbatoio e di una pompa con l’acqua che verrà convogliata nel lago tramite tubazioni nuove o già esistenti.
L’idrobiologo Alberto Negri ha invece spiegato in cosa consista il progetto di wash out, snocciolando numeri e dati sullo stato di salute del lago e sulla stima dei miglioramenti che questo intervento potrà portare nel tempo. “Il lago di Sartirana è caratterizzato, soprattutto nei mesi di agosto e di settembre, da un elevata quantità di fosforo, ben superiore alla soglia massima. Una situazione che non è cambiata negli ultimi 20 anni. E’ proprio questo eccesso di nutrienti che produce quella patina verde visibile spesso sulla superficie del lago”.
Un intervento di wash out, che altro non è che un dilavamento, è il meno impattante per gli equilibri dell’ecosistema. “Il periodo migliore per eseguirà è quello compreso tra giugno e novembre quando il livello di fosforo è più alto”.
Negri ha poi esaminato le prime stime effettuate grazie all’analisi dell’acqua pescata dal primo pozzo, già realizzato nella zona di Cassina. “Presenta poco fosforo, oserei dire che è perfetta per essere immessa nel lago di Sartirana. Bisognerà essere molto attenti nelle operazioni di svaso, restando sempre tra i 5 e i 15 centimetri, per non alterare gli equilibri”. Scartata invece l’ipotesi di creare una vasca di accumulo dell’acqua visto il “guadagno” limitato a fronte dei costi di realizzazione e la possibilità di potenziare ulteriormente l’afflusso di acqua verso il lago di Sartirana attraverso il convogliamento delle acque piovane.
Grazie a questa operazione sarà possibile togliere, ogni anno, circa cinque chili, per l’esattezza 5,3 chili di fosforo all’anno dal lago di Sartirana portando all’eliminazione dell’80% del carico interno in 15 anni. “I tempi sono lunghi, ma in questo modo interveniamo sull’origine del processo di eutrofizzazione” ha puntualizzato Negri rispondendo anche alle richieste del consigliere Marco Giumelli e poi del presidente della società Briantea Fumagalli relative alla possibilità di ossigenare, tramite strumenti di areazione, il lago.