Per la giuria l’artista ha saputo meglio interpretare il tema del concorso, ovvero la sofferenza e la rinascita
Verrà realizzata, entro sei mesi, all’interno della rotonda davanti all’ospedale Mandic: l’opera racconta di una corona di spine che via via si trasforma nel volo di una fenice
MERATE – Ha saputo meglio esprimere i concetti di sofferenza e rinascita realizzando un’opera di indubbia originalità e forza, sia dal punto di vista plastico che cromatico. E’ Manuela Mocellin la vincitrice del bando promosso dall’amministrazione comunale per realizzare un monumento alle vittime del coronavirus.
La sua opera, intitolata evocativamente “La Fenice”, ha infatti ottenuto il punteggio più alto espresso dalla commissione presieduta da Ramona Lazzaroni, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune e formata dall’architetto Lorenzo Albani (indicato dall’ordine degli architetti), dall’esperta d’arte Elisabetta Parente e dai funzionari comunali Rita Gaeni e Sabina Casati.
La comunicazione è stata fornita ieri sera, mercoledì, durante la commissione urbanistica, dall’assessore alla Promozione turistica Fiorenza Albani che ha ripercorso le tappe del progetto promosso dall’amministrazione comunale per ricordare, con un monumento che fosse al tempo simbolo della sofferenza e della rinascita, le tante vittime della pandemia da Covid 19.
Venti le domande pervenute agli uffici, di cui cinque scartate perché arrivate dopo la scadenza del bando. Tra le quindici in concorso, la giuria ha analizzato gli elaborati tenendo conto dell’interpretazione fornita al tema, della coerenza e dell’integrazione con l’ambiente circostante, della realizzabilità tecnica e della durevolezza dei materiali e della facilità di manutenzione.
L’opera di Mocellin ha ottenuto il punteggio più alto di 90: dietro a lei, tre ex aequo, ovvero “Il volo” di Giorgio Grosso, “Mani che pregano” di Giancarlo Leone e “Mani giunte” di Josephine Carozzi.
Mocellin avrà ora sei mesi di tempo per concretizzare il suo progetto, realizzando così, all’interno della rotonda situata in via Cerri davanti all’ospedale Mandic, un mosaico di elementi ceramici dipinti o smaltati che si avvolgono allestiti su di una struttura a forma di spirale che, a sua volta, si sviluppa attorno al lampione posto al centro dell’aiuola circolare. Dinamica e movimentata, l’opera racconta di una corona di spine che via via si trasforma nel volo di una fenice, l’animale mitologico che rinasce dalle sue ceneri ed è simbolo di rinascita, qui rappresentata da un’esplosione di colore che è un tripudio alla vita, dopo lunga sofferenza.
“Gli elementi del mosaico saranno realizzati a mano dall’artista mentre quelli ceramici saranno rifiniti con sfumature e decorazioni a engobbio e/o smalto, al fine di ricreare l’aspetto cromatico proposto nello schizzo del progetto” ha spiegato l’assessore Albani, evidenziando l’attenzione all’uso di materiali durevoli, così come espressamente chiesto dal bando.